Buone notizie per chi si sposerà entro dicembre. Anche quest’anno saranno erogati i “bonus matrimonio”. Attenzione, però. Gli assegni non sono previsti per tutti i novelli sposi. I contributi vengono concessi ad alcune categorie di lavoratori, quelli in posizioni più svantaggiate, e a persone disoccupate in possesso dei requisiti richiesti. I top manager e gli impiegati, ad esempio, non ne hanno diritto. I dipendenti di enti pubblici nemmeno.
Inoltre sono esclusi dal beneficio coloro che si sposano con il solo matrimonio religioso (cioè non trascrivibile o non trascritto nei registri di stato civile oppure, per religioni diverse da quella cattolica, non preceduto o non seguito dalle nozze anche in Comune), da non confondere con il matrimonio concordatario (celebrato da un sacerdote cattolico, reso tale dalla lettura degli articoli del codice civile in materia, documentato da un atto redatto dal prete, registrato anche dallo Stato e con pieni effetti giuridici). Non è dato sapere, non ancora, se il beneficio sia esteso anche alle unioni civili.
Che cosa è il bonus matrimonio
Tutto fa capo all’Inps. “Il bonus matrimonio – spiegano al contact center dell’Istituto – è un piccolo aiuto economico, un contributo alle spese, una delle forme di sostegno ai redditi bassi. Oltre che ai soldi, dà diritto a una assenza giustificata dal lavoro”. Viene concesso a chi usufruisce di 8 giorni di congedo straordinario (entro i 30 giorni successivi alla data della cerimonia) e sceglie i matrimoni civili o concordatari (cioè celebrati in chiesa con il rito religioso e trascritti nei registri comunali, con il pieno riconoscimento degli effetti civili da parte dello Stato). Può essere accordato a uno dei due futuri coniugi o anche a entrambi (nel qual caso gli assegni diventerebbe due, uno per il marito e uno per la moglie), sempre che l’uno e l’altra ne abbiano singolarmente diritto.
A chi spetta il contributo per le nozze
Il bonus non è per tutti e non è vincolato all’Isee. L’assegno per congedo matrimoniale spetta agli operai, agli apprendisti, ai lavoratori a domicilio e ai marittimi di bassa forza, dipendenti da aziende industriali, artigiane, cooperative. Le condizioni di base, per chiederlo, sono: la scelta del matrimonio civile o concordatario; un rapporto di lavoro esistente da almeno una settimana; l’effettiva fruizione del congedo (assenza dal lavoro) entro 30 giorni dalla data delle nozze.
Il bonus viene erogato anche ai lavoratori disoccupati in grado di dimostrare che nei novanta giorni precedenti il matrimonio hanno prestato la propria opera, per almeno15 giorni, alle dipendenze delle aziende sopra indicate; ai lavoratori che non siano in servizio effettivo per una ragione giustificabile (per malattia, infortunio, richiamo alle armi ecc.).
Come funziona per persone divorziate o vedove
Altra indicazioni: si ha diritto a percepire successivi assegni – per seconde o terze nozze – solo se vedovi o divorziati, sempre che sussistano i requisiti di base previsti. Se i matrimoni sono celebrati solo con il rito religioso, cattolico o di altre credenze, il bonus non è previsto. Succede ad esempio quando due diciassettenni si sposano in chiesa, ma il matrimonio civile non è possibile fino al compimento della maggiore età (a meno che sia il nulla osta del tribunale per i minorenni). O è il caso di matrimoni sanciti dalle formule dei culti più disparati, non preceduti o non seguiti dalle nozze civili formalizzate in Municipio. Se due fidanzati buddisti si sposano in un tempio, ma non anche in Comune, il beneficio economico non c’è.
Quali categorie non possono avere il bonus
L’assegno per congedo matrimoniale non spetta a apprendisti impiegati, impiegati e dirigenti di aziende industriali, artigiane, cooperative e della lavorazione del tabacco; lavoratori di aziende agricole, settore commercio, credito; assicurazioni, enti locali e enti statali; personale di aziende che non versano il corrispondete contributo alla Cassa unica assegni familiari.
Quanto spetta ai coniugi destinatari dell’assegno
A operai e apprendisti è dovuta la somma corrispondente a 7 giorni di retribuzione, detratta la percentuale a carico del lavoratore, pari al 5,54 per cento. Ai lavoratori a domicilio sono erogati 7 giorni di guadagno medio giornaliero, sempre detratta la percentuale del 5,54 per cento. Per i marittimi l’importo del bonus equivale 8 giorni di salario medio, meno il 5,54 per cento.
Nel caso di part-time verticale l’importo è rapportato ai giorni di retribuzione stabiliti dal contratto e c’è sempre la solita percentuale da togliere.
Con che cosa è cumulabile il bonus matrimonio
L’assegno è cumulabile, in parte, con l’indennità Inail per gli infortuni sul lavoro. Viene corrisposta la differenza tra la retribuzione che spetterebbe se si fosse in servizio e l’importo versato a titolo di inabilità temporanea. Il bonus matrimonio, invece, non è cumulabile con le prestazioni di malattia, maternità, cassa integrazione ordinaria e straordinaria, trattamenti di disoccupazione. Però è più favorevole e le sostituisce. Durante il congedo matrimoniale il lavoratore conserva il diritto agli assegni familiari .
Sull’estensione alle unioni civili non c’è chiarezza
Sul sito dell’Istituto di previdenza non è precisato se il bonus sia erogabile o no anche i partner dello stesso sesso legati da unioni civili, per molte cose parificati ai coniugi, almeno sulla carta. Al contact center dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, dove per aver chiarimenti si viene messi in attesa e per lunghi minuti, rispondono con il condizionale e nei modi più disparati. Uno degli operatori consultati dice: “Gli assegni dovrebbero riguardare anche loro, i partner dello stesso sesso”. Secondo una operatrice, di orientamento opposto: “Gli strumenti a sostegno del reddito, come il bonus matrimonio, non rientrano tra le prestazioni estese alle unioni civili, non secondo una circolare di fine dicembre”.
Come e dove presentare le domande per ottenere il bonus matrimonio 2017
I lavoratori occupati devono presentare la domanda al datore di lavoro alla fine del congedo matrimoniale e non oltre 60 giorni dalle nozze, allegando il certificato di matrimonio o lo stato di famiglia con i dati del matrimonio rilasciato dall’autorità comunale o una dichiarazione sostitutiva. Se non riesce stare nei termini, nessun problema. Si può presentare un certificato rilasciato dall’autorità religiosa oppure una dichiarazione sostitutiva autenticata, purché successivamente si provveda a consegnare la documentazione prescritta.
I canali a disposizione dei disoccupati
I lavoratori disoccupati o richiamati alle armi devono inoltrare un’istanza all’Inps, entro un anno dalla data del matrimonio, utilizzando uno dei seguenti canali: 1) portale www.inps.it: bisogna avere il pin, selezionare il servizio “invio online di domande di prestazioni a sostegno del reddito” e poi la funzione “assegno per congedo matrimoniale”; 2) patronati: attraverso i servizi telematici da loro messi a disposizione; 3) contact center Inps : numero 803164 gratuito da rete fissa o il numero 06.164164 da rete mobile, a pagamento. Per far istruire le pratica, e avere il bonus, è necessario presentare una serie di documenti. L’elenco, che varia a seconda della posizione dei richiedenti, si trova sempre sul sito Inps. Per i lavoratori occupati l’assegno viene pagato, per conto dell’Inps, dal datore di lavoro. Ai lavoratori disoccupati, o richiamati alle armi, il bonus è corrisposto direttamente dall’Istituto di previdenza.
“Questo strumento è poco pubblicizzato e non è conosciuto”
Marzia Pulvirenti, del Centro donna della Cgil di Milano, sottolinea: “È vero che questo tipo di bonus riguarda un numero limitato di categorie e di posizioni lavorative. Ma per chi ne ha diritto – ripete – è una misura importante. Eppure non è stata pubblicizzata. Quasi nessuno ne è al corrente. La controprova? Non ho avuto alcuna richiesta di informazioni, diversamente da quanto succede per i sostegni alla maternità. E non è dato sapere se è o sarà estesa alle coppie delle unioni civili”.