Se dovessimo ispirarci a un romanzo o a un film, Monia Ricci sarebbe sicuramente La ragazza del treno. Niente atmosfere da thriller, per carità, ma un destino che ha “viaggiato” sempre su convogli e rotaie. Romana, un talento per studio e teoremi, dal 2022 è Responsabile Produzione Alta Velocità.

Per dirla in parole semplici, si occupa di tutto quello che riguarda questi importantissimi mezzi, dall’assunzione alla formazione del personale fino alla cura di tutti quei dettagli che “coccolano” i passeggeri. Prima donna a ricoprire questo ruolo, guida un gruppo di 2.500 risorse e ha un occhio di riguardo per la parità di genere. Ripete spesso le parole “persone” e “qualità”: «Se non lavorassi con passione non avrei mai buoni risultati».

Intervista a Monia Ricci

Dottoressa Ricci, ci racconta il suo percorso?

«Sin dalle elementari sognavo di diventare insegnante di matematica: i numeri mi affascinavano e mi sembravano la chiave perfetta per scoprire e spiegare la realtà che ci circonda. Così ho frequentato il liceo Scientifico e mi sono laureata in Matematica. Il mio piano prevedeva poi di frequentare la Siss, l’allora Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario. Mi vedevo già in cattedra in una scuola, ma il mondo dei treni ha cambiato tutto…».

Che cosa significa? Com’è arrivata in Trenitalia?

«La colpa è di mio papà (e scoppia a ridere, ndr). Faceva il macchinista: sono cresciuta con i suoi racconti e mi ha trasmesso l’amore per questo settore, così come io lo sto trasmettendo ai miei figli, che sanno tutto del mondo delle ferrovie. Il destino ha voluto che mi laureassi nel 2003, l’anno in cui mio padre è andato in pensione. Volevo appunto specializzarmi alla Siss, ma sentivo forte anche il richiamo al mondo del lavoro. Così ho iniziato come capotreno con un contratto part-time pensando di conciliare studio e impiego. Ma nel giro di poco tempo mi hanno assunta a tempo pieno e i treni hanno vinto sulla matematica».

Ci racconta una sua giornata tipo?

«Non c’è! La nostra è una quotidianità molto intensa e parlo al plurale perché siamo una squadra, con il telefono acceso 24 ore su 24 per affrontare le sfide che si presentano. Io e i miei collaboratori ci occupiamo quotidianamente di gestire la circolazione dei treni Alta Velocità su tutto il territorio nazionale e ogni giorno è speciale, ricco di esperienze, problematiche da risolvere, spaccati di vita tali da renderlo unico e irripetibile. Viviamo situazioni coinvolgenti, la nostra agenda cambia spessissimo e non ci annoiamo mai. Comunque cerco di ritagliarmi ogni giorno dei momenti per parlare con i miei collaboratori: mi piace ascoltare le loro idee e le loro esigenze».

Dalla laurea in Matematica all’attuale incarico, si è sempre mossa in mondi “maschili”: come definirebbe in un aggettivo questa sfida?

«Direi impegnativa perché sul fronte della parità abbiamo ancora molto da fare. Avremo vinto quando non si parlerà più a gran voce numeri e percentuali. È fondamentale promuovere un’educazione al cambiamento, a partire dalle famiglie e dagli ambienti scolastici. Personalmente, penso che sia sempre fondamentale la collaborazione con l’altro sesso: insomma, bisogna compiere questo percorso al fianco di uomini intelligenti che credano per primi nella parità e nella condivisione dei ruoli, a casa e in ufficio».

Come si vincono i pregiudizi che ammantano ancora certe professioni al femminile?

«Con le competenze e l’esperienza. Queste barriere si incontrano soprattutto all’inizio dove serve una dose in più di grinta, ottimismo e pazienza. Già, al lavoro applico proprio quella stessa virtù che uso con i miei figli maschi di 11 e 14 anni. In fondo, fare la mamma è il lavoro più difficile del mondo e le skills che acquisiamo in questo ruolo sono davvero preziose, come la pazienza appunto, l’organizzazione e l’empatia».

Parliamo del Gruppo FS: avete previsto un grande investimento per aumentare la presenza femminile in azienda. Che cosa avete in programma di fare?

«Il Gruppo FS ha lanciato il progetto WIM – Women in Motion, il cui obiettivo è promuovere la carriera delle donne nelle aree tecniche del Gruppo FS e, più in generale, nei settori lavorativi con una presenza prevalentemente maschile. WIM è un percorso di orientamento iniziato nel 2017 per gli alunni di scuole medie, superiori e università. Oltre 100 donne del Gruppo FS, impegnate nelle aree tecniche hanno aderito al progetto, diventando mentor per le studentesse e gli studenti. A oggi in Frecciarossa registriamo un aumento delle assunzioni di personale femminile nei ruoli tecnici, come per esempio nel ruolo di agente di condotta di un treno e in due anni il numero delle macchiniste è raddoppiato. Ora abbiamo anche la prima istruttrice all’opera».

Invece, avete già raggiunto una parità di genere per le capotreno: ci racconta questa conquista?

«Anche in questo caso, il lavoro nelle scuole è stato importantissimo perché l’educazione è il primo passo da compiere. Abbiamo poi affiancato un altro tassello cruciale: la formazione, con tanti corsi pensati su misura per le donne. Io stessa stimolo ogni giorno le nostre risorse a mettersi in gioco, a sentirsi realizzate e soddisfatte. Infine, abbiamo organizzato anche dei corsi di autodifesa per il personale perché la sicurezza non va mai dimenticata».

Quali sono le sfide per il futuro?

«Vogliamo concentrarci sulla qualità del lavoro. Lo scopo? Persone felici del loro impiego e delle loro responsabilità, che quindi ci mettono entusiasmo e produttività. Per questo, dedico molto tempo al dialogo e al confronto con tutti per capi- re eventuali criticità e risolverle».