Bonus mobili e bonus verde, agevolazioni per ristrutturazioni e interventi ecologici, sismabonus, aiuti per l’affitto di alloggi per gli studenti fuori sede. Ecco una mini guida con le principali spese (relative all’abitazione) detraibili dalla dichiarazione dei redditi.
Informazioni e istruzioni dettagliate per ogni voce si possono trovare nel portale dell’Agenzia dell’Entrate (agenziaentrate.gov.it), dove è reperibile anche un manualetto per la “decifrazione”, la compilazione del 730 o l’integrazione del modello precompilato che arriverà in primavera. Un secondo sito da tenere presente (e consultare) è quello dell’Enea (ristrutturazioni2018.enea.it), l’ente al quale vanno trasmessi i dati relativi agli interventi edilizi e tecnologici per il risparmio energetico o l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia, la base del sistema ecobonus.
Ristrutturazioni edilizie
Le detrazioni per i lavori di ristrutturazione – quelli al di fuori del perimetro del risparmio energetico e del miglioramento energetico – sono da anni diventate strutturali. Nel corso del tempo è cambiata l’aliquota scalabile dall’Irpef, inizialmente del 36 per cento.
Spiega l’Agenzia delle Entrale, in relazione al 730/2019: “Per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2019, e dunque anche per la dichiarazione dei redditi compilata quest’anno, è possibile beneficiare di una detrazione del 50 per cento. Il limite massimo di spesa è di 96.000 euro”. Lo “sconto” va ripartito in 10 quote annuali dello stesso importo.
Acquisto immobili rimessi a nuovo
È prevista una detrazione Irpef, sempre fino a un tetto lordo di 96.000 euro, anche per chi acquista a uso abitativo fabbricati ristrutturati. In particolare l’agevolazione spetta nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, riguardanti interi stabili, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, con la vendita o l’assegnazione dell’immobile entro 18 mesi dalla fine dei lavori.
L’importo stabilito è forfettario e pari al 25 per cento del prezzo (comprensivo di Iva). Anche questa detrazione va ripartita in 10 rate annuali di pari valore.
Un aiuto per mobili ed elettrodomestici
È stata confermata la detrazione Irpef del 50 per cento per l’acquisto di mobili nuovi, di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni) e a di apparecchiature dotate di etichetta energetica, purché destinati ad arredare – è la clausola di base – un immobile oggetto di ristrutturazione.
L’agevolazione è stata prorogata anche per gli acquisti che si effettueranno nel 2019, ma potrà essere riconosciuta solo a chi ha avviato un intervento di ristrutturazione edilizia a partire dall’1 gennaio 2018. La detrazione deve essere divisa in 10 quote annuali di pari importo ed è calcolata su una spesa complessiva non superiore a 10.000 euro.
Attenzione, rammentano l’Agenzia delle Entrate: per avere questo e altri benefit bisogna pagare con un bonifico o con carta di debito o credito. Non è contemplato l’uso di assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento. La detrazione è ammessa anche se i beni sono stati acquistati con un finanziamento a rate, sempre che ci siano le “pezze d’appoggio”, come per tutto il resto.
Giovani coppie: i casi pendenti
Il bonus per le giovani coppie, spiegano sempre dall’Agenzia, non è stato prorogato. Continua però ad applicarsi ai casi pendenti, cioè alle pratiche aperte quando l’agevolazione era in vigore. A chi ha maturato i requisiti è riconosciuta una detrazione del 50 per cento delle spese sostenute nel 2016 per l’acquisto di mobili nuovi (sono invece esclusi i grandi elettrodomestici) utilizzati per arredare l’abitazione principale. Lo sconto non è cumulabile con il bonus “arredo immobili ristrutturati” (del quale si parla nel capitoletto precedente) e dunque non è possibile fruire di entrambe le agevolazioni per la stessa casa.
I requisiti richiesti, per continuare a scalare le rate (dieci in tutto), sono: essere una coppia coniugata nell’anno 2016 oppure essere una coppia di fatto convivente da almeno tre anni (condizione che deve risultare soddisfatta nell’anno 2016); almeno uno dei due componenti deve avere una età non superiore ai 35 anni al 31 dicembre 2016; avere acquistato a titolo oneroso o gratuito (da parte di uno solo o di entrambi i partner) un’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale nel 2015 o nel 2016. La detrazione spetta su un ammontare massimo di 16.000 euro e, come detto, è ripartita in dieci rate annuali di pari importo.
Under 30 e studenti fuori sede
Ai giovani tra i 20 e i 30 anni è riconosciuta una detrazione legata all’affitto della casa, purché si tratti dell’abitazione principale. Il requisito dell’età è soddisfatto se ricorre anche per una parte dell’anno in cui si intende fruire del beneficio. È necessario che l’immobile affittato sia diverso dall’abitazione principale di genitori e affini.
Il bonus, pari al 19 per cento, spetta per i primi tre anni dalla stipula del contratto. Un esempio. Se l’inizio della locazione risale al 2016, il bonus può essere fruito anche per il 2017 e il 2018. La detrazione ha un importo massimo di 991,60 euro (in proporzione ai giorni nei quali l’unità immobiliare è stata adibita ad abitazione principale e alla percentuale di detrazione che dipende dal numero di intestatari del contratto di locazione).
Per l’affitto di alloggi per gli studenti universitari fuori sede (trasferiti ad almeno 100 chilometri da casa o 50 chilometri, se residenti in un comune montano) è scalabile dalle tasse il 19 per cento del canone (fino a una spesa base massima di 2.633 euro).
Lavoratori e inquilini
Un meccanismo simile c’è per i lavoratori dipendenti che trasferiscono la residenza per ragioni e impegni professionali, spostando l’indirizzo a non meno di 100 chilometri di distanza dal precedente e comunque al di fuori della propria regione. La detrazione può essere fruita nei primi tre anni dal trasloco (esempio: se il trasferimento è avvenuto nel 2016, si può beneficiare della detrazione per gli anni d’imposta 2016, 2017 e 2018). Sono previsti sconti anche per gli inquilini che stipulano contratti di locazione di immobili adibiti ad abitazione principale. Queste detrazioni vengono riconosciute e graduate in relazione all’ammontare del reddito complessivo (per i calcoli relativi alle singole situazioni specifiche si deve far riferimento a una delle tabelle reperibili online).
Caldaia nuova a metà prezzo
Chi ha fatto lavori per il risparmio energetico o interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti ha diritto all’ecobonus. La percentuale scalabile dall’Irpef varia. L’aliquota del 50 per cento (in discesa, rispetto al passato) è prevista per: interventi relativi alla sostituzione di finestre comprensive d’infissi, schermature solari, caldaie a biomassa, caldaie a condensazione (per cui si può risalire al 65 per cento, per modelli specifici).
Il 65 per cento si applica a: opere di coibentazione dell’involucro opaco; pompe di calore; sistemi di building automation; collettori solari per produzione di acqua calda, scaldacqua a pompa di calore, generatori ibridi, cioè costituiti da una pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro, generatori d’aria a condensazione, micro cogeneratori (con un tetto massimo, per questi ultimi, di 100.000 euro). Le percentuali salgono (al 70 e 75 per cento se si tratta di interventi condominiali ). Per avere diritto alle detrazioni, concretamente, bisogna mandare la domanda e la documentazione all’Enea.
Il sisma bonus
Per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2017 e il 31 dicembre 2021 – come rammenta sempre l’Agenzia per le Entrate – è stata introdotta una detrazione di imposta del 50 per cento, fruibile in cinque rate annuali di pari importo, per le spese sostenute per adottare misure antisismiche su edifici che si trovano nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1, 2 e 3).
Il tetto massimo di riferimento è di 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno. L’aliquota sale al 70 per cento della spesa sostenuta se dalla realizzazione degli interventi deriva una riduzione del rischio sismico che determina il passaggio a una classe di rischio inferiore e aumenta all’80 per cento quando i lavori consentono di scalare due classi di rischio. Se gli esborsi e i lavori riguardano parti comuni di edifici condominiali, le detrazioni sono ancora più elevate (75 per cento nel caso di passaggio a una classe di rischio inferiore, 85 per cento quando si passa a due classi di rischio inferiori).
Non è tutto. Dall’anno scorso per le spese relative a interventi su parti comuni di condomini nelle zone sismiche 1,2, 3, finalizzati congiuntamente a ridurre il rischio sismico e migliorare le condizioni energetiche, è possibile richiedere una detrazione dell’80 per cento (se si scala una classe di rischio) o dell’85 per cento (se le classi guadagnate sono due). Il tetto di spesa sul quale fare i calcoli è di 136.000 euro per unità immobiliare.
“Queste nuove detrazioni – viene precisato – possono essere richieste in alternativa a quelle già programmate per gli interventi antisismici sulle parti condominiali sopra indicate (75 o 85 per cento su un ammontare non superiore a 96.000 euro, moltiplicato per il numero delle unità immobiliari di ciascun edificio) e a quelle già previste per la riqualificazione energetica degli edifici condominiali (70 o 75 per cento, su un ammontare complessivo non superiore a 40.000 euro, moltiplicabile per il numero di unità immobiliari dello stabile interessato dai lavori)”.
Il debutto del bonus green
Una delle novità assolute, varata nella scorsa legislatura e applicabile concretamente quest’anno e l’anno prossimo, è il “bonus verde”, la detrazione Irpef del 36 per cento sulle spese sostenute nel 2018 per la sistemazione a verde di aree scoperte private dei condomini, per gli impianti di irrigazione o la realizzazione di pozzi e coperture a verde e giardini pensili. Il “tesoretto” scalabile dall’Irpef va diviso in dieci quote annuali uguali e calcolato su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare, cifra comprensiva delle eventuali spese di progettazione e manutenzione. La detrazione massima è dunque di 1.800 euro per immobile e compete anche per le spese sostenute per interventi eseguiti sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali.
Polizze contro il rischio calamità
Debutta anche la detraibilità delle polizze che assicurano contro il rischio di calamità. La parte scalabile dalla tasse corrisponde al 19 per cento.
Le altre voci
Sono state confermate la cedolare secca per chi affitta casa (con aliquote fisse del 21, 15 e 10 per cento, legate al comune in cui si trova l’immobile) e le detrazioni per una serie di mutui (applicazione da verificare caso per caso).