Dichiarazione dei redditi 2023
La stagione della dichiarazione dei redditi è iniziata il 2 maggio, ma è adesso che entra nel vivo, con la possibilità di ricorrere al 730 precompilato oppure di affidarsi a un intermediario fiscale (Caaf o commercialista) per usufruire di tutte le possibilità di rimborso a disposizione. Il decreto Semplificazioni ha introdotto alcune novità, come la possibilità di non dover presentare ricevute e scontrini medici in caso di spese sanitarie effettuate con la tessera sanitaria. Attenzione, però, ad alcune limitazioni.
Quanto detratte le spese mediche in contanti
Come previsto dalla Legge di Bilancio 2020, sono detraibili ai fini fiscali soltanto le somme pagate con metodi tracciabili (come il pos), mentre i pagamenti in contanti non danno diritto agli sconti Irpef. Per le spese mediche e sanitarie, però, sono previste delle eccezioni, a partire dall’acquisto di medicinali, dispositivi medici o per prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche. Lo stesso vale per le prestazioni sanitarie rese da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale. In questi casi, dunque, si ha diritto alla detrazione nonostante il pagamento sia stato effettuato in cash. Per verificare di rientrare nella categorie di spese ammesse, è comunque possibile controllare sul sito dell’Agenzia delle Entrate (agenziaentrate.gov.it/portale/spese-sanitarie-detraibili).
Un altro criterio importante da rispettare è di raggiungere e superare la franchigia. Di fatto l’agevolazione, cioè la detrazione del 19%, si applica solo agli importi che superano il limite minimo di spesa che è pari a 129,11 euro. Nel caso in cui, invece, la somma delle spese ammesse superasse i 15.493,71 euro, lo “sconto” sarà suddiviso in quattro e rimborsato con altrettante quote in un anno.
730 precompilato 2023: le novità per le spese sanitarie
Quanto alle altre novità, la principale riguarda la precompilata. «Da quest’anno le istruzioni ministeriali prevedono che il cittadino che si rivolge al Caaf per il proprio 730, può scegliere di non presentare i documenti di spesa relativi a determinati oneri e, se la dichiarazione non risulterà modificata rispetto alla precompilata dell’Agenzia, i dati relativi a questi oneri non saranno controllati», spiega Monica Iviglia, Presidentessa del Consorzio Nazionale Caaf Cgil. Cosa significa? «Di fatto vuol dire che, se si usufruisce del 730 precompilato, non occorre presentare alcuna pezza giustificativa per tutte le spese sanitarie sostenute esibendo la tessera sanitaria. Per fare un esempio, per gli acquisti di medicinali in farmaci, per gli esami medici per i quali si paga il ticket, ma anche per i controlli effettuati presso medici liberi professionisti, purché sia riportata la tessera sanitaria», chiarisce Iviglia. Attenzione, però, ad alcune limitazioni
Quando occorre tenere gli scontrini
La novità, introdotta allo scopo di semplificare la vita al contribuente, ha dei limiti: «L’Agenzia delle Entrate non consente di non presentare le pezze giustificative se non quando si accetta la dichiarazione precompilata così com’è, quindi senza possibilità di modificare alcuni dati. Di fatto occorre accettarla “a scatola chiusa”, senza effettuare integrazioni o modifiche. Ma la percentuale di coloro che aderiscono a questa formula è davvero minima, anche perché non consente, ad esempio, di valutare possibilità di rimborso più vantaggiose per il cittadino», spiega l’esperta. Un esempio è la scelta di non suddividere le spese sanitarie dei figli al 50% tra i genitori, ma magari di optare per il 100% a uno solo dei due, nel caso in cui questo abbia un reddito maggiore oppure nel caso in cui l’altro sia incapiente o senza reddito: «Lo stesso vale se si sono sostenute spese mediche all’estero: in questi caso occorre modificare la precompilata, dunque si perde la possibilità di non essere sottoposti a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate o di non conservare scontrini e ricevute – prosegue l’esperta – Il cittadino può scegliere quindi se accettare il 730 già predisposto sottoscrivendo una dichiarazione con la quale attesta che accetta i dati della precompilata, anche se ha sostenuto spese che non compaiono nel 730 redatto dall’Agenzia. Attenzione però, perché l’Agenzia stessa potrà sempre controllare tutti i restanti dati, fra i quali, ad esempio, la CU rilasciata dal datore di lavoro o ente pensionistico o i versamenti delle imposte in acconto», prosegue Iviglia.
730 precompilato: dallo Spid alle carte
Intanto, per usufruire del servizio si può optare se gestire la pratica autonomamente oppure se affidarsi a un intermediario. Nel primo caso serve lo Spid, oppure il Pin dell’Inps, la Carta d’identità elettronica o la Carta nazionale dei servizi. Una volta procuratasi l’identità digitale bisognerà inoltre raccogliere tutti i documenti, mettendo da una parte quelli che certificano le entrate, dall’altra le ricevute dei versamenti e dei pagamenti per le spese detraibili fatti dal 1 gennaio al 31 dicembre 2022.
Già a partire dal 2 maggio era possibile, dunque, avere accesso alla dichiarazione dei redditi già compilata dall’Agenzia delle entrate (info730.agenziaentrate.it/): «Si può anche procedere con l’eventuale modifica, integrando o correggendo alcuni dati», chiarisce la Presidentessa del Consorzio Nazionale Caaf Cgil. Nel database del sito, infatti, sono presenti tutte le informazioni comunicate al Fisco da altri soggetti, per esempio le certificazioni uniche fornite dal datore di lavoro, gli altri redditi, le detrazioni per i figli a carico e la stragrande maggioranza delle spese detraibili sostenute durante l’anno passato, da quelle sanitarie a quelle scolastiche e universitarie, dagli interessi sui mutui ai versamenti fatti per gli acquisti legati ai vari bonus detraibili. Nel sistema sono caricati anche i contributi previdenziali e i premi assicurativi versati. Cliccando sulla voce “visualizza i tuoi dati”, si trova l’elenco delle voci contenute, aprendole una a una si può verificare che le informazioni corrispondano a quelle raccolte.
Il calendario per modificare e inviare
Dal 31 maggio sul sito è già disponibile la funzione “modifica e invio”. La scadenza ultima per farlo è il 30 settembre 2023, come lo scorso anno (ma, cadendo di sabato, è ritenuto valido l’invio anche fino al 2 ottobre). Se si procede autonomamente, arrivare alla dichiarazione dei redditi è semplice: una volta selezionata dal menu del sito la scelta “730” viene visualizzato il documento completo, che può essere accettato così com’è. È questo, infatti, il vero vantaggio della dichiarazione dei redditi precompilata: si può approvare il resoconto dell’Agenzia delle entrate senza aggiungere nulla, con l’assicurazione che quelle informazioni non saranno più soggette a controlli. In realtà l’Agenzia potrà avviare comunque alcune verifiche, che riguardano il possesso dei requisiti per fruire di bonus e sconti fiscali (per esempio, se si ha realmente la residenza nell’immobile su cui si hanno le agevolazioni “prima casa”).
«La scadenza per l’invio è il 30 settembre, ma prima si fa e prima arriveranno i rimborsi» spiega Iviglia. Il conguaglio avviene in base alla data di consegna della dichiarazione dei redditi.
730: l’annullamento una sola volta entro fine giugno
Cosa fare se ci si accorge dopo l’invio che qualcosa nel 730 precompilato è sbagliato? C’è comunque la possibilità di annullare la dichiarazione dei redditi accedendo direttamente al sito della precompilata e cliccando dall’albero del menu la voce: “Annulla 730 inviato”. L’annullamento del 730 precompilato può essere fatto solo una volta e il termine ultimo era a fine giugno. «Tramite il Caaf, però, si può modificare la dichiarazione entro ottobre: si possono fare delle rettifiche al 730, per esempio se ci si è dimenticati un documento o un reddito, rischiando una sanzione, e anche anche se si è già ricevuto il rimborso. In questo caso si procederà con l’eventuale pagamento dovuto per un reddito maggiore oppure, se si è in credito, con un rimborso se dovuto», chiarisce l’esperta.
Un ultimo consiglio: i documenti da scaricare online
Infine, un ultimo accorgimento: «Se il 730 viene modificato, perché si cambia un importo o si inserisce una nuova spesa, l’Agenzia ha comunicato alla Consulta CAF che, in alternativa all’esibizione delle spese mediche, il contribuente deve presentare al CAAF il prospetto delle spese sanitarie sostenute nel 2022, scaricato dal Sistema tessera Sanitaria a cui si accede solo tramite SPID. Si tratta di una complicazione in più per il cittadino che non sa o non può prelevare questo prospetto», osserva Iviglia, che aggiunge: «Non tutti hanno dimestichezza con le pratiche online o capacità di accesso, specie se si tratta di persone di una certa età. In ogni caso non è semplice conoscere le opzioni disponibili e più convenienti a seconda delle singole condizioni. Per questo occorrono valutazioni che spesso sono in grado di effettuare solo gli intermediari e assistenti fiscali».