Perché inserire il tuo pet nel testamento

Sarà perché siamo maledettamente scaramantici. Sarà perché non fa parte della nostra cultura. Fatto sta che in Italia, il testamento è ancora un tabù. «Eppure, mettere nero su bianco le proprie volontà è importante» dice Gianluca Abbate, consigliere nazionale del Notariato con delega al sociale e al terzo settore (www.notariato.it). «Innanzitutto, sei tu a decidere a chi affidare i tuoi beni senza che gli eredi abbiano da ridire. Puoi anche fare in modo, per esempio, che risparmino sulle spese di successione, evitando che debbano procedere alla parcellizzazione di un patrimonio indiviso. In più, se vivi con un animale domestico, questo è il modo più sicuro per dargli una vita serena dopo di te. Cani e gatti non sono soggetti giuridici e, alla morte del proprietario, non godono di tutele se non è stata decisa preventivamente la loro sorte. Ecco perché conviene sempre ricordarli nel testamento» precisa l’esperto, che qui spiega i due modi in cui farlo.

Puoi affidare il tuo pet a un amico

La cosa più semplice è nominare nel testamento una persona che dovrà occuparsi del tuo pet, magari destinandogli una parte del tuo patrimonio proprio a questo scopo, così potrà tenere fede al mandato senza sostenere spese extra. Ovviamente è una persona di cui ti fidi, ma per essere certa che farà quello che gli hai chiesto, meglio aggiungere anche un esecutore testamentario che vigili sul suo operato, come suggerisce il notaio.

L’alternativa: il lascito solidale

È possibile, però, che non si abbia nessuno a cui affidare il tuo amato pet. In questo caso puoi ricorrere al lascito solidale. «Ti consente di donare il patrimonio, o parte di esso, a un’associazione di volontariato che è disposta a curare il pet quando non potrai farlo tu. La stessa può diventare tua erede a tutti gli effetti oppure ricevere come legataria un singolo bene, di cui disporre affinché all’animale non manchi mai nulla» spiega il notaio. E aggiunge: «Chi non è sposato o unito civilmente, non ha figli o nipoti in successione lineare (figli di figli) e nemmeno i genitori può lasciare tutto quello che ha senza vincoli. Chi ha eredi legittimari, invece, sottoscrive un lascito solidale della cosiddetta quota disponibile, che non è mai inferiore a un quarto del patrimonio ereditario» precisa.

Sbaglia chi pensa che il testamento sia una cosa da ricchi. Anche un piccolo lascito può fare la differenza per l’associazione che lo riceve. Ma soprattutto dà serenità, perché non lascia nulla in sospeso. Senza contare che è possibile cambiare le proprie volontà, modificando il documento anche più volte.

Il fai-da-te è a rischio d’errore

Puoi redigere di tuo pugno uno scritto con le tue volontà e lasciarlo in un luogo sicuro. È facile, ma comporta dei rischi. Può andare perso o qualcuno può sottrarlo. Ma, soprattutto, dato che non sei esperta, scrivendolo puoi commettere degli errori. «Capita spesso che questi documenti abbiamo vizi di forma o di contenuto che li rendono impugnabili dagli eredi. Diverso è il caso in cui lo scritto viene ricevuto da un professionista che traduce le nostre volontà senza creare equivoci. E poi lo conserva in un luogo sicuro» dice Abbate.

Per saperne di più sul lascito solidale

Il 13 settembre è stata la Giornata del lascito solidale e Lav, nella settimana dal 14 al 19, organizza molte iniziative per chi vuole saperne di più. Come le consulenze gratuite nella sede di Roma, su appuntamento (064461325 o [email protected]) oppure il webinar Come e perché dedicare un lascito agli animali (lav.it/lasciti). Infine, propone dirette facebook su questo argomento dove chi l’ha già fatto porta la sua testimonianza.