È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, ed è entrato in vigore, il decreto legge Clima (o decreto Ambiente), modificato e ridimensionato rispetto alle prime versioni abbozzate dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
Il provvedimento segna l’avvio della stagione del Green news deal promossa dal governo Conte bis. Ma si è partiti con una marcia bassa, secondo molti osservatori. Le misure più forti e discusse – come il taglio graduali dei sussidi alle attività inquinanti e a chi usa carbon fossile – sono state rinviate e demandate ad altri provvedimenti. Nel decreto in versione ridotta restano incentivi e agevolazioni destinati a coloro che – cittadini, commercianti, enti locali – compiono scelte positive orientate al rispetto dell’ambiente e alla sostenibilità.
La novità: il bonus rottamazione per auto e moto
La novità principale è l’introduzione di un bonus mobilità, chiamato anche bonus rottamazione auto e moto. Si prevede un incentivo di 1.500 euro per chi dismette e rottama (prima del 31 dicembre 2021) un’auto omologata fino alla classe euro 3. Il contributo è concesso anche per l’eliminazione di motocicli inquinanti, per un massimo di 500 euro, di classe euro 2 ed euro 3 a due tempi.
I soldi però non potranno essere utilizzati per comprare un veicolo nuovo o uno scooter più moderno. Il bonus dovrà essere destinato all’acquisto, entro 3 anni, di abbonamenti ai mezzi di trasporto pubblici, biciclette a pedali o con pedalata assistita o altri servizi green (ad esempio il car sharing).
Il sistema andrà a regime appena i ministeri dell’Ambiente, dell’Economia e delle Infrastrutture definiranno e comunicheranno le modalità di erogazione del bonus, che sarà sotto forma di credito, non cash. E il decreto legge dovrà essere convertito, senza rimaneggiamenti sostanziali.
I potenziali beneficiari dell’agevolazione
Il bonus rottamazione non è però per tutti. Ne beneficeranno “solo” i residenti nei comuni che rientrano in aree con più di 100mila abitanti soggette a procedure di infrazione della Ue per il superamento dei livelli massimi di concentrazione di sostanze inquinanti nell’aria (Milano, Torino, Genova, Catania…). Il contributo non costituirà reddito imponibile (cioè non verrà tassato) e non sarà preso in considerazione per calcolare l’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente. Le stime più larghe, da prendere con le molle, ipotizzano che i potenziali interessati siano circa 25 milioni di automobilisti e motociclisti. Le risorse messe sul piatto non sono però infinite. Il fondo a disposizione è di 255 milioni di euro (da qui al 2014, con una dotazione di 5 milioni per quest’anno).
Green corner nei negozi di vicinato e nei market
La lotta agli imballaggi e alla produzione di rifiuti passa dagli incentivi all’allestimento dei green corner, spazi in cui negozi e market propongono alimenti e detergenti sfusi, alla spina. I commercianti che si adegueranno – eliminando le confezioni monouso – riceveranno un contributo di 5 euro per ogni punto vendita attrezzato ad hoc, previa documentazione delle spese sostenute. Complessivamente verranno assegnati 40 milioni, nei prossimi due anni. I soldi saranno erogati in base all’ordine di presentazione delle domande e fino all’esaurimento della somma stanziata. Anche in questo caso si aspettano le istruzioni pratiche. E ci sono limitazioni. Il bonus è riservato ai negozi di vicinato e a quelli di media struttura.
Un aiuto al trasporto scolastico sostenibile
Il governo punta anche a incentivare l’acquisto e la messa in strada di scuolabus sostenibili, ibridi o elettrici, non inferiori alla classe euro 6, immatricolati per la prima volta dopo il 31 agosto 2019. In particolare , e in concreto, verranno finanziati progetti di implementazione dei servizi di trasporto green destinati ai bimbi delle scuole dell’infanzia statali e comunali e agli gli alunni delle scuole pubbliche del primo ciclo, il tutto nei comuni e nelle aree metropolitane più inquinate.
Più corsie protette per bus e tram
Per sostenere la creazione, il prolungamento, l’ammodernamento e la messa a norma di corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale – e cercare così di fornire un servizio migliore e scoraggiare l’uso delle auto private – il decreto autorizza la spesa di euro 20 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021. La clausola è la stessa delle altre misure. Anche questa vale “solo” per i comuni assediati dallo smog. I ministeri interessati, come per le altre novità appena varate in linea generale, dovranno emanare un decreto attuativo.
Creare “foreste urbane” nelle città inquinate
Il governo ha reperito i fondi – 30 milioni, per il prossimi bienni o – per il finanziamento di un programma sperimentale di messa a dimora di alberi, di reimpianto e di silvicoltura e per la creazione di foreste urbane e periurbane, nelle città metropolitane.
Imballaggi di plastica: che cosa bolle in pentola
Tra le ulteriori misure allo studio c’è una tassa sugli imballaggi di plastica non riciclata, inserita nei Documento programmatico di bilancio, inviato a Bruxelles per riassumere l’impianto della manovra finanziaria. L’imposta scatterà dall’1 giugno 2020, con un’aliquota di 1 euro al chilo, cioè mille euro alla tonnellata. La levata di scudi non si è fatta attendere. Le associazioni dei produttori di plastica e l’industria delle acque minerali parlano di “stangata” e prevedono un rischio: la gabella ricadrà sui consumatori finali che acquistano prodotti confezionati.
La soddisfazione del ministro Costa
Il ministro dell’Ambiente, nonostante il ridimensionamento del decreto, spende parole positive e si mostra ottimista. “È il primo pilastro di un edifico – commenta Costa, a proposito dell’insieme di nuove misure – che ha per fondamenta la legge di Bilancio e il collegato Ambientale, insieme alla legge Salvamare e a Cantiere ambiente, rispettivamente in discussione alla Camera e all’esame del Senato. Tutto questo dimostra che il governo sta realizzando una solida impalcatura ambientale”.
“Si doveva fare di più”
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, rappresenta il fronte di chi si aspettava di più. “Le misure di maggior rilievo e impatto sono state tolte dal decreto e rinviate ad altri provvedimenti. Lo sblocco degli impianti di riciclo è finito in quello sulle crisi aziendale. Il taglio dei sussidi alle attività inquinanti sarà nella legge di Bilancio, almeno così è stato promesso. Staremo a vedere”. Lui sembra scettico: “La vera svolta green ci sarà quando tutti i ministeri cointeressati (Ambiente, Sviluppo economico, Infrastrutture, Agricoltura ed Economia e finanze) riusciranno a lavorare insieme, con obbiettivi condivisi, senza sentire le pressioni delle lobby e di quelli che io chiamo ladri di futuro”. Il riferimento è evidente. È bastato annunciare misure drastiche (ad esempio l’annullamenti degli incentivi per i carburanti per uso agricolo e autotrasporti), per scatenare le reazioni e l’opposizione di camionisti, coltivatori diretti, industriali… E far tirare il freno a mano.
“Questo disegno di legge – osserva ancora Ciafani – non risolve i problemi ambientali. Non basta. È un tassello, in un mosaico molto più grande. Qualche spunto positivo però c’è. L’innovazione più grande è la rottamazione 1 a 0. I contributi non verranno più dati per acquistare un nuovo veicolo a motore, cioè 1 a 1, ma per incentivare l’uso del trasporto pubblico o il passaggio alle biciclette”.