Tutti noi abbiamo in mente la figura dell’agente assicurativo che vende polizze auto o sanitarie. Ma oggi, in questo campo, c’è una nuova figura che lavora con le aziende. È il broker assicurativo, un consulente che calcola il rischio di una società: per una fabbrica, per esempio, quello di avere incidenti o incendi. Per una azienda chimica la possibilità di inquinare. Sulla base di questi conti il broker elabora un piano assicurativo personalizzato e, valutando le polizze di varie compagnie, sceglie la migliore. È quindi una professione particolarmente complessa che richiede un’elevata competenza tecnica e una grande conoscenza del mercato delle assicurazioni.
All’estero questa figura ha una lunga tradizione. «E infatti si tratta di una professione in costante crescita, con prospettive molto interessanti» dice Enrico Boglione, presidente dell’Aiba, l’Associazione italiana dei broker di assicurazione e riassicurazione (tel. 068412641, www.aiba.it). Anche in Italia, negli ultimi due o tre anni, sempre più aziende si sono avvalse di questo nuovo esperto: nel 2003 i broker hanno gestito il 13,6 per cento dell’intero mercato assicurativo.
Per cominciare è necessario sostenere un esame di idoneità organizzato dall’Isvap (Istituto superiore di vigilanza sulle assicurazioni private, tel. 06421331, www.isvap.it). L’esame, scritto e orale, avviene una volta all’anno a Roma e può essere sostenuto anche da chi ha solo un diploma. Ovviamente, poiché si tratta di una prova difficile e molto tecnica (vengono chieste nozioni di economia, giurisprudenza, valutazione dei rischi e così via), una laurea in uno di questi campi aiuta. Non solo: poiché il mercato richiede personale altamente qualificato, l’Aiba ha creato l’Accademia di brokeraggio assicurativo che propone un master aperto a tutti: ha l’obiettivo di creare professionisti competenti e specializzati nell’analisi, nella gestione, nel trattamento dei rischi e nelle relative coperture. I corsi sono annuali: non si sa ancora quando cominceranno i prossimi, ma le date saranno comunque pubblicate il prima possibile sul sito dell’Aiba.
Una volta superato l’esame il broker può aprire uno studio e fare il libero professionista. I guadagni variano a seconda della sua abilità: questo professionista infatti percepisce una provvigione dalla compagnia sui premi che gestisce, che può variare dal 15 al 20 per cento. In alternativa c’è la possibilità di lavorare in una delle società di brokeraggio presenti sul mercato: qui i contratti sono quelli del commercio. La paga minima, per chi incomincia, è di circa 1.000 euro al mese.