Tra le categorie più in difficoltà nel post pandemia ci sono i genitori separati o divorziati che, in caso di problemi lavorativi, faticano a pagare l’assegno di mantenimento per i figli.

Il bonus per i genitori separati può arrivare fino a 800 euro

Nella legge di Bilancio 2022 è stato introdotto un bonus che aiuta a sostenere queste spese e che può arrivare fino a 800 euro. E adesso, finalmente, sta per arrivare il decreto attuativo che renderà la misura operativa. Il decreto è atteso a breve, e, stando alle anticipazioni, presto sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia saranno pubblicate le istruzioni per fare domanda.

Ecco a chi spetta, da quando e come viene erogato.

Cos’è il bonus per i genitori separati

Il bonus per i genitori separati è un contributo che era stato introdotto dal Decreto Sostegni, salvo poi bloccarsi per la mancanza del decreto attuativo. Un emendamento ha invece previsto l’istituzione di un fondo da 10 milioni di euro per il 2021 che entra nel Decreto Fiscale e che serve ad aiutare i genitori divorziati o separati che, in difficoltà economica a causa degli effetti della crisi sanitaria da Covid, faticano a pagare gli assegni di mantenimento per i figli.

Come funziona e a quanto ammonta il bonus genitori separati

Il bonus per i genitori separati può essere richiesto da madri e padri che lavorano, ma che hanno cessato, ridotto o sospeso la propria attività a causa della pandemia Covid e quindi, proprio per questo, non sono in grado di garantire il regolare versamento dell’assegno di mantenimento ai figli. L’importo varia in base alla situazione economica del genitore e può raggiungere un massimo di 800 euro mensili per un massimo di 12 mesi, per un totale di 9.600 euro. È la prima volta che viene introdotta una misura per questa categoria di cittadini.

Lo scopo è quello di tutelare i più piccoli, quindi l’assegno non ha nulla a che fare con l’eventuale mantenimento dell’ex coniuge, qualora questo sia previsto dalla sentenza di divorzio.

Chi ha diritto al bonus per i genitori separati

Il bonus per i genitori separati sarà erogato a chi ne farà richiesta, purché sia single (separato o divorziato), viva da solo e sia in difficoltà a provvedere al mantenimento dei figli minori che vivono con l’ex coniuge. «Il bonus nasce proprio in seguito al Covid, ma potrebbe essere creato a prescindere dalla crisi sanitaria. Sicuramente il bisogno c’era anche prima» commenta Carolina Casolo, consulente fiscale. Per fare richiesta, si legge nella bozza di decreto, il genitore dovrà dimostrare di avere subito, a partire dall’8 marzo del 2020 e per non meno di 90 giorni, una riduzione del reddito di almeno il 30 % rispetto allo stesso periodo del 2019.

Inoltre, stando sempre alle anticipazioni, il bonus è riservato alle persone con un reddito massimo di 8.174 euro.

«Di fatto andrà soprattutto ai padri, che nella maggior parte dei casi sono gli ex coniugi economicamente più forti e dunque quelli tenuti a pagare un assegno di mantenimento ai figli minori che vivono con l’altro genitore. Ma ben venga un misura, che comunque rimane un tampone a un’emergenza» commenta l’avvocata Claudia Rabellino Becce.

Da quando si può richiedere il bonus per i genitori separati

Gli ulteriori dettagli saranno contenuti nel decreto attuativo, che dovrà comunque arrivare entro 60 giorni dall’entrata in vigore del Decreto Sostegni. «Occorrerà attendere questo periodo per avere conferma della misura, che nel frattempo potrebbe anche subire dei cambiamenti» spiega Casolo. «Bisognerà anche aspettare di conoscere i dettagli dei requisiti».

Occorrerà un controllo su chi percepisce il bonus

«Il decreto attuativo immagino prevederà anche un meccanismo di controllo, in modo che l’assegno arrivi ai figli, i veri destinatari. Da questo punto di vista c’è comunque un aspetto positivo: il bonus potrebbe porre fine a situazioni non rare, nelle quali il genitore che dovrebbe versare il mantenimento adduce difficoltà economiche non sempre fondate per sottrarsi al pagamento. Se fosse l’Inps a versare l’importo direttamente al beneficiario questo non accadrebbe più. Nel caso in cui, invece, sia versato al coniuge cui spetta il pagamento, penso che dovrebbe essere prevista anche la possibilità di revoca in caso di uso improprio» conclude l’avvocata esperta di diritto matrimoniale.