Bonus per l’asilo nido o l’assistenza a casa

Il decreto fiscale ha confermato il bonus asilo nido con un aumento: da 1.000 a 1.500 euro per il triennio 2019-2021, mentre nel 2022 l’entità della somma potrà essere confermata o rideterminata. Si tratta del contributo che viene erogato alle famiglie per aiutare a pagare le rette di asili nido pubblici e privati autorizzati e per far assistere a domicilio i bimbi più piccoli con malattie croniche. Previo consenso del medico, inoltre, le future mamme potranno andare a lavoro fino al nono mese prima del parto, utilizzando poi per intero i cinque mesi del congedo per il periodo successivo.

I soldi saranno spalmati su 11 rate mensili di uguale importo (dagli attuali 90,91 euro a 136,36 euro), sulla base della documentazione dell’esborso sostenuto mese per mese.

Per il sostegno a casa la somma verrà invece pagata in una unica soluzione, direttamente al padre o alla madre che lo richiede. Questa forma d’aiuto – sempre che l’emendamento passi e senza modifiche o limitazioni – è destinata ai genitore dei minori nati o adottati a partire dal primo gennaio 2016, residenti in Italia, con cittadinanza italiana o comunitaria. Ne beneficeranno anche le persone extracomunitarie in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo o di una delle carte di soggiorno per familiari extracomunitari e per i cittadini stranieri con lo status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria, così come riformulata dal decreto sicurezza.

Al via le domande online all’Inps 

Dalle 10 di lunedì 28 gennaio sul portale dell’Inps (inps.it) sarà attivo il servizio online per richiedere il bonus asilo nido per il 2019. Il contributo (fino a un massimo di 1.500 euro su base annua) verrà corrisposto per i figli nati, adottati o presi in affidamento a partire dal 1° gennaio 2016.

Due le destinazioni possibili delle somme erogate, non infinite: per contribuire al pagamento delle rette degli asili nido pubblici e privati autorizzati e supportare i bimbi malati con meno di tre anni, bisognosi di assistenza domiciliare. La concessione dell’aiuto economico non è automatica. Bisogna presentare richiesta via internet, all’Istituto di previdenza sociale, e trasmettere la documentazione e le pezze d’appoggio. Non ci sono limiti di reddito e non c’è bisogno dell’Isee. Per il contributo asilo nido si dovrà allegare la documentazione comprovante il pagamento almeno della retta relativa al primo mese di frequenza per cui si richiede il beneficio oppure, nel caso di asili nido pubblici che prevedono il saldo delle rette posticipato, la certificazione da cui risulti l’iscrizione. Per i bambini malati andrà mandata un’attestazione dello stato di salute rilasciata dal pediatra di libera scelta, con l’indicazione della grave patologia cronica diagnosticata. 

Cancellati i voucher baby sitter

Non sono stati invece prorogati i voucher per baby sitter e per asili nido (cosa diversa dai bonus), che rappresentavano la sola alternativa al congedo parentale facoltativo, con sei mesi di copertura massima. L’Inps chiarisce che i voucher già acquisiti telematicamente entro il 31 dicembre 2017 erano validi fino al 31 dicembre 2018. Entro lo stesso termine sarebbe stato possibile restituire in tutto o in parte i buoni non utilizzati, con il conseguente reintegro del corrispondente congedo parentale. Chi non ha provveduto per tempi ci rimetterà. I tagliandi non spesi e per i quali non è stato richiesto il rimborso hanno perso validità. 

Come fare domanda

La domanda, come detto, può essere presentata dalle 10 del 28 gennaio 2019 e fino ad esaurimento del budget a disposizione, comunque non oltre la mezzanotte del 31 dicembre 2019. Conviene affrettarsi. I soldi stanziati potrebbero non bastare per tutti e per l’erogazione si seguirà l’ordine di arrivo delle richieste telematiche. Le opzioni possibili per l’inoltro, esclusivamente in via telematica, sono diverse:

Web: servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite Pin dispositivo (oppure con lo Spid o la carta nazionale dei servizi) attraverso il portale dell’Istituto di previdenza.

Contact center integrato: numero verde 803.164 (numero gratuito da rete fissa) o numero 06 164.164 (numero da rete mobile con tariffazione a carico dell’utenza chiamante), soluzione che prevede di essere in possesso di Pin Inps.

Patronato: la domanda può essere presentata, in alternativa, anche attraverso gli enti di patronato.

Sul portale dell’Inps la nuova guida online

La scheda con tutte le istruzioni e le informazioni per chiedere e ottenere il bonus è reperibile sul sito dell’Istituto di previdenza, che spiega meccanismi e procedure in modo abbastanza semplice e schematico. Il bonus asilo nido – si spiega – viene erogato con cadenza mensile, dividendo i 1.500 assegnati per 11 mesi, con importo massimo di 136,37 euro erogato direttamente al beneficiario che ha sostenuto il pagamento (per ogni retta mensile pagata e documentata).

La cifra mensile accordata non può superare la spesa sostenuta per il pagamento della singola retta. Chi ha bimbi con patologie croniche gravi, i piccoli seguiti a domicilio, può avere la somma prevista in un’unica soluzione. Il premio asilo nido non è cumulabile con detrazioni fiscali per la frequenza ad asili nido), a prescindere dal numero di mensilità percepite. Il bonus asilo nido non può essere incassato nemmeno nelle mensilità coincidenti con quelle di fruizione del bonus infanzia,.

Come mandare le ricevute già da ora

Una nuova opzione, per chi già accede al bonus, è a disposizione. Per agevolare la trasmissione delle ricevute di pagamento, l’app Inps mobile è stata integrata con una funzionalità innovativa. Grazie al servizio aggiuntivo ora è possibile allegare, tramite smartphone o tablet, una semplice fotografia dell’attestazione dell’esborso per la retta.

Come fare? Si deve a accedere all’applicazione con il codice Pin o Spid e poi entrare nel  servizio “bonus nido”. L’app consente pure di inserire i dati del soggetto che emette l’attestazione di pagamento, qualora  sia diverso dalla struttura indicata nella domanda, e di modificare i dati aziendali dell’asilo nido, nel caso in cui siano cambiati.

Confermato, con modifiche, anche il bonus bebè

Confermato anche il bonus bebè. È il contributo economico previsto per i nuovi nati, i bimbi adottati o presi in affidamento. L’assegno sarà erogato per il primo anno di vita di un figlio (come è adesso) con una maggiorazione del 20 per cento per il secondo figlio e non più per i primi tre anni (come avveniva in passato e come succede per i piccoli venuti alla luce fino al 2017).

Chi già percepisce il contributo economico per un figlio naturale o adottato o in affido preadottivo (perché lo ha richiesto quando l’erogazione era triennale o perché deve incassare le ultime rate mensili nel 2019) deve ricordare che c’è un obbligo da rispettare, pena la decadenza del beneficio. Entro il 31 dicembre 2018 va presentata all’Inps una nuova Dichiarazione sostituiva unica, la Dsu, necessaria per chiedere e rinnovare l’Isee e non perdere il diritto ai soldi. “La mancata presentazione della Dsu entro il 31 dicembre 2018 – precisa l’Istituto di previdenza – avrà come conseguenza non solo la perdita delle mensilità per l’anno 2018, ma anche la decadenza della domanda di assegno presentata nell’anno 2017 (e in alcuni casi nel 2016 o 2015)”.

La concessione del beneficio è vincolata all’indicatore del reddito e della situazione economica. Riguarda cioè le persone meno abbienti (con Isee fino a 25mila euro). Sul portale dell’Istituto di previdenza (inps.it, voce bonus natalità) si trovano tutte le informazioni necessarie per sbrigare le pratiche.

Chi ha un reddito Isee pari o inferiore a 7.000 euro, avrà 192 euro al mese. Con l’Isee compreso tra 7.001 e 25.000 mila euro – e non oltre – il bonus sarà di 80 euro mensili (uguale ad ora). Per il secondo figlio si prevede una maggiorazione del 20 per cento della somma base.

Lo stanziamento previsto non è senza fondo e potrebbe dunque non bastare per tutti: per il 2019 saranno stanziati 204 milioni e altri 240 per la coda del 2020. Vale lo stesso discorso del bonus nido. È possibile avere ulteriori informazioni di base accedendo al sito dell’Inps (alla voce “assegno di natalità”).

Congedo di paternità: atteso il via libera        

Pare di capire – nell’altalena di annunci e contro annunci, frenate e ripartenze – che l’anno prossimo potrebbe essere mantenuto e riproposto il congedo di paternità: 5 giorni di assenza retribuita (uno in più del precedente sistema) dal lavoro, obbligatoria, per consentire a un padre di stare accanto al figlio appena nato.

Congedo di maternità più flessibile?

Le donne che lavorano, se vorranno (con via libera del medico) potranno rimanere in servizio fino al nono mese, portandosi “in dote” l’intero periodo di astensione di 5 mesi a dopo il parto. Il sistema attuale prevede l’obbligo di astensione dalle attività professionali (di uno o due mesi) prima della nascita del bambino.