L’anno prossimo saranno in vigore concretamente due nuovi tipi di detrazioni fiscali, il bonus trasporto pubblico e il bonus verde. Lo rammenta l’Agenzia delle Entrate. L’importante, per poter scalare le spese nella dichiarazione dei redditi, è ricordarsi di mettere da parte i supporti, le ricevute e le pezze d’appoggio dei soldi sborsati in questi mesi. Per altre voci (farmaci, visite mediche, caldaie, ristrutturazioni edilizie e via elencando) si è fatta l’abitudine di conservare scontrini e fatture (da non dimenticare le agevolazioni per figli con disturbi dell’apprendimento). Per le new entry (che difficilmente saranno caricate d’ufficio sui 730 precompilati) il rischio è di buttare via tutto e perdere il benefit.
Bonus trasporto pubblico
Possono essere scalate le spese sostenute per acquistare gli abbonamenti di metropolitana e trasporto pubblico locale, regionale o interregionale, cioè autobus, treni e traghetti. La detrazione Irpef è del 19 per cento, il tetto massimo annuo sottraibile arriva a 250 euro (con un taglio netto pari a 49,70 euro). L’agevolazione riguarda sia l’esborso sostenuto direttamente dal contribuente (il pendolare che va a lavoro prendendo il tram), sia le spese fatte per i familiari fiscalmente a carico (i figli studenti, ad esempio). I mezzi utilizzati devono essere quelli di società pubbliche o di soggetti privati affidatari del servizio pubblico sulla base di specifiche concessioni o autorizzazioni da parte dei referenti pubblici. Il beneficio copre le tratte che si snodano all’interno di una regione e quelle tra due o più regioni.
Che cosa è compreso e che cosa è escluso dal bonus trasporto pubblico
Per “abbonamento”, specifica una circolare dell’Agenzia, deve intendersi un titolo di trasporto che “consenta al titolare autorizzato di poter effettuare un numero illimitato di viaggi, per più giorni, su un determinato percorso o sull’intera rete, in un periodo di tempo specificato”. Sono esclusi i biglietti per singole corse e quelle che hanno una durata oraria, anche se superiore a una giornata (ad esempio biglietti a tempo validi 72 ore). Restano fuori anche le “carte di trasporto integrate” e i pacchetti turistici, cioè ticket o tessere che includono servizi aggiuntivi (trasporto più ingresso a musei o spettacoli).
Quali pezze d’appoggio tenere
Per fruire della detrazione, come detto, i contribuenti sono tenuti a conservare le pezze d’appoggio da esibire in caso di controlli o in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi con l’assistenza di caf, commercialisti o altri intermediari abilitati. Vanno tenuti il titolo di viaggio (con l’indicazione della durata e del titolare) e la documentazione che attesta la data di pagamento (o di utilizzazione, pare di capire). Se l’abbonamento non è nominativo, occorre accompagnarlo da una autocertificazione, una dichiarazione in cui si attesta che è stato acquistato per se stessi o per un familiare a carico. Per quel che tecnicamente di chiama “principio di cassa”, la detrazione è calcolabile sull’intera spesa sostenuta durante l’anno (2018) anche se l’abbonamento scade l’anno dopo (2019).
Attenzione anche al bonus verde
Lo stesso discorso – conservare la documentazione dei pagamenti – vale anche per il bonus verde. Si tratta, ricapitolando, di una detrazione Irpef del 36 per cento sulle spese sostenute nel corso del 2018 per pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e pozzi, realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. La detrazione va ripartita in dieci quote annuali di pari importo e può essere calcolata su un tetto massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo (comprensivo delle eventuali spese di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione degli interventi). I pagamenti devono essere fatti attraverso strumenti che consentono la tracciabilità delle operazioni (per esempio, bonifico bancario o postale). Il bonus è applicato a chi possiede o detiene l’immobile interessato dalle migliorie, il soggetto che ha pagato i conti.
Il bonus verde spetta anche per i lavori che interessano sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali, fino a un importo massimo complessivo di 5.000 euro per alloggio. Hanno diritto alle detrazioni i singoli condomini, per la loro quota parte, a condizione che le somme previste siano versate al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi. Alla raccolta della documentazione e alla certificazione dei riscontri, in questi casi, provvede l’amministratore.
Agevolazioni per figli con disturbi dell’apprendimento
Sempre a partire dall’anno fiscale 2018, e quindi nelle dichiarazioni dei redditi compilate nel 2019, saranno detraibili le spese sostenute in favore dei minori o dei maggiorenni con un disturbo specifico dell’apprendimento (Dsa), fino al completamento della scuola secondaria di secondo grado, per l’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici e informatici (ex legge 170/2010) necessari all’apprendimento. La diagnosi e la necessità di disporre di strumenti e sussidi dovranno essere attestate da un certificato medico, da conservare.
Altre agevolazioni per chi ha figli
“Salvo modifiche legislative” – come precisano dall’Agenzia delle Entrare – sempre nella prossima dichiarazione dei redditi sarà detraibile parte delle spese sostenute quest’anno per iscrivere e abbonare i figli, di età compresa tra 5 e 18 anni, ad associazioni sportive, palestre, piscine ed altre strutture ed impianti sportivi destinati alla pratica sportiva dilettantistica. Vengono per ora confermati pure gli sgravi relativi ai canoni d’affitto per studenti universitari fuorisede, accasati in abitazioni private, pensionati o collegi, soli o in coabitazione. L’indicazione non cambia: bisogna chiedere e tenere fatture, ricevute, riscontri di bonifici e pagamenti.