Che fine ha fatto il bonus bici? A due mesi dal decreto Rilancio del 19 maggio che ne prevedeva l’istituzione (con validità retroattiva per acquisti effettuati già dal 4 maggio), dello sconto non c’è ancora traccia. Nessuna indicazione è comparsa sul sito del ministero dell’Ambiente, dove era previsto che entro i primi di luglio fossero pubblicate le modalità per ottenere l’incentivo. Neppure dal Governo sono giunte indicazioni, anzi: col passare delle settimane sembra che il bonus si sia “bloccato” per motivi burocratici.
La burocrazia “ferma” le bici
A rallentare l’iter per il rimborso sugli acquisti che in migliaia di italiani hanno già effettuato sembra che siano soprattutto questioni burocratiche e formali, come la decisione su quali documenti occorrano per ottenere il rimborso del 60% (e fino a un massimo di 500 euro). Il ministero dell’Ambiente aveva indicato fin da subito che occorreva la fattura, ritenuta da alcuni “eccessiva”. Il Governo, dunque, starebbe pensando di limitarsi a chiedere lo “scontrino parlante” che riporta il codice fiscale dell’acquirente, come già avviene per le spese mediche in farmacia. La questione potrebbe sembrare di poco conto, se non fosse che ha fermato l’iter del decreto attuativo.
Fondi insufficienti?
Ben più grave sarebbe invece la mancanza di fondi per poter far erogare l’incentivo promesso da 500 euro a tutti gli italiani che si sono affrettati a comprare mezzi a due ruote (600 mila in poche settimane), esauriti anche a causa del blocco delle produzioni dei pezzi base in Cina. I 120 milioni di euro inizialmente previsti sarebbero bastati a malapena per voucher da 250 euro, la metà del previsto. Per questo il budget è stato ampliato, arrivando a 210 milioni di euro. Ora non resterebbe, quindi, che attendere di capire come fare domanda per ottenere il rimborso.
Boom di richieste
L’incentivo è stato accolto immediatamente con entusiasmo, a giudicare dalle file che si sono create nei negozi sportivi: la possibilità di usufruire del bonus del 60% sull’acquisto di biciclette, normali o elettriche, a pedalata assistita o su monopattini elettrici ha ingolosito molti. Abituata ormai alle code (al supermercato e ovunque) se vuoi approfittare dell’occasione occorre che ti armi anche di un (bel) po’ di pazienza per arrivare a completare la procedura di richiesta del bonus, che arriverà in un secondo momento e con modalità non ancora chiare.
Ecco come chiedere lo sconto e chi ne ha diritto.
In quali città si può chiedere il bonus bici
Se sei interessata all’acquisto (ma ci sono sconti anche sul noleggio) di biciclette da città, mountain bike, e-bike o a pedalata assistita e monopattini, devi per prima cosa verificare se vivi in un Comune con almeno 50 mila abitanti, perché l’incentivo statale è stato pensato per incentivare la mobilità sostenibile e green.
La misura vale anche per i capoluoghi di Regione, le città metropolitane (in tutto 14, comprese Milano, Roma, Bologna, Catania e Cagliari) e di Provincia. Attenzione, però, alla residenza, perché è quella che fa fede: se, per esempio, sei residente in un Comune, ma hai il domicilio in un altro (come per gli studenti fuori sede o i pendolari) potrai chiedere il bonus solo se il Comune in cui risiedi rientra nella lista prevista (unica eccezione per i pendolari residenti delle cinture metropolitane).
Chi ha diritto al bonus bici
Occorre poi essere maggiorenni e si potrà farne richiesta
una sola volta, per un massimo di 500 euro. Attenzione: per godere dello sconto
dovrai presentare al ministero dell’Ambiente (tramite App o sito) la fattura (e
NON lo scontrino). Quindi se hai due figli e vuoi comprar loro bici nuove usufruendo
del massimo importo possibile conviene che le fatture siano intestate una a ogni
genitore.
Fino a quanto vale il bonus bici
In questa prima fase si ha tempo fino al 31 maggio per richiedere il bonus bici. Chi avesse acquistato il mezzo a due ruote prima che fosse disponibile la misura ma comunque dopo il 4 maggio (data del decreto che la prevede), può fare comunque richiesta “retroattiva”. Se non avesse la fattura dovrà tornare dal commerciante e procurarsela. Il consiglio è di chiedere subito la fattura e anche in questo caso dotarsi di un po’ di pazienza: in molti rivenditori grandi, come Decathlon, occorre prima fare la coda in cassa self o serviti, poi rivolgersi all’assistenza per richiedere la fattura cartacea ed elettronica (che sarà inviata al Fisco per il 730 pre-compilato).
Come si ottiene il bonus bici: serve lo Spid
Una volta effettuato l’acquisto inizia la procedura, non semplicissima, per fare richiesta del bonus. Innanzitutto occorre avere uno Spid, Sistema Pubblico di Identità Digitale. Si tratta di una “identità digitale” che permette di accedere anche a diversi servizi pubblici di enti pubblici, come Inps per il controllo della propria pensione o per chiedere il bonus baby sitter, ecc. Se non lo hai ancora, sul sito dell’Agenza delle Entrate c’è un elenco di provider che lo forniscono, con le caratteristiche di sicurezza e i relativi costi.
Come ottenere uno Spid
È qui che dovrai armarti di più pazienza. Il sito
dell’Agenzia delle Entrate spiega chiaramente che occorrono soltanto un
indirizzo e-mail, un numero di cellulare, un documento di identità (carta
d’identità, patente o passaporto) e la tessera sanitaria con codice fiscale.
Per ottenere lo Spid, però, occorre scegliere un Identity Provider. Nell’elenco
che si trova sul sito ce ne sono 9, diversi per livelli di sicurezza e modalità
di riconoscimento personale, indispensabile per assicurarsi che la
persona che lo chiede corrisponde al titolare dei dati. Non tutti però sono
gratuiti (anzi quasi nessuno, come vedremo). Esistono alcune esenzioni del
costo per alcune categorie come gli abitanti delle zone rosse.
Il primo provider che si trova nella lista dell’Agenzia
delle Entrate è Aruba, colosso nel settore anche nella fornitura di Pec
(posta elettronica certificata), che garantisce tre livelli di sicurezza e la
registrazione gratuita. Inseriti i dati anagrafici, viene richiesta la modalità
di riconoscimento da remoto preferita: con Carta d’Identità elettronica (CIE),
Carna Nazionale dei Servizi o Firma digitale occorrono in media 20 minuti, ma è
necessario anche avere uno smart card reader. Un apparecchio da acquistare nei
negozi di materiale per ufficio (oppure online a costi dai 20 ai 100: difficile
scegliere il modello giusto per chi non ha dimestichezza con la tecnologia).
Un’altra modalità è via Webcam, occorrono circa 10/12 minuti, ma bisogna pagare
14,90€ + IVA. Infine, si può procedere
con riconoscimento di persona, scegliendo un ufficio tra una lista di punti
abilitati e completare la procedura davanti a un operatore. Il prezzo non è
indicato, ma si aggira intorno ai 5 euro.
I passaggi degli altri provider sono pressoché identici, così come i costi: solo con le Poste è possibile utilizzare la modalità SMS su cellulare o con Lettore Bancoposta per il riconoscimento gratuito da remoto, ma si tratta di un’opzione riservata ai soli possessori di conto postale e relative credenziali. Le alternative sono di disporre di una Firma Digitale oppure di recarsi a uno sportello postale fisico per terminare la procedura, in questo caso gratuitamente. Attenzione a lasciar passare almeno due ore dalla pre-prenotazione alla conclusione della pratica in ufficio, tempo necessario perché la richiesta arrivi ai terminali degli operatori e sia processata.
E infine la “liquidazione” del bonus
Una volta terminato l’iter e dunque entrati in possesso
dello Spid sarà finalmente possibile ultimare la richiesta di bonus, entrando
sul sito del Ministero dell’Ambiente e caricando la fattura dell’acquisto della
bicicletta. Al momento, però, non sono ancora chiare le modalità di “incasso”
del bonus, che potrebbe essere ottenuto tramite una App o dal sito stesso del
Ministero, entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del decreto in Gazzetta
Ufficiale, dunque entro i primi di luglio.
Senza Spid si può richiedere il bonus bici?
Il ministero dell’Ambiente ha annunciato anche una futura procedura
più snella, tramite un più semplice bonus spesa digitale, da ottenere
direttamente tramite applicazione o sito, e da presentare al negoziante. A quel
punto sarà lui a dover seguire un iter più complicato, ottenendo a sua volta il
rimborso tramite credito d’imposta (da scontare con il primo F24 a debito). Nel
frattempo la corsa alle bici è già iniziata, tra chi le prenota senza pagarle
(in attesa del bonus) e chi invece preferisce intanto accaparrarsi i mezzi, che
nel frattempo in molti punti vendita sono già esauriti.