Le parole sono importanti, a maggior ragione negli annunci di lavoro. Segnalare la ricerca di un impiegato, un addetto, un dirigente, declinando il nome al maschile, di fatto scoraggia le donne in cerca di un impiego a candidarsi per la posizione. A notarlo è stato uno studio tedesco, ad opera dell’Institute for Employment Research. Questo fenomeno è evidente principalmente nelle discipline stem, per le quali la maggior parte delle descrizioni dei posti di lavoro utilizzava termini maschili, e non a caso il gender gap è evidente. Va da sé che se l’ostacolo viene posto in partenza, la rappresentanza femminile in queste mansioni sarà sempre esigua e lo stereotipo di genere non verrà mai abbattuto.
Stereotipi e linguaggio
«Gli stereotipi di genere negli annunci di lavoro possono portare a un pregiudizio di autoselezione, portando le donne a scegliere di non candidarsi per questi lavori anche se soddisfano i requisiti a causa della percezione di non essere adatte», è stato rimarcato nel report tedesco. Anche gli aggettivi che indicano le caratteristiche richieste sono spesso declinati al maschile, dando la percezione all’altro sesso di essere tenuto in considerazione per il ruolo. Lo stereotipo maschile potrebbe inoltre portare a un pregiudizio da parte dell’azienda durante la selezione, con le donne valutate a priori come meno competenti o non adatte all’incarico.
Lavori «da uomini» e «da donne»
Lo studio ha notato un pattern negli annunci esplicitamente rivolti alle donne, e quelli che usavano un linguaggio declinato al maschile. Per tutte le posizioni riguardanti l’ambito della sanità e dei servizi sociali si fa spesso ricorso al femminile, mentre per quelle dirigenziali in qualsiasi campo si opta generalmente per il maschile. Quanto avviene è in linea con una convinzione, atavica e ben radicata, secondo la quale le donne sarebbero più portate per funzioni di accudimento (communal) mentre gli uomini per il processo decisionale (agentic). Ci sono tutta una serie di termini che si riferiscono in maniera diretta all’una o all’altra categoria e lo studio dell’Institute for Employment Research ha analizzato la loro presenza negli annunci di lavoro. Secondo il parere degli esperti, associare queste parole a un genere o all’altro è più problematico della presenza degli stessi negli annunci di lavoro.
Cosa fare per aggirare l’ostacolo?
Aggirare l’ostacolo e utilizzare un linguaggio neutro è possibile. Come è noto, parte del problema risiede nel fatto che in italiano, come in altre lingue, è previsto l’uso del maschile sovraesteso. Per ovviare al problema, quando una parola non è strettamente necessaria si potrebbe trovare una perifrasi. Oppure, se questo non è possibile, una soluzione è quella di usare schwa o asterischi per sottolineare l’apertura a entrambi i generi. Ma anche i candidati dovranno fare la loro parte se si vuole che uomini e donne siano ugualmente rappresentati sul luogo di lavoro. Questo può essere fatto, segnalano i ricercatori, non temendo di farsi avanti anche se l’annuncio sembra rivolto esclusivamente all’altro sesso.