La proposta ha fatto sorridere molti. L’ex esponente del Partito Democratico, ora in testa al gruppo di sinistra “Possibile”, Pippo Civati, ha presentato una proposta per abbattere l’Iva sugli assorbenti igienici. Oggi quella tassazione pesa per il 22% sullo scontrino, alla cassa. L’idea è quella di ridurla al 4%. Sarebbe un risparmio, per le tasche delle donne e delle famiglie.
“Per una donna l’assorbente è un bene di prima necessità e per questo va equiparato ai beni di prima necessità”, ha ricordato il deputato. Beatrice Brignone, unica donna dello stesso movimento politico, ha aggiunto: “Chiediamo che questo tipo di prodotti igienico-sanitari femminili siano considerati per ciò che sono, e cioè beni essenziali e che conseguentemente anche la tassazione sia ridotta”.
Quanto si spende in un mese per gli assorbenti?
L’uso degli assorbenti è soggettivo, dipende dalla durata del ciclo e dalla sua lunghezza. Assumiamo che per ogni ciclo mensile, una donna acquisti e consumi una confezione singola di assorbenti di buona qualità. Costo medio: 4 euro. Si tratta di un prezzo su cui pesa un’Iva del 22%. Se quella imposta non ci fosse, la confezione costerebbe 3,27 euro. 0,73 euro se ne vanno in tasse. Con un Iva al 4%, invece, la tassazione sarebbe solo di 13 centesimi. Alla cassa, si pagherebbe 3,40 euro. Questione di spiccioli? No, se raffrontiamo la spesa su base annuale. Con l’Iva al 22%, alla fine si arrivano a sborsare 48 euro. Ma con l’Iva al 4%, a dicembre si sono pagate 40,80 centesimi. Prezzario, ribadiamo, calcolato su una persona. Triplicate i numeri, se parliamo di famiglie con mamma e due figlie.
Ma sul latte in polvere?
Ma al centro dell’attenzione politica sono finiti anche i prodotti della prima infanzia. Da almeno un decennio si invoca, l’Iva agevolata anche su latte in polvere, pannolini, omogeneizzati, passeggini, carrozzine, culle, lettini e seggioloni. Un paniere variegato che ha anch’esso l’aliquota del 22%. E sono un costo elevato. Certo, c’è una maggioranza trasversale, partiti di diversi schieramenti da destra a sinistra, che vorrebbe portarla al 4%, proprio perché si tratta di beni di prima necessità, indispensabili per una famiglia che ha bambini piccoli. In realtà il tema è sempre stato bypassato e una soluzione che andasse oltre i bonus-bebè non si è mai trovata.