Tra i molti bonus messi a disposizione dal Governo per sostenere reddito e cittadini, c’è anche il cosiddetto “bonus casalinghe”, di cui pochi conoscono l’esistenza. Si tratta di un fondo istituito dal ministero per le Pari Opportunità, che permette di partecipare gratuitamente a corsi di formazione a tutte le donne che non lavorano esternamente, ma vogliono inserirsi nel mondo professionale. Attenzione, però: pure gli uomini possono usufruirne, anche se alle donne è data una sorta di priorità.

Accanto a questa possibilità, c’è poi anche un assegno sociale, a volte confuso con il bonus casalinghe o chiamato anch’esso così, che consiste in un assegno mensile vero e proprio, ma riservato solo a certe categorie: i requisiti, in questo caso, riguardano l’età e il reddito. Ecco cosa occorre sapere.

Cos’è il bonus casalinghe (e casalinghi)

Il bonus in questo caso non arriva sotto forma di voucher diretto, ma come possibilità di seguire corsi di formazione in modo del tutto gratuito, perché le spese sono sostenute dal ministero per le Pari Opportunità che ha indetto un bando per organizzare percorsi di riqualificazione. Sono riservati a chi svolge solo mansioni domestiche perché ha lasciato il mondo del lavoro (magari in seguito a maternità) e vuole rientrarvi, oppure non si è mai inserito.

I corsi per casalinghe: quali temi

L’unico requisito richiesto ai chi vuole partecipare è essere iscritti all’assicurazione contro gli infortuni domestici dell’Inail. Quanto alle tematiche dei corsi, hanno a che fare con la digitalizzazione, l’innovazione informatica, ma anche la comunicazione e la creatività. In particolare, si va dall’alfabetizzazione informatica (il mondo del web, le fake news, la valutazione e gestione di dati, informazioni e contenuti in rete) alla creazione di contenuti tramite scrittura, immagini, file audio, tabelle e relativa normativa (copyright e leggi sull’uso delle licenze). C’è poi anche il campo della comunicazione sia internet che social (uso di email, chat, social network e social media, videoconferenze, utilizzo di cartelle e documenti condivisi), così come degli strumenti informatici base (risoluzione di problemi con software e hardware, installazione di programmi, connessione a internet).

I corsi per le casalinghe: privacy, dati, servizi digitali

Oltre ai percorsi relativi alla gestione della privacy e alla tutela dei propri dati, specie in rete (compreso il tema del cyberbullismo), sono previsti anche corsi sui servizi digitali al cittadino offerti dalla pubblica amministrazione (uso dello SPID, App IO, pagamenti elettronici, portale dell’Agenzia delle Entrate, ecc.) e sugli strumenti utili alla gestione informatizzata dell’economia domestica. Come chiarisce Altroconsumo, «Ogni corso proposto deve contenere tutti i punti appena elencati, infatti non è possibile partecipare alla formazione solo in alcuni di questi ambiti».

I corsi per le casalinghe: come iscriversi

L’iscrizione avviene presso gli Enti organizzatori, il cui elenco sarà pubblicato a breve sul sito del ministero delle Pari Opportunità (il bando si è chiuso a marzo). Non c’è obbligo di frequenza ma è prevista una valutazione al termine del percorso che consiste nella visione di webinar di almeno 3 ore per argomento, nell’arco di massimo 12 mesi.

Per le casalinghe c’è anche l’assegno sociale

A volte chiamato impropriamente “bonus casalinghe” esiste anche un vero e proprio assegno, riservato alle donne che si occupano di mansioni domestiche. Consiste in un contributo di poco meno di 500 euro al mese (per l’esattezza 468,10 euro per 13 mensilità). Di fatto è quella che un tempo era chiamata “pensione sociale” ed è riservata solo a certe categorie. Intanto occorre avere compiuto 67 anni (pari all’età pensionabile) e non bisogna superare un certo reddito: 6.085,43 euro all’anno per chi non è sposata, fino a 12.170,86 euro per chi è coniugata. È dunque soprattutto un sostegno al reddito, erogato in questo caso dall’Inps.

Come fare domanda per l’assegno sociale

Attenzione: c’è un altro requisito fondamentale e consiste nell’aver versato almeno 20 anni di contributi. Sono escluse, dunque, coloro che superano i limiti di reddito e coloro che hanno già una pensione o svolgono un’attività lavorativa con contratto. Nel caso fosse part-time, le settimane lavorative non devono essere superiori a quelle che danno diritto alla pensione vera e propria. Per ogni chiarimento e per presentare domanda di assegno sociale, occorre rivolgersi all’Inps tramite il sito (alla voce “Assegno sociale – domanda“, autenticandosi con SPID, carta di identità elettronica o carta nazionale dei servizi), il contact center (numero verde 803 164, gratuito da telefono fisso, o il numero 06 164 164 da cellulare, a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori) oppure presso i patronati di zona, che possono inoltrare la domanda al posto del cittadino gratuitamente.