Novità in arrivo per chi compra e consuma “alimenti a fini medici speciali”, a cominciare dalle persone diabetiche e  da quelle con malattie metaboliche congenite. Le spese sostenute nel 2017 e nel 2018 per l’acquisto di Afms, equiparati ai farmaci, potranno essere inserite nelle due prossime dichiarazioni dei redditi e detratte dall’Irpef, almeno parzialmente.

Detraibile il 19 per cento della spesa

La quota scalabile è del 19 per cento ed entra nel calderone delle spese sanitarie, con una franchigia: la spesa dovrà superare i 129,11 euro (salvo future, diverse indicazioni). La novità è stata introdotta dal decreto fiscale collegato all’ultima manovra finanziaria, con la previsione di un impegno economico per lo Stato corrispondente a 20 milioni di euro per il primo anno e 11,4 per il secondo. Le precisazioni arrivate dopo la diffusione delle prime informazioni, che davano una applicazione più larga del benefit, hanno scontentato una esercito di contribuenti. Restano esclusi dalle detrazioni gli alimenti destinati a lattanti (come è scritto nel decreto fiscale) e i cibi per celiaci (come confermano dall’Associazione italiana celiachia).

Agevolazione applicata a decine di prodotti

Gli alimenti particolari coperti dall’agevolazione fiscale sono quelli elencati in un tabella ministeriale (sezione A1 del Registro nazionale di cui all’articolo 7 del decreto del ministro della sanità 8 giugno 2001) reperibile sul portale dello stesso dicastero (www.salute.gov.it). Si va dall’acqua gelificata alla zuppa al sapore di verdure.

La documentazione da preparare per ottenere le detrazioni

Le spese sostenute dagli aventi diritto andranno documentate con scontrini fiscali parlanti. Per il 2017, però, è stata prevista una eccezione. In mancanza dello scontrino con scritto sopra il codice fiscale, saranno considerati sufficienti gli scontrini ordinari (qualora siano stati conservati) o le prescrizioni del medico.

730: scadenza spostata al 23 luglio

C’è tutto il tempo per recuperare e preparare le “pezze d’appoggio”. La scadenza per la consegna dei 730 è fissata al 23 luglio, più avanti rispetto al solito, e vale sia per chi invia la precompilata in autonomia sia per chi si avvale dell’assistenza fiscale tramite Caf o professionisti.

Dal fronte dei malati non solo consensi

Dal fronte dei contribuenti agevolati non arrivano solo consensi. Maria Luigia Mottes, presidente dell’Associazione diabetici della provincia di Milano e del coordinamento lombardo di una serie di sigle, si fa portavoce delle posizioni più critiche. “Sarebbe stato meglio investire i fondi reperiti nella comunicazione mirata e in campagne di informazioni diffuse, non nelle detrazioni. Il diabete si gestisce conoscendolo. Le persone diabetiche, lo sosteniamo da 36 anni e lo confermano le società scientifiche, possono mangiare di tutto. L’importante è la quantità, il dosaggio. Con i benefit fiscali si spinge invece il consumo verso alimenti che a nostro parere non sono necessari, con il rischio di fare aumentare l’assunzione di questi cibi e magari avere dei problemi. E si fa l’interesse delle case produttrici. Poi, certo, ben vengano gli aiuti per chi compra e assume gli Afms. L’informazione – continua Mottes – andrebbe fatta anche sulle altri voci detraibili e da tempo. Tanti non lo sanno, ma si possono scalare gli esborsi per gli apparecchi per il controllo della pressione e per le striscette, se quelle passate dalle aziende sanitarie non sono sufficienti”. Altre indicazioni, per le detrazioni già possibili, si trovano sul sito www.adpmi.org, in una sezione ad hoc (“Detraibilità fiscale dei dispositivi medici”).

Che cosa è previsto per i celiaci

Giuseppe Di Fabio, presidente dell’Associazione italiana celiachia, precisa, per spazzare via equivoci e dubbi: “Gli alimenti senza glutine non sono considerati alimenti a fini medici speciali e non sono pertanto inclusi nel recente provvedimento. Non dobbiamo però considerare tale norma una ‘esclusione’. L’assistenza integrativa riconosciuta ai celiaci dal 1982, e disciplinata ancora oggi da un decreto del ministero della Sanità del 2001 e dalle successive modifiche, prevede l’erogazione gratuita degli alimenti per un valore massimo pari ai tetti di spesa che la legge definisce. Tali tetti sono calcolati in base al fabbisogno energetico per genere e fasce di età, e al livello dei prezzi dei prodotti. Per i celiaci, quindi, c’è una specifica forma di assistenza che, correttamente, tutela la loro salute garantendo l’accesso alla dieta rigorosamente senza glutine, unica terapia ad oggi nota per il trattamento della celiachia, malattia cronica irreversibile”.

Leggi anche – Attenzione: è pericoloso tagliare le pillole o ridurle in polvere!