Stilisti, sarti, disegnatori, certo. Ma anche visual merchandiser, personal shopper e, soprattutto, nuove figure legate al controllo della qualità e alla sostenibilità ambientale. Sono i nuovi lavori nella moda. Si chiamano Sustainability specialist fashion, Environmental reporting coordinator, Quality control manager. Tutte qualifiche in inglese, anche perché in Italia professionisti di questo tipo si fa ancora fatica a trovarne. E così, per i giovani appassionati di moda, si aprono interessanti opportunità di lavoro. La sostenibilità è il fil rouge che unisce i nuovi lavori più richiesti nel fashion system, rileva l’agenzia Assolavoro DataLab, ma in un caso su due non si riesce a reperire personale. Anche per questo motivo la scuola Polimoda di Firenze ha istituito un master in Sustainable fashion design.
Se è vero che nel settore tessile e dell’abbigliamento da qui al 2027 serviranno tra i 63.000 e i 94.000 occupati, ed è una buona notizia, la domanda di lavoro delle imprese sarà sempre più orientata alla ricerca di competenze specifiche per gestire la transizione ecologica, dall’approvvigionamento di materie prime etiche al controllo del fine ciclo, con una serie di attività connesse alla raccolta dati e alla corretta comunicazione al pubblico.
I nuovi lavori della moda: Makecampus di Cetona
Le sfide sono tante e tutte importanti. Sarà necessario rinnovarsi per andare avanti, ma anche recuperare un contatto con le proprie radici. Nel caso dell’Accademia di Alta Formazione di Moda, Design e Marketing Makecampus, a Cetona, in provincia di Siena, si tratta anche di radici vere. «A disposizione dei nostri ragazzi c’è un orto dove possono praticare l’arte della pazienza e dell’attesa, che sono necessarie anche in questo lavoro» racconta Simona Lombardi, imprenditrice alla guida della Fondazione Antonio Lombardi Onlus con cui, nel 2018, ha dato vita a un’accademia del tessile che ha lo scopo di riscoprire la bellezza della manualità.
«Il nostro approccio è artigianale, mette al centro il prodotto e il saper fare. Non è un caso che la nostra sede sia in Toscana, storicamente culla del Made in Italy in questo settore. I 14 allievi che ogni anno arrivano qui da tutte le regioni d’Italia e dall’estero, grazie a borse di studio, passano 9 mesi in un campus in stile americano quasi in mezzo al nulla (Cetona è un borgo medievale di 3.000 abitanti, ndr). Eppure, immersi in un’atmosfera antica, creano collezioni e (re)imparano un know-how che passa dalla scelta dei tessuti alla realizzazione di cartamodelli e menabò: conoscenze pratiche che hanno reso celebre il nostro prêt-à-porter e che, se prima venivano tramandate dalle sarte nei laboratori, oggi rischiamo di perdere».
I nuovi lavori nella moda: conoscere il settore dalla A alla Z
Nonostante la passione, Simona Lombardi non è figlia d’arte né di artigiani. La sua famiglia è impegnata nel settore del lavoro interinale e, certamente, anche questo aiuta ad avere le idee chiare sulle reali possibilità nel mondo della moda attuale. «La maggior parte dei nostri iscritti trova lavoro subito, prima con stage e poi a tempo indeterminato» sottolinea. «E questo perché noi insegniamo un mestiere concreto, fatto di lavoro dietro le quinte, che – anche se spesso viene percepito come noioso e faticoso – non va considerato da meno, anzi. Se tutti s’iscrivessero alle accademie di moda per diventare stilisti poi non ci sarebbe posto per tutti. Invece, conoscere bene ogni meccanismo del settore aiuta a spendersi in ruoli molto diversi tra loro».
I nuovi lavori della moda hanno a che fare con la filiera produttiva
Anche per questo esistono corsi di tutti i tipi, tradizionali e non: dal Master in Borse e calzature dell’Accademia Iuad di Napoli e Milano a quello di Fashion start-up dell’Istituto Marangoni di Milano. La pensa come Simona Lombardi anche Michele Corradini, course leader del triennio in Fashion design di Naba – Nuova Accademia di Belle Arti a Milano. «Le professioni del futuro sono quelle che intervengono sulla filiera produttiva, per ripensarla e ristrutturarla, guardando al design nell’ottica di una visione di sistema-prodotto che pensa in modo innovativo all’impatto socio-culturale e sostenibile dell’industria della moda». Proprio per questo NABA si appresta a inaugurare un nuovo triennio in Fashion marketing management, «che ha come obiettivo fornire le conoscenze necessarie per operare con successo nel settore della moda, integrando principi di marketing e comprensione del mercato, pianificazione strategica, gestione del brand e un approccio in linea con le tendenze globali di mercato legate a e-commerce, digital marketing e gestione del retail».
Il mestiere del Fashion visual merchandiser
In quest’ottica, un ruolo che attrae diversi giovani e offre discrete possibilità, anche se non propriamente nuovissimo, è quello del Fashion visual merchandiser: un professionista che coniuga «sensibilità estetica, occhio critico e buon gusto a conoscenze e strategie di marketing, per allestire al meglio aree commerciali e vetrine. A mia nonna, per farla facile, ho detto che allestisco i negozi per invogliare la gente a comprare, ma lo scopo è anche creare un’esperienza visiva immersiva per il cliente» spiega Andrea Salaris, che – tra Londra, Medioriente e, oggi, Parigi – lavora da anni per grandi marchi della moda quali Emporio Armani, Ferragamo e Givenchy.
La sua gratificazione più grande finora? «Aver collaborato con il mio idolo John Galliano». Il pallino per la moda e per il bello Andrea l’ha sempre avuto: «Da piccolo, m’incantavo a guardare Donna sotto le stelle in tv». A proposito di televisione, che cosa ne pensa della rappresentazione che la serie Emily in Paris fa dell’ambiente super griffato della moda, a Parigi? «Di vero c’è che l’ambiente è estremamente stimolante e divertente come nello show. Di meno vero c’è che i problemi non si risolvono così facilmente, con una telefonata o delle stories su Instagram. Né ci vestiamo tutti i giorni haute couture!».
L’armocromista è tra i lavori della moda più richiesti
Altre figure professionali molto ambite per quanto riguarda i nuovi lavori nella moda sono l’armocromista, il consulente d’immagine, il personal shopper. Nel suo studio VirgoImage a Milano Angela Bianchi le incarna tutte e tre. «Dopo la laurea in Relazioni pubbliche mi sono avvicinata al mondo dei colori, che sono una mia passione da sempre. Già nel 2010 ho iniziato a farne un lavoro, anche se all’epoca di armocromia non si parlava certo come adesso. Oggi questa disciplina è molto conosciuta e popolare e viene sfruttata in diversi ambiti, dall’abbigliamento all’arredo, al team building.
Mi è capitato di creare anche diversi eventi aziendali che avevano il colore come protagonista: non solo da un punto di vista estetico, ma anche emozionale. Il colore, infatti, è uno strumento ideale per comunicare» spiega. Dopo essersi diplomata all’Accademia del Lusso a Milano, ha seguito altri corsi di specializzazione, anche a Los Angeles. In Italia le occasioni di formazione non mancano, «ma un’esperienza anche breve all’estero, laddove possibile, è sempre consigliata».
Scuole e corsi
Accademia Iuad, con sedi a Napoli e Milano, propone master tradizionali in Borse e Calzature, ma anche l’innovativo Disegno tecnico per la moda 3D (accademiamoda.it).
Makecampus, Accademia di Alta Formazione di Moda e Design, in provincia di Siena, ha piani di studio dedicati a tutte le fasi di progettazione e sviluppo, compresi Marketing e comunicazione e Circular fashion design (makecampus.it).
Naba – Nuova Accademia di Belle Arti, con sedi a Roma e Milano, ha corsi di laurea in Fashion and costume design, un master in Sneaker design e quest’anno dà il via al triennio in Fashion marketing management (naba.it).
Polimoda di Firenze affianca al master in Creative direction quello in Sustainable fashion design (polimoda.com).
Accademia del Lusso di Milano ha corsi per Tecnici modellisti, di Collezione e confezione. E permette di specializzarsi in Image consulting e Armocromia (accademiadellusso.com).
Istituto Marangoni, oltre ai più classici Fashion styling & creative direction, propone il corso breve in Social media for fashion (istitutomarangoni.com).