«In questo momento, c’è una scuola di Alba in visita con la preside: stanno sperimentando una web radio e sono qui da noi per capire come lavoriamo. Ci vengono a trovare istituti di tutta Italia, dalle elementari alle superiori, in uscita didattica. Perché il mondo radiofonico desta da sempre grande curiosità e in tanti ci chiedono da che porta si entra». Marta Suraci, responsabile marketing e comunicazione del Gruppo RTL (che raggiunge 8.284.000 ascoltatori nel giorno medio, con RTL 102.5 che nel primo semestre di quest’anno si è confermata la prima radiovisione d’Italia), va dritta al punto: si capisce subito che il progetto Open Radio Day le sta molto a cuore. Per partecipare, basta compilare un format sul sito rtl.it: ricevono centinaia di richieste alla settimana.
L’organizzazione di RTL 102.5
«Gli studenti restano sempre stupiti quando scoprono che quello che ascoltano o vedono (in tv sul canale 736 di Sky, 36 del digitale terrestre, 136 di tivùsat, ndr) è solo la punta dell’iceberg» racconta Suraci. «Dietro ci sono 300 persone che lavorano tra la sede di Milano e quella di Roma. Siamo strutturati come un’azienda: oltre alle sale registrazioni, dove gli speaker vanno on air, e il reparto tecnico, abbiamo gli uffici marketing e commerciali, l’amministrazione, l’ufficio del personale e una concessionaria interna di pubblicità. I collaboratori esterni sono pochissimi».
In radio lavorano speaker giovanissimi
Il successo del settore radio in Italia – che, secondo i dati di RadioTER, nel primo semestre 2023 ha complessivamente aumentato gli ascoltatori medi giornalieri dell’8,8% rispetto allo stesso periodo del 2022 – si fonda anche sulle voci dei conduttori, che sono un appuntamento fisso quotidiano per tanti ascoltatori e a cui ci si affeziona come se fossero degli amici. A RTL ne sono consapevoli, tanto da aver creato Radio Zeta (radiozeta.it), emittente che fa parte del gruppo insieme a Radiofreccia (radiofreccia.it): gli speaker sono giovanissimi, tra 18 e 20 anni, ed è come una scuola di formazione per le future voci di RTL 102.5.
Lavorare in radio: l’esperienza di Enrico Galletti
«Radio Zeta è la nostra “sorellina”» dice Enrico Galletti, 23 anni. La storia del suo percorso fa ben sperare i ragazzi che vogliono fare questo mestiere. «Sono stato invitato come ospite durante la trasmissione domenicale di RTL 102.5 L’indignato speciale (di cui oggi è uno dei conduttori, ndr) per raccontare cosa pensavo dell’alternanza scuola-lavoro, in seguito a un mio articolo uscito sul Corriere della Sera con cui collaboro. Dopo la puntata, ho ricevuto una chiamata dal conduttore: è così che Lorenzo Suraci, patron del Gruppo RTL, mi ha proposto di lavorare per lui. Ero già giornalista pubblicista, ma non avevo mai lavorato per un’emittente radiofonica. Sono seguiti uno stage in redazione, il praticantato per diventare professionista e l’assunzione». Oggi Galletti è vicecaposervizio e, oltre a L’indignato speciale, durante la settimana conduce Non Stop News, dalle 6 alle 9. La sua voce è amichevole, senza accenti forti. «Ho corretto la “e” aperta, tipica di Cremona dove sono nato, ma sono passati i tempi in cui bisognava parlare in modo impostato o seguire un corso di dizione. Nella radio di oggi servono voci con personalità, non artificiali. Il mio approccio con il microfono non è stato facile, però il fascino di questo mestiere ha prevalso sui timori. So di avere una grande responsabilità nel parlare in diretta a milioni di persone».
Come si diventa uno speaker radiofonico?
La strada ideale per diventare speaker resta la più semplice: passione e tanta pratica. «La tecnologia aiuta e diventa un acceleratore di talenti e traguardi. Basta comprare un microfono e un paio di cuffie per registrare anche a casa e aprire un canale proprio, come vetrina personale. Se hai capacità, qualcuno ti noterà di sicuro» aggiunge Galletti. Il mestiere di speaker richiede esperienza, tempi da rispettare, capacità di improvvisazione. Bisogna stare sul pezzo e conoscere bene i social media. Come in ogni azienda, anche a RTL arrivano tanti curricula via e-mail. «Li leggiamo tutti, rispondiamo e i più interessanti li accantoniamo per esigenze future. Spesso ci vuole anche un pizzico di fortuna nell’inviarlo al momento giusto, quando c’è una reale esigenza di personale. Di recente, per esempio, abbiamo assunto un’addetta stampa che si era proposta inviandoci il suo c.v. A chi lavora con noi nel settore comunicazione e marketing richiediamo sempre un minimo di conoscenza musicale. Organizziamo e partecipiamo a tanti eventi, come X Factor, e il più delle volte sono in orari serali. Questo non significa lavorare 24 ore su 24, ma è richiesta una certa flessibilità» continua Suraci.
Lavorare in radio: cogliere le opportunità
La ricerca di personale può prendere strade diverse in base alla figura richiesta. È il caso di professionisti dal taglio più tecnico, come gli sviluppatori che si occupano del sito web: in questi casi, di solito, la selezione passa attraverso annunci pubblicati su LinkedIn. «Gli atenei sono linfa vitale per noi e ci contattano spesso per partecipare a incontri o tenere lezioni sul nostro mestiere. Noi facciamo il possibile per raccontarci e lanciare il messaggio che le emittenti radio non sono luoghi inaccessibili, ma offrono tante opportunità. Bisogna solo saperle cercare ed essere abili a coglierle». Tra le sinergie più recenti, quella con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, che quest’anno compie 800 anni, ma anche con gli studenti di Comunicazione degli atenei romani La Sapienza e Luiss e dell’Università di Teramo, protagonisti di un laboratorio radiofonico condotto in collaborazione con OnAirport, la nuova postazione di RTL 102.5 al terminal 1 dell’aeroporto di Fiumicino.