Saresti disposta a lavorare “di più”, persino gratis, pur di non dover pagare una multa salata? O a “donare” un po’ del tuo tempo libero alla tua città, per saldare un debito accumulato magari sotto forma di tasse non pagate per difficoltà economiche? Ebbene, il “baratto amministrativo” è sempre più realtà. In questi giorni la Regione Liguria ha votato la delibera che istituisce l’Albo del Baratto amministrativo al quale i Comuni potranno iscriversi e individuare le forme specifiche di lavori utili per la propria comunità con i quali i cittadini “morosi” potranno sdebitarsi con fisco ed erario. Si va dalla possibilità di pulire le strade, abbellire le aree verdi o le piazze, recuperare ben immobili di interesse pubblico o persino organizzare eventi culturali di rilievo per la comunità.
Cos’è il baratto amministrativo
Introdotto dal decreto “Sblocca Italia” (Dl 133/2014, articolo 24, consiste nel permettere ai cittadini, soprattutto se in condizioni economiche più disagiate, di ripagare i propri debiti attuali o accumulati sotto forma di imposte comunali (Imu, Tasi o Tari), multe o persino pagamento delle mense scolastiche, con forme di lavori di pubblica utilità. Le ore messe a disposizione dal cittadino “moroso” sono pagate a titolo simbolico, con cifre che variano a seconda delle singole Amministrazioni. I regolamenti comunali indicano, caso per caso, chi e come può accedere al servizio.
Il primo esempio
Il primo Comune a volersi avvalere di questo strumento è stato tre anni fa quello di Invorio, in provincia di Novara, dove Roberto Del Conte, all’epoca vicesindaco e assessore, scrisse personalmente il regolamento. “L’Amministrazione lo mise in atto e oggi io come attuale Sindaco posso confermare che abbiamo ricevuto chiamate da funzionari di diverse amministrazioni, da tutta Italia (dalla Sardegna alla Sicilia, da regioni del Nord e del Centro, così come da piccoli o grandi centri, come Bologna), che chiedevano informazioni. Oggi quasi tutti hanno standard analoghi ai nostri” spiega Roberto Del Conte, che in tre anni nel suo Comune ha attivato 21 “baratti amministrativi”.
Lavoro gratis o pagato?
A differenza di quanto si possa immaginare pensando al baratto, il lavoro offerto per compensare il pagamento di tasse o imposte non è del tutto gratuito. “Molti si sono ispirati a noi nel quantificare l’equivalente del costo del lavoro socialmente utile, pari a 7,50 euro all’ora” spiega il primo cittadino. Pur essendoci varianti a seconda dei singoli regolamenti comunali, le tariffe si aggirano intorno a questa cifra. Significa che, ad esempio, se si deve pagare una vecchia multa da 150 euro occorrerà offrire il proprio lavoro socialmente utile per circa 20 ore, magari diluite in un paio alla settimana, saldando il proprio debito in due mesi e mezzo.
Gli interventi di baratto, però, non possono avere una durata illimitata e per accedervi occorre rispettare alcuni parametri, a partire dall’Isee.
Quali requisiti
“Abbiamo pensato la misura come intervento sociale, quindi per “barattare” il proprio debito il cittadino deve avere un Isee non superiore a 8.500 euro, deve essere maggiorenne e non avere un debito maggiore di 5.000 euro” spiega ancora il Sindaco di Invorio. Se si rientra nella casistica si può presentare l’apposita richiesta, con relativa documentazione, e indicare un progetto nel quale ci si vuole impegnare. A un cittadino è stato permesso, ad esempio, di occuparsi della pulizia delle strade per 4 ore al giorno e per circa 2 mesi, calcolando una “paga” equivalente di 7,50 euro all’ora, per saldare il suo debito di 1.200 euro, ossia gli arretrati nel pagamento del canone di locazione per la casa popolare nella quale abita e che non erano stato versati. A Milano, invece, la “retribuzione” prevista è di 10 euro all’ora.
In alcuni Comuni – come per esempio Milano – invece, non si devono superare i 20.000. Mentre in altre realtà si sono persino superati i 22.000 euro di reddito minimo per accesso al baratto. “Io non condivido, perché ritengo che in questo modo possa configurarsi una sorta di “lavoro nero autorizzato”, affidando parte dei lavori di pubblica utilità a cittadini, invece che a professionisti, senza pagare l’Iva come invece avverrebbe appaltandoli a ditte esterne” dice Del conte.
Per quali tasse e debiti si può ricorrere al baratto amministrativo?
In generale il baratto amministrativo permette di saldare ogni tipo di debito. I singoli Comuni, però, possono stabilire anche alcune limitazioni. Se a Invorio non è ammesso il saldo delle multe tramite lavori du pubblica utilità, in Liguria questo sarà possibile.
Quali fondi a supporto del baratto?
Se il cittadino non potrà pagare, dunque, avrà comunque la possibilità di non incorrere in ulteriori sanzioni e potrà sanare la propria posizione con prestazioni “in natura”. Ma non si creerà un “buco” nelle casse comunali? Nel caso ligure la proposta di istituzione dell’Albo, messa a punto a novembre, prevedeva uno stanziamento di 10 mila euro per il 2018, da aumentare successivamente, per sostenere i Comuni che vogliano avviare il baratto.
Gli Amministrazioni che lo hanno già introdotto confermano che la misura permette comunque alle casse pubbliche di recuperare le somme dovute dai cittadini morosi, magari sotto altri capitoli di spesa: “È vero che il Comune non incassa quanto dovrebbe, ad esempio per l’Imu. Ma basta mettere a bilancio una cifra pari a quella non incassata sotto una voce differente, nel nostro caso nel capitolo dei servizi sociali. È comunque altrettanto vero che in alcuni casi l’Amministrazione risparmia, ad esempio su quanto altrimenti dovrebbe spendere nella pulizia delle strade” spiega Del Conte.