Con la Legge di bilancio sono stati confermati e, in alcuni casi, ampliati diversi bonus per il pagamento degli affitti.
La novità più recente riguarda la platea dei beneficiari del bonus affitti 2022, che si allarga: possono richiederlo coloro che hanno un reddito fino al 35mila euro (prima era fino a 26mila), a patto di rispettare alcuni requisiti. Ma non si tratta dell’unica misura che riguarda la casa. Ad esempio, c’è il bonus per i giovani under 31, che si unisce al Fondo Nazionale per il sostegno all’Accesso alle abitazioni in locazione e al sistema di Morosità incolpevole, destinato a chi è in difficoltà in seguito a licenziamento, cassa integrazione oppure mancato rinnovo del contratto di lavoro.
Ecco le misure nel dettaglio, cosa cambia e cosa occorre per farne domanda.
Bonus affitti 2022
È tempo di fare i conti con il costo degli affitti che, specie in un momento di crisi come questo, possono pesare e molto sui bilanci familiari. Per questo il Governo ha deciso di ampliare la platea dei beneficiari del bonus apposito, aumentando la soglia di reddito che ne dà diritto. Si tratta di coloro che hanno un Isee tra i 5mila e i 35mila euro (prima era fino a 26mila).
Esiste, però, un altro requisito, cioè che si sia subìto, anche a causa dell’emergenza Covid, una perdita del proprio reddito Irpef superiore al 35%. Sono esclusi dal beneficio, invece, coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza.
Con il decreto dello scorso 13 luglio, pubblicato in Gazzetta ufficiale l’11 agosto, sono dunque stati stanziati 330 milioni di euro per le Regioni, che poi li erogheranno da questo mese di settembre.
Come chiedere il bonus affitti 2022
Per ottenere il bonus occorre certificare la propria condizione reddituale, quindi servono il modello ISEE corrente e le dichiarazioni fiscali relative al 2002 e al 2021. Come chiarito dal decreto MIMS, inoltre, il bonus non è cumulabile con la quota destinata all’affitto, prevista dal Reddito di Cittadinanza.
Per poter verificare i requisiti, dunque, i Comuni (ai quali si presenta la domanda) dopo l’erogazione dei contributi invieranno la lista de beneficiari all’INPS, che effettuerà controlli incrociati. In caso di mancanza di requisiti, l’importo ricevuto sarà oggetto di compensazione con altri benefici.
Il Fondo Nazionale per l’affitto
È un fondo il cui ammontare è rinnovato ogni anno con la Legge di Bilancio e che per il 2022 è stato rifinanziato per 180 milioni (nel 2021 erano 160). È distribuito alle Regioni, che a loro volta lo trasferiscono ai Comuni, quindi viene assegnato tramite bando: i parametri variano, quindi, da città a città. I requisiti, in generale, sono: avere la residenza anagrafica nel Comune che pubblica il bando e nella casa per cui si vuole richiedere il contributo affitto; la cittadinanza o regolare permesso di soggiorno; essere titolare di un contratto di locazione a uso abitativo regolarmente registrato. Inoltre, non si deve essere proprietari di altri immobili e non si deve essere assegnatario di alloggi e di edilizia agevolata convenzionata.
Si ha diritto al bonus affitti anche con reddito di cittadinanza, ma in questo caso il contributo per il canone di locazione non supererà i 280 euro mensili. L’importo varia, comunque, a seconda dei ISEE, consultabili nei singoli bandi.
Il Bonus con detrazioni IRPEF
Il bonus affitti può essere erogato anche tramite detrazione IRPEF, ma solo se si è titolari di un contratto di locazione che riguarda l’abitazione principale e se non supera le soglie del reddito richieste per poter ottenere questa agevolazione fiscale. Va quindi consultato il singolo bando emesso dal Comune o dalla Regione, come nel caso della Sicilia che, dopo quasi un decennio, lo scorso anno ha ripristinato il Bonus affitti.
La Morosità incolpevole
Si tratta di una misura introdotta nel 2013 che prevede un sostegno per il pagamento del canone di locazione in caso di “perdita o consistente riduzione della capacità reddituale del nucleo familiare“. In particolare le condizioni sono: perdita di lavoro per licenziamento; accordi aziendali o sindacali con consistente riduzione dell’orario di lavoro; cassa integrazione ordinaria o straordinaria che limiti notevolmente la capacità reddituale; mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipici; cessazioni di attività libero-professionali o di imprese per cause di forza maggiore; malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che porti a una riduzione consistente del reddito complessivo, oppure se i guadagni servono per far fronte a spese mediche e assistenziali ritenute rilevanti.
Se si rientra in una di queste condizioni, in caso sia stato intimato lo sfratto, si potrà richiedere il sostegno economico. I requisiti sono: essere titolari del contratto di locazione ad uso abitativo regolarmente registrato; avere la cittadinanza italiana o regolare permesso di soggiorno; risiedere nell’abitazione da almeno un anno; rientrare nei parametri ISEE previsti (in genere massimo 26mila euro). Non si deve essere proprietari di altri immobili.
Bonus affitto giovani
I giovani con reddito da quest’anno possono risparmiare sull’affitto fino a 2.000 euro all’anno. Come spiega Aldo Rossi, responsabile dell’ufficio legislativo del sindacato degli inquilini (Sunia), dal 2022 chi ha determinati requisiti può portare in detrazione dalle tasse il 20% del canone annuo, partendo da un minimo di 991,60 euro all’anno e arrivando a un massimo di 2.000 euro.
L’età richiesta per poter richiedere il beneficio è dai 20 ai 30 anni, bisogna inoltre avere un reddito massimo annuale di 15.493,71 euro e avere portato la residenza nel nuovo appartamento. Il contratto di affitto deve essere intestato al giovane che chiede la detrazione. Rientra anche l’affitto di una stanza.
La durata massima del beneficio è 4 anni. Ogni anno, le somme pagate vengono inserite nella dichiarazione dei redditi e il bonus viene “scontato” dalle tasse.
Bonus per i proprietari di case in affitto
Infine, esiste una misura destinata ai proprietari di case che siano state affittate come abitazione principale e che si trovino in Comuni ad alta tensione abitativa. Il requisito principale è aver ridotto il canone agli affittuari nel periodo compreso tra il 25 dicembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022 per l’intero anno 2022 o per parte di esso, avendo inviato relativa comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, occorre che i contratti di locazione risultino in vigore dal 29 ottobre 2020. Il contributo è pari al 50% dell’importo complessivo, frutto della rinegoziazione. Può comunque arrivare fino a 1.200 euro al massimo per ogni locatore; quindi, per esempio, se il proprietario di casa ha ridotto di 400 euro l’affitto all’inquilino, avrà diritto a un contributo a fondo perduto pari a 200 euro.
La domanda va presentata in via telematica sul sito dell’Agenzia delle Entrate, che provvede al pagamento del bonus dal 1° gennaio 2023, direttamente sull’Iban del conto corrente del proprietario di casa.