“Vorrei affittare per brevi periodi la mia casa al mare tramite Airbnb. Come devo comportarmi con la registrazione del contratto e la dichiarazione di quanto guadagnerò con il canone d’affitto?” Chiede la lettrice Marina Giusti di Milano.
Questa la nostra risposta.
Ecco un tema che interessa molti lettori, Marina. Lo scorso anno sono stati 200 mila gli annunci pubblicati su Airbnb in Italia. Vediamo di fare chiarezza con l’aiuto dell’Agenzia delle Entrate.
Per gli affitti di breve periodo (cioè quelli di durata inferiore a 30 giorni all’anno) non è obbligatorio registrare il contratto, ma bisogna indicare quanto guadagnato nella dichiarazione dei redditi. Per questo a fine anno conviene consegnare al proprio commercialista le ricevute di ogni prenotazione.
Le possibilità sulla dichiarazione dei redditi sono due. La prima è indicare nel 730 l’incasso ottenuto alla voce “redditi diversi”: in questo caso gli affitti percepiti si andranno a sommare al totale dei propri guadagni, il che potrebbe far lievitare l’aliquota Irpef.
La seconda opzione è quella di scegliere la cedolare secca (un’imposta che sostituisce l’Irpef e le addizionali locali), che stabilisce un’aliquota annuale fissa di tasse pari al 21%.
Da sapere La piattaforma Airbnb trattiene una percentuale del 3% per i costi del servizio. Attenzione: le commissioni che il sito trattiene dai guadagni non possono essere detratte sul 730.
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