Ci sarà più tempo per presentare la documentazione relativa al Bonus asili nido e quindi per poter ottenere il rimborso parziale delle rette. Come comunicato dall’Inps, infatti, è stata prorogata al 1° luglio la scadenza per caricare le ricevute di che danno diritto al Bonus, riferito alle domande presentate entro lo scorso 31 dicembre 2021. Il termine originario era il 1° aprile 2022, ma adesso ci saranno 3 mesi in più per presentare fatture, ricevute, bonifici e quietanze relative alle spese sostenute lo scorso anno.
Bonus nido e assegno unico
La riorganizzazione su detrazioni e bonus, voluta dal Governo, ha portato a una razionalizzazione dei bonus per le famiglie, con l’introduzione dell’assegno unico e universale per i figli. Questo sostituisce le singole prestazioni destinate ai nuclei con figli minori, ma non il bonus asilo nido, che può continuare ad essere richiesto. Per il 2022 sono disponibili 553,8 milioni di euro. Sul sito dell’Inps è possibile consultare le modalità per richiedere il contributo, ma noi ti forniamo tutte le informazioni utili per capire chi ne ha diritto e come funziona.
Il Bonus asilo nido c’è ancora
Per prima cosa occorre sapere che «il Bonus Nido 2022 non è stato abrogato con l’entrata in vigore di Assegno Unico dal 1° gennaio 2022. Rimarne quindi per tutto il 2022 ed è compatibile e cumulabile con il nuovo assegno unico universale (AUU)» chiarisce Carolina Casolo, consulente fiscale e founder di Sportello Mamme.
Quali novità per il 2022?
Rispetto alle procedure e requisiti dello scorso anno, per il 2022 sono previste alcune novità. «In particolare, c’è la possibilità di autocertificare l’importo per cui si chiede il Bonus, nel momento in cui si allega la fattura di cui si chiede il rimborso» spiega l’esperta. Questo perché fino al 2021 veniva chiesto di allegare alla domanda, mensilmente, la fattura e la ricevuta del bonifico comprovante il pagamento. Nella fattura però potevano essere comprese anche altre spese (come ad esempio quelle relative a eventuale materiale richiesto . Era l’Inps che provvedeva a “scorporare” le voci non detraibili. Da quest’anno, invece, è il genitore che deve allegare, insieme alla fattura, un’autocertificazione che indica la quota mensile del costo del nido, escludendo altre voci. Può, però, aggiungere anche eventuali pasti e i 2 euro del bollo, che Inps riconosce da quest’anno e questa è un’altra novità. «Un altro cambiamento – aggiunge Casolo – riguarda il fatto che non vengono rimborsate, come gli anni scorsi, l’iscrizione al nido, il pre e il post scuola e l’Iva, a meno che l’asilo nido non sia gestito da una cooperativa sociale».
C’è stato, inoltre, un adeguamento alla tecnologia: ad esempio, si può usufruire della modalità “allegazione fattura” da smartphone. In pratica, si può fotografare con il cellulare la fattura e, una volta sul sito Inps, la si può allegare, mentre fino allo scorso anno questo procedura non era consentita. «Infine, per chi ha fatto domanda e beneficiato del bonus nel 2021 si potrà accedere ad una domanda precompilata. Consiglio, prima di istruire la nuova domanda, di verificare ed eventualmente aggiornare “l’attualità dei dati inseriti e, in particolar modo, dell’IBAN di pagamento” come richiesto da Inps» suggerisce Casolo.
Non da ultimo, ricordiamo che «l’Iban inserito nella domanda e su cui verrà accreditato il bonus deve essere intestato o cointestato a chi presenta la domanda e paga le fatture. Non può essere utilizzato nella domanda l’Iban di un conto corrente per il quale si è solamente delegati» avverte la fondatrice di Sportello Mamme.
Chi può chiedere il Bonus
La domanda per il Bonus può essere presentata dal genitore del minore, nato o adottato, per il “rimborso” delle rette mensili di frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati, ma anche come supporto nel pagamento di una baby sitter presso la propria abitazione per bambini, al di sotto dei tre anni, affetti da gravi patologie croniche.
«Il Bonus riguarda anche bambini entrati in famiglia anche tramite affidamento, purché alla data della richiesta soddisfino tutti i seguenti requisiti: residenza in Italia; cittadinanza italiana o comunitaria oppure in caso di cittadino di Stato extracomunitario con permesso di soggiorno UE (ma non è più necessario il permesso di lungo periodo) e un documento attestante il pagamento della retta a nome del genitore che richiede il bonus – spiega l’esperta – In caso di richiesta per il contributo per forme di assistenza domiciliare, è previsto inoltre che il genitore abiti col figlio».
Le scadenze
Occorre fare attenzione alle scadenze, come spiega Casolo: «Le domande per le mensilità (chiamate “quote frequenza”) comprese tra gennaio e dicembre 2022 saranno accettate fino a esaurimento del budget disponibile e comunque non oltre il 31 dicembre 2022. Il budget a disposizione per il 2022 è pari a 553,8 milioni di euro. Per allegare le fatture invece c’è tempo fino al 1° aprile 2023».
Gli importi del Bonus
Le quote del Bonus asilo nido 2022 restano invariate e sono così ripartite: 3.000 euro per i nuclei familiari con modello ISEE di valore fino a 25.000 euro; 2.500 euro per i nuclei familiari con modello ISEE di valore compreso da 25.001 a 40.000 euro; 1.500 euro per i nuclei familiari con modello ISEE di valore superiore a 40.000 euro. Il principio, quindi, è sempre lo stesso, come per altri incentivi: «Più basso è il valore ISEE e più alto è il valore dell’incentivo che sarà erogato. L’importo massimo erogabile viene suddiviso mensilmente per 11 mensilità ed è determinato dalla fascia di appartenenza dell’ISEE relativo al bambino per cui si richiede il bonus. Gli importi erogabili mensilmente, quindi, sono i seguenti: 272,72 euro mensili per chi rientra nella fascia ISEE fino a 25.000 euro; 227,27 euro al mese per chi rientra nella fascia ISEE tra i 25.001 euro e i 40.000 euro; 136,37 euro mensili per chi invece fa parte della fascia ISEE più alta, dai 40.001 euro in su» spiega Casolo.
L’ISEE è indispensabile?
La domanda si può presentare anche senza l’ISEE, ma bisogna tenere presente che si potrebbe ricevere un Bonus di importo inferiore: «Presentare il modello ISEE sarà strategicamente indispensabile, anche se va ricordato che si potrà usufruire del bonus anche non presentandolo. In questo caso, però, sarà erogato al richiedente l’importo minimo riconosciuto, ovvero 1.500 euro, per 136,37 euro mensili. In nessun caso comunque l’importo erogato dall’INPS può eccedere la spesa effettivamente sostenuta e non è cumulabile con la detrazione fiscale per le spese di frequenza degli asili nido» chiarisce l’esperta di Sportello Mamme.
Quando e come fare domanda
Come chiarito, le domande vanno presentate entro il 31 dicembre 2022. Attenzione, però: per i bambini che compiono i 3 anni tra gennaio e luglio 2022 è comunque possibile richiedere il bonus fino alla conclusione del ciclo di frequenza dell’asilo nido. La domanda può essere presentata sul sito dell’Inps, accedendo con le proprie credenziali (SPID, CIE, ecc.) oppure tramite contact center (803-164 da fisso, 06-164164 da cellulare) o rivolgendosi a patronati, sportelli dedicati e commercialisti.
Qualche riardo nei rimborsi
«Sicuramente vista la scomparsa di diversi bonus/premialità/ammortizzatori, ben venga che si sia mantenuto il bonus nido, che comunque rappresenta un sostegno economico rilevante per i genitori che possono contare su un contributo per il pagamento delle rette per la frequenza dei figli con meno di 3 anni in asili nidi pubblici o privati» afferma Casolo, anche se non manca di osservare: «La procedura online per l’invio delle domande del Bonus asilo nido è partita il 24 febbraio con importanti rallentamenti e problemi tecnici del sito dell’Ente. Aggiungerei anche con un vistoso ritardo, visto che molte famiglie avevano già, a quella data, pagato sia il mese di gennaio che il mese di febbraio, e qualcuno addirittura marzo! Meglio sarebbe stato farla partire subito dal 1° gennaio così da non portare ritardi nella successiva erogazione dei rimborsi. Si tratta sempre di organizzarsi, solo organizzarsi. I tempi di attesa per l’avvio della procedura per le domande di bonus nido avranno anche lasciato ai genitori più tempo per rinnovare l’ISEE, se non già elaborato per altre prestazioni da richiedere nel 2022, ma hanno creato problemi nella gestione della domanda e problemi per i rimborsi che si dilateranno ancor di più» conclude Casolo.