Chi non ha sognato, almeno una volta, di passare la vita a fare nulla? Ebbene c’è un 41enne giapponese che ha trovato la sua formula per riuscirci. Si chiama Shoji Morimoto e non è un perdigiorno. No, lui – laurea in Fisica in tasca, esperienza in un team di ricerca sui terremoti e nell’editoria didattica – 6 anni fa ha deciso di dare una svolta alla sua esistenza. Ha lasciato il lavoro e si è inventato un nuovo ruolo con relativo job title eccentrico, ma cristallino: rental person who does nothing (persona a noleggio per fare nulla). In sostanza, risponde alle richieste di chi abbia bisogno della presenza di qualcuno. Non dà consigli, non fa consulenze e si è a lungo interrogato su come avere introiti con il suo “fare nulla”: inizialmente chiedeva un rimborso spese, e ora accetta un compenso di circa 60 dollari, di certo non vuole che si pensi che il suo sia volontariato. Spiega che «come rental person non devo mostrare un’individualità e non ci provo neanche».
Morimoto ha pubblicato un libro in cui racconta la sua storia
Un’affermazione spiazzante in quest’epoca satura di narcisismo, che tuttavia non gli ha impedito di avere valanghe di follower e di vedere la sua storia diventare una serie tv giapponese e un manga. In occasione dell’uscita del suo libro in Italia, La rivoluzione del fare nulla. Un memoir, edito da Feltrinelli, gli abbiamo chiesto di parlarci del suo “non-lavoro”.
La contattano più uomini o donne e che età hanno?
«Circa il 90% delle richieste arriva da donne. Di solito i miei clienti sono sui 20-30 anni, ma ci sono stati anche over 50 e teenager».
Che tipo di richiesta riceve più spesso?
«Mi chiedono di frequente: “Vorrei che mi accompagnasse in un posto, un negozio, una località, un evento, in cui è difficile andare da soli” oppure “Mi faccia parlare di me”».
E la più strana?
«Mi è stato chiesto:
Vorrei che mi osservasse mentre mangio un porridge di riso fatto con i documenti per il divorzio
(non è un refuso, quel porridge è stato fatto CON i documenti, ma inutile chiedere a Morimoto un giudizio in merito, ndr)».
Shoji Morimoto è presente ma fa nulla, non dà consigli
Le capita di rifiutare delle richieste?
«A volte non sono disponibile negli orari previsti o il numero di richieste è troppo alto. Altre volte mi vengono fatte proposte che vanno oltre le mie possibilità e obiettivi».
Quante ore al giorno lavora mediamente?
«Tenendo conto anche di ciò che non è lavoro in senso stretto, come gli spostamenti e il rispondere alle mail, direi circa 10 ore al giorno».
Perché non dà consigli ai suoi clienti?
«Perché le persone richiedono “una persona a noleggio per fare nulla”, non “una persona che dà loro consigli”. In realtà, io stesso sono interessato agli effetti che produce il “far niente” piuttosto che sui risultati che si ottengono nel dare dei validi consigli».
È affascinato dal pensiero di Nietzsche
Le persone raccontano a lei che è uno sconosciuto anche i loro segreti. Perché?
«Rivelare dei segreti a chi ci circonda potrebbe avere conseguenze negative. Ci può intimorire immaginare la reazione ai nostri segreti delle persone a noi vicine, potrebbero sentirsi in difficoltà. Inoltre, si vuole raccontare qualcosa senza essere giudicati. Farlo con me significa essere ascoltati senza che io mi esprima e, quindi, ci si sente tranquilli».
Ha dichiarato di essere stato colpito dal pensiero del filosofo Friedrich Nietzsche.
«Sono stato sicuramente influenzato, per esempio, dalle tre metamorfosi dello spirito – di cui lui parla – che da cammello diventa leone e poi fanciullo. In passato ho vissuto duramente come un cammello che trasporta il peso del “è così che si deve fare”, ma leggere Così parlò Zarathustra mi ha dato una prospettiva diversa e ho iniziato a vivere con più leggerezza, ispirato, cioè al fanciullo nietzschiano, ».
Lei ha vissuto anche un dramma familiare.
«Mio fratello non ha superato gli esami di ammissione all’università e da allora è entrato in depressione. Mia sorella, nonostante gli sforzi, non ha trovato un lavoro adatto, questo l’ha colpita duramente e si è tolta la vita. Le sue competenze non erano quelle richieste dalle aziende, ma per me lei valeva anche solo per il fatto di esserci.
Se dici di avere un valore perché sai fare questo e quello, sarai sempre giudicato in base agli standard stabiliti dalla società. Quindi io non dico mai di saper fare qualcosa e non faccio nulla
Le persone lo contattano perché vogliono essere ascoltate
Secondo lei, perché le persone la contattano?
«Per varie ragioni. Ci sono motivi piuttosto seri, come quello di sentirsi solo o di non riuscire a integrarsi bene nella società, ma anche richieste del tipo “Vorrei compagnia per concentrarmi sul lavoro”, “Ho due biglietti per il teatro e non voglio che ci sia un posto vuoto vicino a me”, “Non voglio lasciare incustodite le mie cose mentre vado al bagno”. Ci sono quindi obiettivi pratici, ma anche alcune richieste che permettono al cliente di fare qualcosa di diverso, come soddisfare la curiosità di entrare in contatto con “una persona a noleggio” che fa nulla. Mi ritrovo anche a gestire casi in cui la richiesta nasce dalla combinazione di più ragioni».
In che cosa è speciale il suo modo di ascoltare gli altri?
«Immagino che sia il fatto che sono concentrato in particolare nell’ascoltare senza parlare e, quando mi fanno qualche domanda, riduco la risposta all’osso. Non dico niente se non mi viene richiesto e non provo a conoscere il cliente più di quanto sia necessario. Penso che tutti questi elementi si adattino abbastanza bene a qualcuno che vuole solo parlare di sé».
Cosa pensano sua moglie e i conoscenti del suo essere “una persona a noleggio” per fare nulla?
«In generale, la mia famiglia mi sostiene e penso che i miei conoscenti abbiano un’immagine piuttosto positiva di me, visto che non intervengono più di tanto».
Suo figlio, nato 6 anni fa, come l’ha ispirata per il suo lavoro?
«Mentre lo osservavo, mi sono reso conto di quanto fosse meraviglioso: un bambino è carino quando fa qualcosa e quando fa nulla. Allora ho cominciato a desiderare che tutti potessero vivere come un bambino, comportandosi come volevano».
Secondo Shoji Morimoto il suo “lavoro” può essere esportato
Qualcuno ha cercato di imitarla. Come ha reagito? «Se provano a utilizzare il mio stesso nome, chiedo di cambiarlo per non confondere i clienti. Non ho avuto reazioni particolarmente dure verso chi mi imita, per me non è un grande problema».
Pensa che il suo servizio sia esportabile?
«Assolutamente sì. Ho già ricevuto richieste da altri Paesi, penso quindi che sia davvero possibile».