Un decreto interministeriale ad hoc, pubblicato un paio di settimane fa sulla Gazzetta ufficiale e appena entrato in vigore, ha sbloccato l’iter per l’introduzione concreta della Carta della famiglia nazionale, istituita dalla legge di Stabilità 2016. La tessera consentirà ai nuclei familiari numerosi – quelli con almeno tre figli minori a carico e Isee sotto i 30mila euro – di avere riduzioni tariffarie e sconti sull’acquisto di beni e servizi forniti da soggetti pubblici e da privati. Si tratta di uno strumento nuovo, in più, diverso dal Reddito di inclusione e dalla Social card, dai bonus bebè statali e locali e dagli altri incentivi alla maternità e alla famiglia già sperimentati. Un punto centrale però non è ancora del tutto chiaro: non si capisce se i comuni saranno tenuti a rilasciare le Carte (come il decreto sembra dare per scontato) o se l’erogazione delle tessere sarà facoltativa (come da comunicazione sul punto richiesta da Donna moderna al ministero del Lavoro).
Carta della famiglia: lo stato delle cose
Sul sito del ministero del Lavoro e delle politiche sociali (www.lavoro.gov.it) si parla al presente della nuova Carta, come se fosse già disponibile e in tempo reale. Ma la strada da percorrere, per arrivare alla distribuzione e alla diffusione delle tessere, non è finita. Saranno necessari altri passi e altro tempo. Le convenzioni e i protocolli con i venditori di prodotti e i fornitori di servizi disposti a concedere agevolazioni e riduzioni, chiamati ad aderire su base volontaria, devono ancora esse sottoscritte. E nei comuni, ai quali competono la ricezione delle richieste e l’emissione delle tessere, scarseggiano o mancano del tutto informazioni specifiche. Per farsi un’idea, in attesa che il tutto diventi concreto, ecco le indicazioni di base.
Chi potrà richiedere la Carta della famiglia?
I destinatari della Carta sono i nuclei familiari costituiti da cittadini italiani o da cittadini stranieri regolarmente residenti nel territorio italiano, con almeno tre figli minori a carico, con un Isee in corso di validità non superiore a 30mila euro. Sono incluse anche le famiglie con bimbi in affidamento, con o senza figli naturali. Il requisito base è il numero di under 18 presenti, oltre al tetto di reddito.
Come funzionerà?
Un genitore potrà richiedere la Carta al comune di residenza dichiarato nell’Isee, diventando titolare della tessera e responsabile del suo utilizzo. Dove previsto, andrà pagato un contributo per l’emissione della card, che avrà la forma di un tesserino cartaceo. Per usufruire degli sconti e dei vantaggi sarà necessario esibire la Carta nei negozi e nelle strutture pubbliche e private convenzionate, insieme a un documento di riconoscimento.
Dove si andrà a ritirare la Carta della famiglia?
La tessera verrà emessa dai singoli comuni (pagando un contributo, se e dove l’amministrazione comunale deciderà di richiederlo) e avrà una durata biennale (dalla data di rilascio). Non potrà essere ceduta. La forma sarà quella di un tesserino cartaceo (il facsimile è allegato al decreto ministeriale) personalizzato.
Quali saranno i benefici?
Gli sconti, le condizioni agevolate o le riduzioni tariffarie potranno essere applicati a beni alimentari (comprese bevande analcoliche), prodotti non alimentari (detersivi per la pulizia della casa, saponi e dentifrici, articoli di cartoleria e di cancelleria, libri e sussidi didattici, medicinali, prodotti farmaceutici e sanitari, strumenti e apparecchiature sanitari, abbigliamento e calzature) e servizi (fornitura di acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili per il riscaldamento, raccolta e smaltimento rifiuti solidi urbani, trasporti, servizi ricreativi e culturali, musei, spettacoli e manifestazioni sportive, palestre e centri sportivi, servizi turistici, alberghi e altre tipologie di alloggio, impianti turistici e del tempo libero, ristorazione, servizi socioeducativi e di sostegno alla genitorialità Istruzione, formazione professionale).
Ci saranno altri vantaggi?
La Carta sarà utilizzabile per creare uno o più gruppi di acquisto familiare o gruppi di acquisto solidale nazionali e per fruire di biglietti famiglia e abbonamenti famiglia – quelli già esistenti – per servizi di trasporto, culturali, sportivi, ludici, turistici….
La Carta della famiglia non è la social card
È bene non confondere questa carta sconto riservata alle famiglie numerose – sottolinea il ministero del Lavoro – con la social card, che invece è una carta acquisti. Entrambe le agevolazioni sono di competenza dei comuni, ma cambiano le caratteristiche e i requisiti di accesso.
Chi offrirà gli sconti?
Potranno offrire riduzioni e agevolazioni i soggetti pubblici o privati, di rilevanza nazionale, regionale o locale, che aderiranno all’iniziativa attraverso la stipula di protocolli d’intesa o di convenzioni. Saranno riconoscibili da un bollino, associato al logo della Carta. Nei negozi con il talloncino “Amico di famiglia” saranno offerti sconti pari o superiori al 5 per cento rispetto ai prezzi di listino. In quelli con bollino “Sostenitore della famiglia” la riduzione sarà pari o superiore al 20 per cento.
E chi cercherà e raccoglierà le adesioni?
Il ministero del Lavoro e delle politiche sociali formalizzerà protocolli d’intesa con le amministrazioni centrali dei referenti e convenzioni con soggetti pubblici o privati di rilevanza nazionale (esempi teorici: treni e musei). Le regioni e le province autonome stipuleranno accordi i con soggetti pubblici o privati di rilevanza regionale (abbonamenti per i trasporti pubblici). I comuni cercheranno partner su scala territoriale e potranno tagliare le tariffe dei servizi pubblici locali erogati direttamente o indirettamente (questo sì, sicuramente su base volontaria). “I soggetti che attiveranno i benefici – altra indicazione – ne daranno comunicazione sui rispettivi siti istituzionali e il ministero del Lavoro agevolerà la diffusione delle informazioni sui benefici attivati a livello regionale e locale”.
Dalle parole ai fatti
Paolo Perticalori, presidente della sezione marchigiana del Forum delle famiglie numerose, commenta: “Ci sono voluti un paio d’anni per avere il decreto attuativo, ci auguriamo che ci si metta meno per sottoscrivere convenzioni e protocolli e rendere concreta questa Carta. Purtroppo i comuni che abbiamo sondato ne sanno poco o nulla. La tessera c’è, le disposizioni ci sono. Manca il resto. Per questo, per sollecitare il passaggio dalla teoria alla pratica, abbiamo scritto ai vertici della regione Marche e all’Anci territoriale. Speriamo inoltre che il governo e il parlamento, anche se siamo a fine mandato, si attivino per sensibilizzare tutti i soggetti interessati e velocizzare l’attuazione dell’iniziativa. Invitiamo tutte le autorità ad adoperarsi fattivamente e tutti i potenziali interessati a dare la propria disponibilità. Penso alle Ferrovie dello stato, ad esempio, e alle catene della grande distribuzione. I giornali stanno parlando della Carta famiglia come se fosse cosa fatta. Purtroppo non è così”.
Il ministero del Lavoro risponde
Dal ministero del Lavoro arrivano risposte e rassicurazioni. “Siamo all’opera per attivare entro la fine del mese di gennaio una piattaforma online, attraverso la quale i comuni che decideranno di aderire all’iniziativa – ecco il punto ambiguo – potranno compilare (e scaricare, pronto per la stampa) il tesserino per il rilascio ai nuclei familiari richiedenti e comunicare le convenzioni attivate con gli esercenti privati attivate o la scontistica offerta sui servizi pubblici sul loro territorio. A tal fine nelle prossime ore partirà un’informativa rivolta proprio ai comuni, con la quale saranno informati delle procedure previste sia per l’adesione all’iniziativa, sia per il rilascio dei tesserini ai richiedenti. Il decreto introduce anche il rilascio di un bollino per gli esercizi amici della famiglia e sostenitori della famiglia. Pure queste procedure – precisano sempre dal ministero – saranno attivabili attraverso la piattaforma online disponibile tra qualche giorno”.
“Presto un primo protocollo d’intesa”
Il ministero del Lavoro fa sapere di avere “già avviato il confronto con il ministero dei Beni culturali, nei mesi scorsi, per l’attivazione di sconti e percorsi privilegiati nella fruizione dei servizi culturali (mostre, musei, ecc.) A breve dovrebbe essere formalizzato il protocollo d’intesa tra i due dicasteri, che individuerà il dettaglio dei benefici concordati”. Altra puntualizzazione ministeriale: “Per la natura stessa dello strumento sarà necessario un periodo di tempo, auspicabilmente breve, per il rodaggio delle procedure e per l’attivazione dei benefici in tutte le regioni e i comuni aderenti. La buona riuscita dell’iniziativa dipenderà anche dalla mobilitazione, oltre che del privato (piccoli e grandi esercenti) anche del terzo settore, formidabile canale di amplificazione delle informazioni e di pressione sui comuni, cui è demandato il compito di concedere il tesserino e di attivare i benefici. Ci auguriamo che aderisca il maggior numero possibile di amministrazioni municipali. Il decreto non prevede sanzioni per chi non lo farà”.
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