“Siamo tutti segretari”, dice il Financial Times. In un editoriale firmato da Sarah O’Connor sul prestigioso quotidiano britannico, si parla del cosiddetto “lavoro ombra”, cioè della redistribuzione delle mansioni prima affidate al personale di supporto a tutti i lavoratori. Sempre più aziende infatti sono passate a un modello “self-service” in cui i singoli dipendenti devono organizzare da soli cose come viaggi, risorse umane, spese e approvvigionamento. Le realtà che scelgono questo sistema sostengono di risparmiare denaro e di “responsabilizzare” così i lavoratori.

Il “lavoro ombra”

Craig Lambert nel suo libro “Il lavoro ombra. Tutti i lavori che fate (gratis) senza nemmeno saperlo” parla di una tendenza in forte ascesa nel mondo del lavoro. Si tratta di attività che gravano “come doveri delle persone senza il loro consenso e talvolta anche senza la loro consapevolezza”.

Lavoro ombra, le cose che fai in ufficio (ma non ti vengono pagate)

I punti deboli del modello

Secondo i critici, questo modello attribuisce più compiti a persone il cui tempo sarebbe meglio speso nel lavoro per cui sono stati assunti. I risparmi derivanti dalla riduzione del personale di supporto sono facili da calcolare mentre i costi della perdita di produttività nel resto della forza lavoro sono difficili da misurare.

L’isolamento sociale

Il lavoro ombra può avere i suoi vantaggi come il risparmio di tempo e una maggiore autonomia di organizzazione. Ma il modello tende ad allargarsi anche al di fuori dell’orario lavorativo. L’automazione infatti ha tolto il lavoro retribuito agli esseri umani e, al tempo stesso, ha aumentato la quantità di lavoro ombra che devono svolgere, trasferendo molti compiti dai dipendenti ai consumatori. Oggi non siamo solo i commessi del nostro supermercato, ma anche i nostri agenti di viaggio e impiegati del check-in all’aeroporto, i nostri segretari e benzinai, fa notare Lambert. E questo porta a isolarci anche socialmente. Ogni scambio tra un cliente e un cassiere, un impiegato di banca e un correntista, “serve da collante per tenere insieme un quartiere o una città”.

Il supporto dell’intelligenza artificiale

Il nuovo interrogativo sulla questione ora riguarda l’intelligenza artificiale. Essa potrà alleggerire il carico di lavoro ombra? Sia Microsoft che Google stanno sviluppando strumenti che promettono di consentire alle persone di “concentrarsi maggiormente sul compito da svolgere”, come afferma Microsoft. Un dispositivo scriverà i verbali durante le riunioni, ad esempio, o permetterà di redigere le note spese al tuo posto. Bisogna però stabilire i confini di questo supporto affinché l’intelligenza artificiale aiuti il professionista ma non lo sostituisca.

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