Aumenti sacrosanti, finalizzati a obiettivi condivisibili? O l’ennesimo balzello per rastrellare soldi, travestito da “tassa etica”? E dove è finita la promessa di non inventare nuove tasse? Sono le domande che aleggiano sull’emendamento alla legge di Bilancio presentato dalla parlamentare Pd Emilia De Biasi, presidente della commissione Igiene sanità del Senato. Una riforma tecnica delle accise sul tabacco lavorato – ecco l’effetto del “ritocco” – che, se approvata, porterà ad un aumento del prezzo delle sigarette, soprattutto di quelle di fascia medio-bassa. Una stangata, per i fumatori incalliti. Il “tesoretto” extra da recuperare con il restyling della “imposta sul vizio” dovrà salire dai 125 milioni preventivati in prima battuta a 600 milioni l’anno. Il rincaro medio iniziale sarà probabilmente intorno ai 70 centesimi a pacchetto, da qui al 2020 si arriverà a 2 euro in più.
Vantaggi per la collettività
L’obiettivo, dichiarato, è “dissuasivo”. La speranza – o l’illusione – è che i prezzi in rialzo possano scoraggiare nuovi fumatori e limitino i consumi dei tabagisti abituali, portandoli a smettere di fumare. I soldi recuperati non finiranno in un calderone indifferenziato. “Nell’emendamento – spiega la stessa De Biasi – si prevede che i maggiori introiti siano vincolati: 500 milioni saranno posti a copertura del fondo farmaci oncologici innovativi, istituito dalla precedente legge di Bilancio, e 100 milioni serviranno per il potenziamento delle reti di cure palliative e di terapie del dolore, con particolare riferimento al settore pediatrico”. Così, continua la senatrice, “si avrà anche un vantaggio per l’intera collettività: finalizzano il gettito – spiega – libereremo altre risorse del fondo nazionale della sanità, che saranno a disposizione delle Regioni per le esigenze più urgenti”.
Tartassati “solo” i fumatori
Dazi, speculazone sui vizi, bastonate e contraddizioni – quello che altri intravedono nell’emendamento – sono termini che alla senatrice non piacciono. “Non si tratta di una nuova tassazione a pioggia – ripete De Biasi – quanto piuttosto di un contributo alla salute pubblica e alla prevenzione. E non andiamo a toccare il portafoglio di tutti i cittadini, indistintamente. Anzi. Chiediamo questo contributo proprio alle persone, i fumatori, alle quali sono indirizzate la ricerca e le cure finanziate dall’aumento degli introiti sul tabacco lavorato. Peraltro – ricorda la senatrice – in Italia il prezzo delle sigarette è più basso che in altri Stati. E non ci sono i provvedimenti estremi adottati ad esempio in Gran Bretagna: chi si ammala per il fumo, oltre la Manica, deve pagarsi le cure”.
Il plauso dei medici
Roberta Chersevani, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), è tra coloro che plaudono all’emendamento: “Questa iniziativa normativa – ha dichiarato al sito quotidianosanità.it – va apprezzata e sostenuta. Una norma così strutturata ha una doppia potenzialità per promuovere e garantire il diritto alla salute. Costituisce un “deterrente”, sia pure di natura finanziaria, per chi continua a fumare, pur consapevole sia dei danni alla propria salute che di quelli da fumo passivo. Inoltre consente di finanziare strategie sanitarie di significativo interesse”.
Le voci contro
I dirigenti della Federazione italiana tabaccai, stretti tra l’incudine dei Monopoli e il martello dei clienti, preferiscono non commentare. Le reazioni contro, però, non mancano. “Sono consapevole – dice la senatrice De Biasi – che si tratti di un provvedimento impopolare, almeno per i tabagisti. Mi stanno arrivando mail e messaggi di protesta, ma indietro non si torna. L’emendamento, tengo a dire, è appoggiato dagli altri membri della commissione Igiene e sanità, al di là delle appartenenze politiche”.
Il rischio contrabbando
Per ora stanno messi peggio i fumatori francesi. In Francia, nel giro di pochi mesi, il costo delle sigarette è aumentato di un euro. E i nostri “vicini”, per risparmiare, stanno prendendo d’assalto le tabaccherie di confine. Per fermare i pellegrinaggi verso Liguria, Valle d’Aosta e Piemonte – riporta Nice Matin – le autorità d’oltralpe hanno deciso di incrementare i controlli alla dogana. Il timore è che proliferi il contrabbando. Potrebbe succedere anche in Italia, se l’emendamento sarà approvato assieme al resto della legge di Bilancio?