La App18 così com’è sparirà, ma non sarà del tutto cancellata. La parola d’ordine, infatti, è revisione: il bonus riservato ai 18enni per acquistare libri, biglietti di teatri, musica e altri prodotti multimediali, cambierà per volontà del Governo Meloni.
Un emendamento alla manovra finanziaria, voluto dalla stessa maggioranza, prevede una serie di modifiche. Vediamo quali.
La App18 sparisce? No, sarà cambiata
Nessuna abolizione, dunque, per la App18. Di sicuro, però, l’incentivo per l’acquisto di prodotti musicali (al momento su libri, ma anche musica e spettacoli) avrà una platea di beneficiari molto più ridotta per il bonus introdotto nel 2016 dall’allora premier Matteo Renzi e che consiste in un voucher da 500 euro. Sono previsti, infatti, due requisiti di accesso specifici. Non sarà per tutti i 18enni, dunque, ma solo per chi rispetta i criteri, che sono di redditi e merito scolastico.
I nuovi requisiti sono reddito e voti scolastici
Il Governo Meloni ha previsto che possano ottenere il voucher solo i 18enni che hanno un Isee familiare fino a 35mila euro o che all’esame di maturità abbiano ottenuto una votazione di 100/100. Non cambierà, invece, il sistema di erogazione dell’importo da 500 euro con una card o app digitale, attivabile da una piattaforma (che deve essere ancora indicata). Ma non si tratta dell’unica novità, perché la cifra di 500 euro potrebbe essere raddoppiata nel caso in cui si possiedano entrambi i requisiti (ferma restando la verifica sulle risorse disponibili).
Infine, si ipotizzano possibili sanzioni per gli esercenti che dovessero prestarsi a eventuali truffe o accordi per utilizzare il contributo a scopi diversi da quelli per i quali è stato istituito.
Cos’è la Carta cultura? Ecco il nuovo bonus
Al posto della App18 arriverà quindi un bonus cultura (di cui non si conosce ancora il nome definitivo che potrebbe essere Carta G o Carta cultura): si tratta di un incentivo che ha lo stesso scopo, ossia incentivare gli acquisti di prodotti culturali, ma superando alcune criticità della misura precedente. Il valore, dunque, rimarrebbe identico così come i fondi per sostenerlo, pari a 230 milioni, come auspicato da Forza Italia, che parla di una «misura analoga e sostitutiva».
Con quali criteri si potrà accedere a 18App? Servirà l’Isee
L’obiettivo è di restringere la platea dei destinatari, cambiando i requisiti di accesso: non più per tutti i 18enni, ma in base al reddito e in particolare all’Isee, in modo da «escludere persone appartenenti a famiglie con redditi elevati», ha spiegato il ministro Sangiuliano. «Sarà fatta una nuova carta con criteri più trasparenti ed equi» che sarà legata all’Isee, indicato in una soglia massima di 35mila euro.
Perché 18App cambia? Evitare le truffe
Il nodo centrale è cercare di evitare gli abusi che si sono verificati in passato. Dal momento che la App18 permetteva l’acquisto fino a 500 euro di libri, giornali, biglietti per cinema e spettacoli dal vivo, oltre all’ingresso a mostre e musei, era capitato non di rado che si ricorresse a piccoli trucchi, d’accordo con i commercianti, per portare a casa altro rispetto ai beni previsti: per esempio, dopo aver acquistato libri o prodotti ammessi dalla App, poi si effettuava un reso, cambiando la merce. In questo modo, secondo la Guardia di Finanza, si sarebbero registrate truffe per almeno 9 milioni di euro. Da qui la conclusione del Ministro Sangiuliano: «Si deve fare una riflessione. È necessario ridefinirla e rinominarla, affinché questo strumento diventi realmente una modalità di consumi culturali per i giovani orientandoli alla lettura di libri, alla visita di mostre, ai corsi di lingua e alla musica».
Quali sono i vantaggi del bonus da 500 euro? Più acquisti di libri
Di contro le opposizioni difendono la App18 come incentivo alla cultura, soprattutto per i più giovani. Secondo l’Istat, infatti, nei primi tre anni di applicazione del bonus c’è stata una crescita della lettura di libri nella fascia d’età 18-21 anni dal 46% al 54%, come sottolineato anche dalle associazioni di categoria: «Non solo 18App ha sostenuto il mondo del libro economicamente, ma ha consentito a un Paese che tradizionalmente legge poco di fare enormi passi in avanti». Per Emanuele Bona, presidente della Federazione Carta e Grafica, l’abolizione della misura sarebbe contraria «al bisogno contingente di sostenere la filiera del libro, particolarmente colpita dai rincari dei prezzi della carta».