Se la pandemia di Covid 19 è terminata ormai da qualche mese e il contagio non è più ritenuto così pericoloso, a farsi sentire sono ancora spesso le conseguenze economiche di quel periodo. Come il fatto che nei mesi nei quali il coronavirus circolava, molti genitori si sono trovati in difficoltà, soprattutto se separati o divorziati: spesso è accaduto, infatti, che oltre a non poter uscire di casa, qualcuno si sia visto sospendere l’arrivo dell’assegno di mantenimento per i figli dall’ex. Per loro c’è ancora tempo per chiedere il bonus genitori separati. Qui ti spieghiamo a cosa serve, quali sono i requisiti e fino a quando puoi fare domanda.
Cos’è il bonus genitori separati
«Il bonus genitori separati è un contributo avente natura assistenziale, introdotto con il “Decreto Sostegni” consequenziale al periodo Covid, nato appunto per aiutare chi dalla pandemia ha subito gravi difficoltà economiche e specialmente se con figli a carico», spiega l’avvocata Celeste Collovati, dello studio legale Dirittissimo. «Ne possono beneficiare, infatti, solo i genitori separati o divorziati che abbiano dovuto subire l’inadempimento dell’altro coniuge, il quale, a causa della ridotta o cessata attività lavorativa, ha percepito un reddito inferiore almeno del 30% rispetto a quello del 2019», aggiunge l’esperta. Possono riceverlo, quindi, madri e padri che, nel periodo di emergenza Covid, vivevano con figli minorenni (oppure over 18, ma con disabilità grave) e non si sono visti versare l’assegno di mantenimento dall’ex partner.
Chi ne ha diritto
Oltre ad essere genitori separati o divorziati, che vivono da soli con i figli, esiste anche un requisito di reddito. Chi lo richiede, infatti, non deve superare gli 8.174 euro di reddito complessivo annuo. Non solo: la misura è stata pensata per i casi nei quali il genitore che avrebbe dovuto versare l’assegno non ha potuto farlo a causa della crisi economica legata alla pandemia. In particolare, a coloro che siano stati costretti a cessare il lavoro dall’8 marzo 2020 al 31 marzo 2022 (data di cessazione dello stato di emergenza Covid) per un minimo di 90 giorni oppure abbiano avuto un reddito ridotto almeno del 30% rispetto a quello dell’anno prima (2019).
Chi paga il bonus genitori separati e come chiederlo
A erogare il contributo, è l’Istituto di Previdenza sociale-INPS, a cui va inoltrata la domanda, attraverso l’apposito servizio, nella sezione “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche”. Il nome della misura è: “Contributo per genitori separati o divorziati per garantire la continuità dell’erogazione dell’assegno di mantenimento”. Per accedere occorre un’autenticazione mediante sistema di identità digitale (SPID almeno di secondo livello, CIE 3.0, CNS).
A quanto ammonta
Il bonus consiste in un versamento da parte dell’INPS, pari a quello che il genitore separato o divorziato avrebbe dovuto ricevere, con un tetto massimo di 800 euro e «per un massimo di 12 mensilità. Il genitore che ne ha diritto deve essere in stato di bisogno e ha obbligo di utilizzare tale somma per provvedere al sostentamento oltre che proprio, dei figli minori, maggiorenni portatori di handicap grave», chiarisce Collovati. Si andrà a esaurimento delle risorse: il Governo ha previsto 10 milioni di euro, grazie al fondo per il sostegno in favore dei genitori divorziati o separati in stato di bisogno. Va ricordato che questa misura non limita la possibilità di accedere anche al Bonus mamma.
C’è tempo solo fino al 31 marzo 2024
Un altro parametro da tenere in considerazione riguarda i tempi: le domande sono aperte dal 12 febbraio, ma il termine ultimo è il 31 marzo 2024. Non si tratta, però, di “click days”, perché non conterà l’ordine di presentazione della domanda, ma la sussistenza dei requisiti. «Per le domande, infatti, in questo caso non verranno decise in ordine cronologico e si possono trovare tutti i requisiti indicati espressamente da INPS nel messaggi divulgato il 9.2.2024 (n. 614)», conclude l’avvocato Collovati. Alla verifica provvederà il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che le effettuerà secondo i criteri definiti con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23.8.2022.