Da marzo a maggio, in pieno lockdown che ha costretto in casa milioni di italiani, le bollette di luce e gas hanno avuto un forte calo. A partire dal primo aprile l’Arera, l’Authority di settore, ha rivisto al ribasso le tariffe della luce per il secondo trimestre del 2020 (-18,3%) per i clienti in regime di maggior tutela. Ma non sempre accade di ricevere a casa una bolletta più leggera. Questo perché la fattura della luce potrebbe essere gonfiata rispetto ai consumi reali.

A ciò si aggiunge il fatto che dal 1° luglio le bollette rincarano del 9,9% per la tariffa dell’elettricità e del 15,3% per quella del metano.

Chi paga le bollette con addebito sul conto corrente, comunque, ha già trovato le ultime più salate del solito. Insomma la stima dei consumi risulta molto diversa dalla lettura effettiva. Come chiedere un rimborso per la cifra pagata in più?

Inviare il reclamo e interrompere il RID

Le bollette gonfiate e i blackout sono tra le principali cause di litigi tra clienti e società erogatrici. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’Autorità per l’energia. «Se l’indicazione dei consumi non è corretta bisogna prima di tutto inviare un reclamo all’azienda all’indirizzo indicato sulla prima pagina della bolletta» spiega Marco Vignola, responsabile settore Energia per l’Unione nazionale consumatori (consumatori.it). Se l’addebito della bolletta è sul conto corrente, dopo aver mandato la contestazione, si può interrompere il RID in attesa della risposta del gestore. L’azienda non risponde? «I principali gestori (come Eni, Enel, Edison, A2A, Acea, E.on, Iren) hanno appena sottoscritto un nuovo protocollo per la conciliazione paritetica ADR, che permette di risolvere le controversie senza ricorrere alle vie giudiziali».

Dopo il reclamo, la conciliazione

Puoi accedere al servizio, trascorsi 40 o 50 giorni dal reclamo, direttamente dal sito del tuo gestore o rivolgendoti alle associazioni dei consumatori. Se la tua compagnia non ha accordi con le associazioni, puoi comunque aprire la conciliazione tramite l’Autorità per l’energia (arera.it). Entro 90 giorni il caso dovrà essere risolto.

Cosa fare se la fattura è stata già pagata

Anche se la fattura è già stata pagata, si può chiedere la cosiddetta “rettifica di fatturazione”. Ogni contratto è associato a un codice cliente personale (indicato in bolletta): comunicandolo al call center del fornitore si potrà avviare il reclamo.