È tempo di 730 e milioni di italiani sono alle prese con la dichiarazione dei redditi e le detrazioni fiscali. Il bonus ristrutturazioni, che dà diritto a uno sconto pari al 50% della spesa per ristrutturare la casa, secondo Confartigianato nel 2016 ha permesso agli italiani di risparmiare 5,8 miliardi.
L’Agenzia delle entrate ha pubblicato una guida ai documenti da presentare (agenziaentrate.gov.it – le guide dell’agenzia). «Dovranno essere conservati per 5 anni e mostrati a eventuali controlli» spiega Giorgia Salardi, presidente dell’Unione giovani commercialisti di Mantova. Ecco le cose da sapere e come rimediare a eventuali errori.
I documenti da conservare
Oltre alle fatture, alle ricevute di pagamento e alle copie dei bonifici parlanti (quelli previsti dell’art. 16 bis del Dpr 917/1986), metti da parte le ricevute dell’Imu e i documenti relativi alle autorizzazioni o comunicazioni necessarie per la ristrutturazione, come per esempio la Cia (Comunicazione di inizio attività). «Se il tipo di lavoro lo richiedeva, è necessario conservare anche la comunicazione preventiva alla Asl che riporta la data di inizio lavori, come indicato dalle norme in materia di sicurezza dei cantieri» aggiunge la Salardi. «In tutti i casi devi comunque conservare la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, resa ai sensi dell’art.47 del D.P.R. 28/12/2000, n. 445, in cui oltre alla data di inizio dei lavori si attesta che gli interventi di ristrutturazione edilizia rientravano tra quelli agevolabili».
Per i lavori condominiali occorre invece la delibera dell’assemblea con l’approvazione dei lavori, la divisione in millesimi e una certificazione in cui l’amministratore attesta di avere adempiuto agli obblighi di legge.
Se i bonifici sono incompleti
Hai dimenticato di indicare nella causale la partita Iva della ditta che ha eseguito i lavori, il tuo codice fiscale o non hai usato il bonifico parlante? Richiedi all’impresa una dichiarazione sostitutiva di atto notorio in cui attesta di avere ricevuto i pagamenti e averli inclusi nella contabilità.
Se chiedi le detrazioni sui mobili
Ne hai diritto anche se non hai pagato con il bonifico parlante purché l’acquisto, che deve essere collegato a una ristrutturazione, sia stato pagato con carta di credito o bancomat e tu abbia conservato la ricevuta. L’agevolazione non è concessa se hai pagato in contanti o con assegni.
Se la casa è intestata al partner
Coniugi e conviventi possono scaricare le spese sostenute per l’immobile di proprietà del partner. Sulle fatture dovrà però essere chiaramente indicato il nome di chi ha pagato.