Niente più assegni di mantenimento a vita per i figli cresciuti e in grado di essere autosufficienti. A maggior ragione se sono sposati. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione che ha dato ragione a un padre, originario di Taranto, che chiedeva non solo di smettere di pagare la quota mensile alla ex per il mantenimento per le figlie ormai cresciute, ma persino la restituzione di quanto versato “indebitamente” per anni. I supremi giudici gli hanno dato ragione, con una sentenza che diventa di riferimento: «È una sentenza storica perché in qualche modo stabilisce che esistono un’età oltre la quale non si deve più pagare un assegno di mantenimento ai figli, fatta salva l’eccezione in cui siano inabili. Si tratta di una indicazione in linea con molti dei Paesi europei. In Francia e Spagna, per esempio è stata fissata un’età precisa, i 26 anni, dopo i quali decade il diritto all’assegno» spiega Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione Avvocati matrimonialisti.
Cosa dice la sentenza
Con la sentenza 3659 del 13 febbraio 2020 la Cassazione ha dunque accolto il ricorso di un uomo che dal momento del divorzio, nel 1987, versava alle figlie 600.000 lire, poi salite a 800.000. In base agli accordi di separazione, sarebbe stato tenuto a farlo fino al termine degli studi universitari di entrambe, nate nel 1968 e nel 1970. L’uomo ha però continuato a pagare alla ex il mantenimento delle figlie anche dopo la laurea e le successive nozze, nonostante il ricorso ai tribunali ordinari e l’evidente raggiungimento dell’autosufficienza. Ora i giudici gli hanno dato ragione, disponendo anche la restituzione delle cifre indebitamente incassate dalla ex coniuge.
«Il padre non avrebbe dovuto pagare, a maggiore ragione dopo le nozze perché – a prescindere dagli accordi di divorzio – con il matrimonio decade per legge ogni tipo di assegno di mantenimento per i figli» spiega Gassani. «È importante sottolineare che la Cassazione, con questa sentenza, ha stabilito anche la restituzione perché il mantenimento si è trasformato negli anni in un ingiustificato arricchimento della ex moglie».
La sentenza è importante soprattutto perché ad oggi non esiste un limite di età stabilito per legge per il mantenimento dei figli, e i giudici si sono orientati in modo diverso su questo tema. «Sarebbe invece necessaria una normativa che indicasse un’età massima ed eventuali eccezioni. Ad esempio, si potrebbe contemplare il fuori corso all’università e fare comunque salvo il mantenimento dei figli inabili» dice l’esperto matrimonialista.