Un viaggio sulla superficie di un mare molto più profondo. È così che Virginia Benzisintetizza il suo saggio La scienza delle meraviglie. Come la Fisica può spiegarci la realtà, ora in libreria (Rizzoli). Piemontese di Acqui Terme, 28 anni festeggiati a inizio settembre, una laurea magistrale in Fisica all’università di Genova, sul web e sui social è conosciuta come @quantum_girl: grazie ai suoi shorts di 80 secondi in cui svela i segreti dell’universo a una velocità ipersonica più adatta alla Gen Z che ai boomer, ha superato i 300.000 follower su Instagram e i 10.00 su YouTube e TikTok.
Per Virginia Benzi divulgare la fisica è una missione
E non finisce qui: è ambassador di @generazionestem, la prima community dedicata alle donne nelle discipline scientifiche, nel curriculum ha già un TedX a Vittoria (RG) e un riconoscimento dal Presidente Mattarella, è entrata nei 100 under 30 da tenere d’occhio nel 2024 di Forbes. Dall’11 ottobre è anche su RaiPlay con Gen Q – Generazione Quantum, un programma dedicato alla fisica della quotidianità. Insomma, per Virginia la divulgazione è diventata una vera “mission”.
Dal liceo artistico alla meccanica quantistica, due mondi in apparenza opposti. Com’è passata dall’uno all’altro?
«I miei genitori erano restauratori e per me è stato naturale seguire la loro inclinazione per l’arte quando ho dovuto scegliere le superiori. Ho vissuto l’infanzia circondata dai boschi, dagli animali, dai colori e dai disegni sul cavalletto che facevo con mio padre. Anche se non sono mai stata una studentessa modello – ero un po’ ribelle e non mi interessava molto la scuola – ho iniziato a studiare filosofia e mi sono appassionata alle grandi domande della vita e ai matematici che indagavano le leggi della natura. Ho compreso che per rispondere agli interrogativi che mi ponevo sull’esistenza c’era una materia scientifica che poteva darmi delle risposte: la Fisica. E così mi sono iscritta all’università».
Dopo l’università Virginia Benzi si è lanciata nel mondo dei social
Dica la verità: sotto sotto sarà un genio…
«Tutt’altro! Anzi, con la mia esperienza vorrei testimoniare che chi sceglie queste facoltà non è sempre Einstein. Molti miei compagni di corso partivano dal mio livello e ora fanno dottorati di ricerca. C’è sicuramente gente fortissima, ma oltre al talento ci vuole passione. Tutti abbiamo difficoltà iniziali, non bisogna spaventarsi. Io ho dovuto colmare molte lacune e ho spesso creduto di essere “scema”, perché la Fisica ti mette di fronte ai tuoi limiti. Se avessi avuto basi migliori di matematica, per esempio, sarei stata più creativa, invece ho studiato in modo standard per paura di sbagliare. È paradossale, ma il pensiero critico che nasce da facoltà del genere a volte può essere sopraffatto dall’urgenza di imparare in modo meccanico. Alla fine, ho capito che avevo bisogno di recuperare creatività».
E così ha deciso di lanciarsi nel mondo dei social, di scrivere libri, di divertirsi anche un po’.
«Di certo avevo bisogno di una pausa: nei 5 anni di università non ho avuto sosta! Avevo iniziato a pubblicare alcuni video sui social nell’estate 2022, ma il mio vero progetto, un longform dedicato alla ricerca su YouTube, è andato a rilento perché ho seguito tante iniziative offline. Sono partita con l’idea di portare sui social le news di attualità del mondo della scienza, poi ho aggiunto ai video un po’ di ironia e leggerezza, ma l’obiettivo finale rimane sempre “entrare” nei laboratori universitari per far vedere davvero come lavora uno scienziato».
Aveva già escluso di restare nel mondo accademico?
«Io nel mio cervello vorrei fare tutto! Mi sono presa un anno sabbatico per i progetti di divulgazione, poi si vedrà. Mi interessano anche la fisica medica, la medicina nucleare, chissà magari anche programmare l’Intelligenza Artificiale».
Il saggio di Virginia Benzi è anche per lettori non esperti di fisica
Nel frattempo ha scritto un saggio sulla meccanica quantistica e la cosmologia: è stato impegnativo?
«La parte più complicata è stata trovare una chiave narrativa e non essere tanto tecnica, avevo il timore di non piacere agli addetti ai lavori né ai lettori che non conoscono bene questi argomenti. Quando ho consegnato la prima versione, la mia editor è rimasta scioccata. Mi ha detto: “Non sei tu Virginia, divertiti!”. E ho capito che dovevo recuperare il desiderio che avevo da bambina, quando sognavo di scrivere romanzi fantasy. Alla fine ho lavorato al libro full time da gennaio a giugno, dedicandogli ogni minuto delle mie giornate».
Tra i miti di Virginia Benzi ci sono Licia Troisi, Alessandro Barbero e Margherita Hack
Anche Licia Troisi, la scrittrice di fantasy italiana più conosciuta nel mondo, è specializzata in Fisica. «E infatti è uno dei miei miti! Insieme a Carlo Rovelli e allo storico Alessandro Barbero. Per la comunicazione sui social, invece, mi sono ispirata allo youtuber Barbascura X, per il modo che ha di fare divulgazione unita alla stand-up comedy».
Che riscontri ha avuto sui social? È donna, giovane e si occupa di materie scientifiche: il mix perfetto per gli haters.
«Sì, ricevo tanti complimenti ma anche tante critiche. Pensavo di essere una ragazza forte, invece più vado avanti più faccio fatica a gestire le persone che contestano quello che sto dicendo. Non temo il complottista, ma chi mi giudica dal punto di vista tecnico-scientifico perché condenso un argomento complesso in un minuto. Poi certo, sono giovane, in un anno ho avuto tante opportunità… Ci sta che ci siano delle possibili invidie. Anche se non voglio finire per essere solo un “personaggio” sui social».
Quale pensa sia l’ostacolo principale all’ingresso delle studentesse nelle facoltà scientifiche? «Lavoro con la community di Generazione Stem ed è difficile dare una risposta unica al fatto che le ragazze si iscrivono in massa a Medicina e Biologia ma non prendono in considerazione Matematica o Fisica… Un motivo potrebbe essere la mancanza di rappresentanza femminile e di modelli in queste discipline. Ancora oggi, se mi chiedessero a chi mi ispiro, risponderei alla grande astrofisica Margherita Hack. Ma chissà quante altre bravissime scienziate sono rimaste, o rimangono, ancora in ombra».