Simonetta De Guz si è innamorata della natura da piccola, quando, prima di iniziare le scuole elementari, viveva in campagna con i nonni in un paesino vicino a Fiuggi, nel Frusinate. Oggi Simonetta De Guz ha 63 anni, appartiene alla Specialità Forestale dell’Arma dei Carabinieri, alla guida del Comando Regione Carabinieri Forestale “Lazio” e ha ricevuto il grado di Generale di divisione.

Simonetta De Guz è la prima donna Generale di divisione

Sposata da 25 anni con un collega, il 31 gennaio 2025 ha ricevuto il grado di Generale di divisione: è la prima donna nell’ambito di tutte le Forze Armate ad aver conquistato le due stellette, unica di tutta la Difesa italiana. A consegnarle i gradi, il Comandante Generale dell’Arma, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Luongo.

Il neo Generale Simonetta De Guz e sua missione nei Carabinieri in difesa dell’ambiente

Si aspettava questa promozione?

«Per me rappresenta il coronamento di un lungo e intenso percorso professionale in cui ho sempre lavorato con passione e impegno, focalizzandomi sulla missione istituzionale dei Carabinieri forestali, sono molto soddisfatta di aver raggiunto questo traguardo personale e ringrazio l’Arma dei Carabinieri per avermi riconosciuto meritevole di conseguirlo».

Nelle Forze Armate quale valore aggiunto possono apportare le donne?

«Sono convinta che sul lavoro contino dedizione al servizio e professionalità, indipendentemente dal genere di appartenenza: non esistono differenze nel contributo che donne e uomini possono assicurare per migliorare le condizioni di vivibilità sociale».

Simonetta De Guz si occupa di tutela dell’ambiente nei Carabinieri

Generale Simonetta De Guz ambiente

Cosa le ha insegnato la vita in campagna?

«Mi ha trasmesso i valori più autentici, dalla semplicità al rispetto per la natura, all’amore per gli animali: ho avuto dei cani e ora ho una gatta British Shorthair. Tengo a ricordare l’importanza del principio olistico One Health secondo cui la salute dell’ambiente, quella umana e quella degli animali sono inscindibilmente interconnesse. Cerco di vivere questi valori nella mia vita privata e professionale, restando ancorata alle mie radici. Sono fiera delle mie origini fiuggine: abbiamo un patrimonio boschivo molto importante. Questa componente green l’ho ritrovata anche quando mi sono trasferita a Milano in Lombardia: ho un legame speciale con il Parco nazionale dello Stelvio, che ho visitato due volte nell’ultimo anno. Grazie alla mia professione mi trovo spesso a contatto con la natura, dovendo tutelarla. E, compatibilmente con gli impegni di servizio, cerco di praticare jogging nei boschi».

Per il Generale Simonetta De Guz civiltà e legalità sono indissolubili

È laureata in Giurisprudenza: da dove parte questa urgenza di giustizia?

«Dalla convinzione che una legalità diffusa, con il rispetto delle regole per una convivenza civile, costituisca il presupposto imprescindibile per garantire una società equa e sicura, senza disuguaglianze, discriminazioni di sorta o lesioni dei diritti altrui. Per me civiltà e legalità sono un binomio indissolubile».

Quando è maturato in lei il desiderio di entrare nell’Arma?

«Fin da giovane ho desiderato mettermi al servizio dello Stato, animata da un profondo interesse per le tematiche ambientali. Dopo la laurea nel 1984, sono diventata procuratore legale, in seguito ho deciso di partecipare a un concorso in una Forza di Polizia che avesse proprio il compito della tutela dell’ambiente. Nel ’94 sono stata assunta nel Corpo forestale dello Stato, dal 2017 assorbito nell’Arma dei Carabinieri. E così ho proseguito il mio percorso professionale in quella che è diventata la Polizia ambientale più grande d’Europa, per competenza e struttura».

A capo del Comando Regione Carabinieri Forestale “Lazio” il Generale De Guz lotta contro la deforestazione

Da giugno 2024 guida il Comando Regione Carabinieri Forestale “Lazio”. Quali sono le urgenze? «Oltre alla prevenzione e repressione di illeciti ambientali – come lo sversamento di rifiuti tossici, gli incendi boschivi, la deforestazione e il dissesto idrogeologico, gli inquinamenti, l’abusivismo edilizio – un ambito di intervento importante è il contrasto di traffici illeciti di cuccioli di cani provenienti dall’Est Europa, Ungheria, Romania, Repubblica Ceca, sottratti alle madri prima di compiere tre mesi. È un filone redditizio per la zoomafia, che combattiamo con intercettazioni telefoniche e videosorveglianza. Stipati in portabagagli delle auto in condizioni disastrose, bulldog francesi, barboncini e chihuahua sono spacciati come nati in casa e venduti a prezzi irrisori su piattaforme online, ma tanti muoiono dopo la vendita perché troppo piccoli o malati. Non hanno certificazione sanitaria, microchip e passaporti individuali o hanno documenti falsi. I cuccioli che riusciamo a salvare vengono dati in affidamento. In tutte queste operazioni, posso sempre contare sul contributo qualificato dei miei collaboratori».

Con la Regione Carabinieri Forestale “Lombardia” ha combattuto contro il bracconaggio

Carabinieri della Forestale impegnati nella protezione del territorio

Prima di questo incarico, per 10 anni è stata comandante della Regione Carabinieri Forestale “Lombardia”. Quali esperienze l’hanno particolarmente segnata?

«Cito l’Operazione Pettirosso, finalizzata al contrasto del bracconaggio di specie passeriformi protette: è attuato con il sistema delle reti di uccellagione e degli archetti, che costringono l’animale a una morte cruenta e producono la cattura indiscriminata di esemplari anche di specie rare. E abbiamo contrastato le più moderne strategie di gestione illecita dei rifiuti, mirate a minimizzare i costi di smaltimento e a dare ingenti profitti alle aziende coinvolte: dagli incendi di capannoni dismessi alla gestione dei fanghi da depurazione, spacciati per fertilizzanti in agricoltura, che causano danni difficili da provare in sede processuale. Una falsa economia circolare che reimmette sul mercato materiali non idonei o pericolosi per l’ambiente e la salute, spesso con la complicità di professionisti come ingegneri, commercialisti, esperti ambientali».

Anche la sorella di Simonetta De Guz ama la natura ed è entrata nei Carabinieri

Sua sorella Daniela è nell’Arma come Tenente Colonnello: ha seguito le sue orme?

«Ha 12 anni meno di me e, come me, ama da sempre la natura: condividiamo tanti valori. Osservando il mio lavoro e constatando quanto sia utile adoperarsi a salvaguardia dell’ambiente, ha scelto di intraprendere una strada parallela, dimostrando che la vocazione per il servizio pubblico può essere trasmessa attraverso l’impegno concreto».

Anche il marito di Simonetta De Guz è Carabiniere

Sente di aver sacrificato la vita privata al lavoro?

«Per scelta ho sempre anteposto le esigenze di servizio a quelle personali, facendo qualche rinuncia per le responsabilità connesse agli incarichi, senza però trascurare la sfera affettiva e sociale. Mio marito Marco, essendo un collega, è stato comprensivo e mi ha sempre sostenuta».