Essere empatica sul lavoro è un’arma in più, di cui spesso non teniamo conto. In genere quando cerchi un nuovo impiego o ti trovi immersa in quello che hai già, l’unica preoccupazione che hai è di mostrare le tue competenze e abilità in quel determinato campo. Ma se sicura che questo basti a renderti forte e ad emergere sul posto di lavoro?
Dati scientifici alla mano, essere empatica sul lavoro come nella vita di tutti i giorni ti fa salire un gradino sopra gli altri. Empatia vuol dire rispetto, significa rivolgere lo sguardo verso gli altri e percepire i loro bisogni. Cominci a capire perché essere empatica sul lavoro può essere tanto importante, vero? Ma vediamo nel dettaglio cosa sapere e come mettere a frutto questa grande qualità.
Competenza ed empatia sul lavoro
Empatia è una di quelle parole che spesso allontaniamo come una malattia contagiosa. Cosa che purtroppo si deve all’utilizzo improprio che spesso se ne fa, o meglio che spesso fanno persone che sono lontane anni luce da questo concetto.
Essere empatica è un criterio di valutazione anche sul lavoro. Non ci avevi pensato, eh? C’è un interessante studio che ha analizzato proprio questo tema, condotto nella prestigiosa Università di Harvard. I tre psicologi Amy Cuddy, Susan Kiske e Peter Glick hanno studiato per oltre 15 anni il fenomeno della “prima impressione”.
Non è la prima impressione quella che conta? Secondo gli studiosi di Harvard conta, eccome. Anzi le domande che la gran parte delle persone si pongono dopo aver conosciuto qualcuno sono “posso fidarmi di questa persona?” e “posso rispettare questa persona?”.
Di fatto essere empatica ti porta a dare un’ottima prima impressione agli altri, a chiunque ti abbia appena conosciuto o incrociato. Quindi anche al capo e ai colleghi sul luogo di lavoro. Conta la competenza, ma l’empatia ha il suo peso. Più di quanto immagini.
La prima impressione conta (eccome)
Dice la scienza che a volte bastano appena tre secondi per farsi l’idea di una persona. Superficiale? Non tanto, visto che in effetti la prima impressione può essere determinante nella percezione che hanno gli altri su di te. Ognuna di noi ha il proprio carattere, su questo non c’è alcun dubbio. E nessuno ti sta dicendo che devi modificarlo o cercare di apparire diversa da come sei.
Essere empatica, però, in sede di colloquio o di lavoro è una marcia in più per catturare l’attenzione del capo o dei colleghi. La competenza conta, questo è naturale. Se ti presenti a un colloquio di lavoro e dimostri di non capirci niente non puoi di certo aspettarti di superarlo con la sola empatia. Ma se alla competenza unisci la capacità di metterti nei panni degli altri e, soprattutto, trasmetti fiducia alla persone che hai davanti, al 99% il posto è tuo.
Capita spesso di vedere persone che anziché dimostrare empatia provano in tutti i modi ad emergere, cercando di far vedere quanto sono brave. Con l’unico risultato di sembrare più scontrose e inavvicinabili. Devi essere empatica e non presuntuosa. E stai certa che questo ti farà apparire come una persona a cui dare fiducia, oltre che da ammirare.
Essere empatica significa preoccuparsi degli altri
Fiducia reciproca, spirito di collaborazione, lavoro di squadra. Indipendentemente dal tipo di lavoro, sia che si tratti di vendita al dettaglio che di un impiego in ufficio, in un’azienda o una startup, essere empatica ti aprirà più porte di quanto pensi. Anzi, sarai un valore aggiunto sul lavoro proprio perché grazie a te può cambiare la prospettiva all’interno di quell’ambiente.
Ma di fatto in cosa si traduce questo fantomatico essere empatica? Tanto per cominciare l’empatia ti porta ad approcciarti agli altri in modo sincero e compassionevole. Pensi a come stanno i tuoi colleghi, se gli sia successo qualcosa che potrebbe turbarli. Anche in rapporto ai clienti la persona empatica si riconosce subito. Ad esempio se una persona, verso la quale ti sei posta con gentilezza, ti risponde male o in modo nervoso l’essere empatica ti porta immediatamente a riconoscere il dolore dietro quella che all’apparenza è pura e semplice maleducazione.
Essere empatica e quindi anteporre i bisogni e le esigenze delle persone alle scadenze o all’aspetto puramente materiale del lavoro, ti offre una consapevolezza di ciò che ti circonda che gli altri non possiedono. E il tuo comportamento, anche inconsciamente, può essere d’ispirazione per chi ti sta intorno e nel tempo può anche migliorare il luogo di lavoro.
L’empatia sul lavoro ti rende un ottimo leader
Essere empatica sul posto di lavoro è una caratteristica che va a braccetto con le prestazioni lavorative. Sì, hai capito bene. Se lavori in un ufficio dove hai un capo e dei dipendenti tuoi subordinati, la tua capacità di mostrare empatia nei loro confronti ti fa apparire altamente performante. Non che tu non lo sia già, ma questa predisposizione nei confronti degli altri ti rende agli occhi di tutti non solo una brava lavoratrice, ma anche un ottimo leader.
Lo dimostrano gli studi: i manager che esercitano una leadership empatica vengono visti dal capo o dai capi come migliori performer. E quei manager che sono valutati come empatici dai propri subordinati, vengono puntualmente valutati anche come altamente performanti dal proprio capo. Un cane che si morde la coda, ma in senso più che positivo!
Empatia non è sinonimo di simpatia
Empatia fa rima son simpatia, ma le due cose sono estremamente diverse. Ribadire questa distinzione è utile, anche perché di fatto spesso si tente a fare un po’ di confusione tra i due termini (parecchio simili).
L’empatia è la capacità di percepire e relazionarsi con i pensieri, le emozioni o il vissuto degli altri. Le persone dotate di alti livelli di empatia sono abili nel comprendere una situazione dal punto di vista di un’altra persona e reagire con compassione. Sul posto di lavoro questo si traduce nel fatto che essere empatica ti consente di stabilire delle connessioni profonde con chi ti circonda, migliorando nettamente la qualità delle relazioni e delle prestazioni.
La simpatia è una caratteristica altrettanto positiva, ma non raggiunge la profondità dell’empatia. Fondamentalmente essere simpatica ti porta a relazionarti con le persone verso cui provi un’istintiva attrazione emotiva. C’è una affinità di sentimenti ed emozioni, ma questo non ti mette nelle condizioni di metterti nei panni di qualcun altro o di sperimentare le sue emozioni, come se fossero tue.
Empatica si nasce o si diventa?
Ci sono persone naturalmente più empatiche di altre, che quindi possiedono questa dote in maniera del tutto innata e spontanea. Vuoi per esperienza, vuoi per carattere e personalità. L’indole di una persona influisce molto sulla sua capacità di essere empatica, nella vita di tutti i giorni come sul lavoro.
Se non credi di essere empatica, ci sono buone notizie per te. L’empatia è qualcosa che possiamo coltivare giorno per giorno, affinando la capacità di immedesimarci negli altri e comprenderli fino in fondo. Sul posto di lavoro, anzi, possono essere messe in atto delle pratiche che aiutano a incrementare i livelli di empatia di impiegati e leader. In molte aziende vengono sviluppati dei percorsi formativi veri e propri che possano aiutare i manager a migliorare le loro capacità di empatia.
Come si fa? Innanzitutto parlandone, un primo passo importante per centrare un punto che spesso viene tralasciato perché ritenuto di poca importanza. Essere empatica, del resto, come abbiamo visto migliore le tue performance e la percezione che gli altri hanno di te. E questo potrebbe spianarti la strada per la leadership all’interno del posto di lavoro.
Da un punto di vista più pragmatico esistono anche degli esercizi molto utili a sviluppare l’empatia, come ad esempio le tecniche di ascolto. Piccoli “trucchi” che ti consentono di capire meglio gli altri e percepire ciò che provano. Tutto questo si traduce in una maggiore capacità di mettersi nei loro panni e in una approfondita riflessione sull’importanza della compassione nelle relazioni umane, private o lavorative che siano.
Essere empatica sul lavoro genera interesse e apprezzamento da parte degli altri e apre la strada verso rapporti professionali più produttivi.