Sta per vedere la luce “auting – share your car”. Si tratta di un servizio online che consente a un privato cittadino di affittare la propria auto a un altro privato, per qualche ora o per periodi limitati di tempo, recuperando un po’ di soldi. È pensato per gli automobilisti che hanno la macchina ma la usano saltuariamente, sobbarcandosi comunque i costi fissi. Oppure per quei guidatori patentati che non possiedono una vettura ma ne avrebbero bisogno ogni tanto per lavoro, una gita, una trasferta.
Chi dà l’auto in prestito deve pagarci delle tasse?
Guai però a chiamare “noleggio” il prestito, a pagamento, di un veicolo di proprietà privata. Si ricadrebbe in una attività economica soggetta a regole stringenti e precisi obblighi di legge. I due ideatori, Matteo Menarini e Lorenzo Osti, preferiscono parlare di “condivisione”, nel nome della sharing economy. E il denaro che il proprietario di una vettura riceve dal guidatore, attraverso la piattaforma creata ad hoc, a detta loro “non si configurano come un reddito, ma come una sorta di rimborso spese”. Per questo, garantisce Osti, “non ci saranno tasse né contributi da versare allo Stato”. Sarà invece trattenuta una quota, all’origine, per l’intermediazione e per un’assicurazione ad hoc.
Dove è attivo il servizio?
Tutto è pronto. “Negli Usa e in alcuni stati europei, Francia, Germania e Spagna, questo sistema già esiste ed è molto apprezzato”. Da noi si partirà il primo gennaio 2017, in via sperimentale in quattro comuni: Milano, Torino, Bologna e Rimini, città al alta densità di turisti e di studenti fuorisede appiedati.
Come funzionerà per chi cede l’auto?
Il proprietario di una macchina poco utilizzata, l’owner, si registra sul portale online di auting (auting.it) e inserisce i dati, la descrizione e le foto della propria vettura. Poi stabilisce e comunica il prezzo del “noleggio” e indica sul calendario le date in cui può mettere a disposizione il veicolo. “Noi consiglieremo un prezzo calcolato in base al modello e all’età dell’auto – precisa Osti – e il proprietario sarà libero di adeguarsi o meno. Le tariffe verranno calcolate a giornata, non a ore, e andranno da 20 euro in su”.
Come funzionerà per i driver?
Il driver alla caccia di una macchina libera, sempre passando dalla piattaforma auting.it, consulta il catalogo delle macchine disponibili nel giorno desiderato e sceglie quella che fa al caso suo. Digitato l’indirizzo di casa, online inoltra la richiesta dell’automobile prescelta e attende la conferma dall’owner. “Il driver, come succede per Bla bla car o Airbnd, nella ricerca sarà aiutato dalla valutazione degli altri utenti e dalle loro recensioni”. A “match” avvenuto, i due “gemellati” si incontrano per la consegna delle chiavi e della quattro ruote condivisa. Non circolano contanti, brevi manu. Il pagamento si può effettuare solo online, rigorosamente con carta di credito.
Quale sarà il guadagno?
“Il driver risparmia circa il 30 per cento rispetto alle tariffe delle agenzie di noleggio e trova la macchina vicino a dove abita o dove lavora. L’owner recupera parte delle spese sostenute per mantenere la vettura. E si liberano parcheggi altrimenti ingombrati dalle auto poco utilizzate, con ricadute positive anche per gli altri automobilisti e l’impatto urbano”.
Bisogna fare un’assicurazione extra?
La commissione sull’importo versato per la prenotazione, richiesta per la mediazione e i servizi offerti, sfiora il 30 per cento. “Questa voce – precisa ancora il coideatore della piattaforma – comprende anche un pacchetto assicurativo su misura, creato apposta. Proprietari e guidatori dei veicoli condivisi non devono fare nulla. Per la polizza, attiva per l’intera durata di un viaggio, ci pensiamo noi. Idem per l’assistenza stradale. Gli owner sono coperti pure nel caso di innalzamento del loro premio base dovuto a un incidente capitato al driver”.
I tassisti protesteranno?
Osti è convinto che filerà tutto liscio. A questo progetto ha lavorato per un anno e mezzo, assieme all’amico e collega Menarini, studiando ogni possibile implicazione.”Per verificare la fattibilità e la compatibilità con la legislazione italiana – spiega – ci siamo affidati anche a uno studio legale specializzato. Non partiremmo, e a breve, se non ci fossero le condizioni per farlo. In Europa e negli Stati Uniti – ripete – il modello è operativo da tempo, senza problemi”. Però l’esperienza di Uber pop insegna. Dai professionisti nel noleggio e dalle associazioni di categoria potrebbero arrivare contestazioni, opposizioni, ricorsi. “Per ora non abbiamo segnali di questo tipo”, assicura Osti. Ma auting.it non è ancora molto conosciuto né praticato.