Un bonus fiscale anche per i nonni, a partire dall’anno prossimo.  È più che una ipotesi. Lo prevedono due emendamenti alla legge di Bilancio presentati in Senato da Alternativa popolare e da sottoporre alla votazione dell’aula. La nuova misura, sempre che con ci siano sgambetti e arrivino l’ok della maggioranza dei parlamentari o la fiducia, consentirà ai “pilastri “ di molte famiglie di detrarre il 19 per cento delle spese sostenute per  finanziarie le attività sportive, scolastiche e universitarie dei nipoti e per pagare assicurazioni e assistenza medica.

A chi sarà destinato il nuovo aiuto?

Più che di un bonus in senso stretto, va precisato, si tratta di un’agevolazione fiscale, con un meccanismo simile a quelli già collaudati. Le integrazioni legislative prevedono l’estensione delle detrazioni al 19 per cento ai parenti in linea retta (nonni e bisnonni, oltre che genitori) che effettuano pagamenti a vantaggio di un altro parente in linea retta (nipoti e bisnipoti, più i figli). Non sarà necessario il requisito della convivenza tra chi sostiene le spese e chi ne beneficia.

Quali sono le motivazioni?

“Molti dei nonni italiani – argomentano i senatori che hanno firmato gli emendamenti – davanti alle difficoltà delle famiglie non si limitano più a prestazioni mosse da gratuità, accompagnando i nipoti a scuola, aiutandoli a studiare…, ma mettono mano al portafoglio per contribuire a pagare le rette scolastiche e universitarie, le spese di carattere sanitario…. Per tali somme, rigorosamente documentate, si introducono detrazioni fiscali, nella stessa misura prevista per le spese dei genitori nei confronti dei figli”.

Quanto costerà questa operazione?

I promotori del “bonus” ritengono che nel primo anno di applicazione i nonni interessati saranno tra l’8 e il 20 per cento del totale, un esercito di almeno 10 milioni di persone (12,5 milioni secondo le stime più larghe di di Federanziani).  L’aggravio previsto per il bilancio dello Stato è di 125 milioni di euro nel 2018, 200 nel 2019 e 300 milioni nel 2020, cifre che potrebbero essere “ricavate da un lieve aumento delle imposte su giochi e lotterie”.

Che cosa si potrà detrarre?

Le  “voci” detraibili dalla dichiarazione dei redditi dei redditi, soggette dunque al beneficio dello “sconto” del 19 per cento, saranno le seguenti: spese per attività sportive dei discendenti (per i ragazzi tra i 5 ed i 18 anni) spese scolastiche; spese universitarie; spese mediche; spese assicurative; spese di affitto per i fuorisede.

E  per i nonni baby sitter?

In teoria un aiuto per le nonne e i nonni che si prendono cura dei nipoti, in questo caso di pochi mesi di vita, già c’è. Nulla vieta, confermano dall’Inps, che  pure loro possano essere compensanti con i voucher per i servizi di baby sitting erogati dall’istituto di previdenza alle madri che rinunciano al congedo di maternità facoltativo e riprendono a lavorare in anticipo. L’importo massimo previsto è di 600 euro al mese per 6 mesi (o 3 per le mamme lavoratrici autonome). Informazioni  specifiche si trovano nel portale ufficiale inps.it o si possono chiedere ai patronati e ai centri famiglia dei sindacati.