Canone Rai 2016 in bolletta: tanti i dubbi ancora aperti
Numero verde Rai in tilt, problemi anche per contattare il numero a pagamento, tempi di attesa lunghissimi per la consulenza personalizzata su prenotazione, nessuna risposta chiara per i casi particolari. Doppiata la fatidica data del 31 gennaio – quella che in passato rappresentava la scadenza tassativa per il pagamento dell’abbonamento Rai – sul nuovo canone tv continuano a esserci dubbi, quesiti, interrogativi aperti.
Abbiamo provato il call center gratuito della Rai – opzione 1
Il cardine della rivoluzione sembra chiaro a tutti: l’importo previsto, 100 euro, a partire da luglio sarà addebitato nella bolletta elettrica della residenza anagrafica dell’utente. Ma per le tipologie atipiche di telespettatori, una miriade, ancora non è dato sapere come funzionerà. Riuscire a parlare con gli operatori del call center gratuito (800.938362) è un miracolo. Ci vogliono decine di tentativi, e una scorta infinita di costanza , per trovare la linea libera.
Canone Rai 2016: le domande che si pongono gli abbonati
In una casa ristrutturata ci sono tre diverse famiglie di parenti e un solo contatore della luce. Come e quando devono pagare i due nuclei senza bolletta elettrica? Una coppia di omosessuali residenti nella stessa abitazione è considerata una famiglia anagrafica, ai fini del canone, oppure ogni partner deve versare 100 euro?In un alloggio per studenti fuori sede, con uno o più apparecchi, l’abbonamento alla tv di chi è carico? Di tutti? Solo del primo arrivato o dell’ultimo? E chi si abbonerà nei prossimi mesi, ad esempio perché si è sposato, sarà costretto a sobbarcarsi dodici mesi e non sei o sette, per colpa dell’addebito fisso in bolletta?
Abbiamo provato il numero a pagamento della Rai – opzione 2
Non se ne esce. Non ancora. Il ritornello, al numero verde bollente e al numero a pagamento (199.123000), è simile: “Bisogna avere un po’ di pazienza. Stiamo cercando anche noi di capire tutti i dettagli. Dovete richiamare tra marzo e aprile”. Entro la primavera infatti il direttore dell’Agenzia delle Entrate dovrebbe emettere un provvedimento e dare istruzioni concrete, si spera a tutto campo. Tentare di aggirare l’ostacolo, con una consulenza telefonica personalizzata, non dà risultati immediati.
Il servizio gratuito “Pronto la Rai” – opzione 3
Il servizio gratuito “Pronto la Rai” (www.prontolarai.it) teoricamente “consente agli abbonati di risolvere gran parte delle casistiche riguardanti sia i canoni televisivi ad uso familiare sia quelli fuori dall’ambito familiare”. È possibile prenotare on line un appuntamento telefonico per essere ricontattati e chiedere assistenza. “Per fissare un appuntamento nel giorno e nell’ora da voi indicati, è necessario registrarsi al servizio” compilando il form che si trova nel portale. Nella realtà non si scelgono i tempi a propria e totale discrezione, ma c’è da mettersi in coda. La lista d’attesa per essere richiamati, ad oggi, è di cinque settimane. E poi non è affatto scontato che si ottengano chiarimenti. Non solo. In questo groviglio c’è il rischio che, con la scusa del canone, si mettano in azione truffatori e farabutti, quelli che con pretesti e scuse verosimili imbrogliano e derubano il prossimo. “Attenzione – mette in guardia il sito “Pronto la rai” – non verranno in alcun caso richiesti dati per effettuare pagamenti on-line (numero di carta di credito o coordinate bancarie)”.
Canone Rai 2016: anche gli arretrati finiranno nella bolletta della luce?
Potrebbero invece essere pretesi i versamenti dei canoni evasi in passato, con le multe e le maggiorazioni previste. I controlli a ritroso, se e quando verranno pianificati e attuati, potenzialmente arriverebbero fino al 2006.”La prescrizione – spiega Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione nazionale consumatori – è decennale. Non si può escludere che, come in passato, provino a domandare anche gli arretrati, chiedendo conto di quando è stato acquistato il televisore. Comunque la legge di Stabilità, rispetto agli anni scorsi, sul punto non ha introdotto alcuna modifica legislativa. La presunzione della detenzione di un apparecchio televisivo, ove ci sia una fornitura di energia elettrica, è entrata in vigore il primo gennaio 2016. Dato che la presunzione non può equivalere a certezza, è ammessa l’autocertificazione per dire che non si possiede la tv, con le modalità che il direttore dell’Agenzia dell’Entrate deve ancora stabilire e comunicare. In ogni caso – conclude Dona – ricordiamo che, se si dichiara il falso, ci si espone anche a responsabilità penali”.