Il governo sta studiando meccanismi e strumenti per incrementare i pagamenti digitali e per contrastare l’evasione fiscale, con agevolazioni per i consumatori e per i commercianti e l’annuncio della tolleranza zero. Viene comunque esclusa una tassa sul prelievo di contanti ai bancomat, suggerita da Confindustria. Ecco le ultime novità.
Allo studio un pacchetto di misure per favorire la moneta elettronica
Per le amanti degli acquisti online, perennemente alla caccia di occasioni e di promozioni, cashback (ovvero “soldi indietro”) è una parola entrata da tempo nel lessico e nelle abitudini. È la restituzione di una percentuale dei soldi spesi per gli fatti acquisti in rete, attraverso piattaforme specializzate. Nel futuro prossimo potrebbe indicare il meccanismo messo a punto per spingere milioni di consumatori ad abbandonare i contanti e a usare più spesso la moneta elettronica, anche nei negozi tradizionali o per pagare l’idraulico e il dentista oppure il corso di lingue dei figli. I contribuenti meno affezionati a banconote e spiccioli tangibili, traduzione, dovrebbero essere premiati con detrazioni ad hoc nella dichiarazione dei redditi.
Obbiettivo: ridurre l’evasione fiscale
Il governo – lo ha confermato il premier Giuseppe Conte, a margine dell’assemblea dell’Onu – sta studiando un pacchetto di interventi e di incentivi per incrementare i pagamenti tracciati e contrastare così l’evasione fiscale, recuperando con l’extragettito i soldi necessari per finanziare le misure approntate.
Il ragionamento è semplice. Più circola moneta elettronica, minore è la possibilità di incamerare guadagni in nero. Meno sono le entrate esentasse, più aumentano le imposte versate alle casse pubbliche.
Conte: “Un patto con i cittadino onesti”
Lo stesso Conte ha detto: “Credo che adotteremo misure che cambieranno gli stili di vita degli italiani, in un modo che non ha mai avuto precedenti. Non si tratta di una singola cosa, stiamo lavorando a un provvedimento complessivo. Chiederò un patto con tutti i cittadini onesti: accettare questa sorpresa, questo provvedimento innovativo, perché poi pagheremo meno. Se vogliamo una svolta radicale, non bastano i palliativi”.
Misure per i consumatori e per i commercianti
“Il cashback – aveva anticipato qualche giorno fa il sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa, scendendo in concreto -riguarderebbe sia i negozianti sia le famiglie. Stiamo ragionando se iniziare dai settori con alte percentuali di evasione o direttamente su tutte le transazioni”.
Si agirebbe su un doppio binario, in ogni caso. L’idea è quella di garantire crediti di imposta, ai commercianti, per coprire i costi di istallazione e di gestione di Pos e di altri terminali. Parallelamente i consumatori dovrebbero avere agevolazioni fiscali in sede di dichiarazione dei redditi, per un importo pari a una percentuale dei pagamenti effettuati con strumenti alternativi al contante, la “restituzione” di cui si parla.
L’esempio da prendere a modello già c’è, come ricordano gli addetti ai lavori. Concerne l’acquisto di carburanti. Dall’1 luglio 2018 solo il pagamento tracciabile del rifornimento dà diritto alla deduzione dei costi e alla detrazione dell’Iva e allo stesso tempo è previsto un credito d’imposta per i benzinai.
No contanti, no detrazioni?
Si guarda anche al meccanismo già sperimentato con le agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie e il risparmio energetico. Oggi vengono riconosciute unicamente se il pagamento avviene con bonifico bancario. Allo stesso modo il ricorso agli strumenti elettronici potrebbe diventare la condizione necessaria e obbligatoria per poter fruire delle il attuali detrazioni Irpef, sulle spese mediche, scolastiche, funebri… Chi paga in contanti, invece, perderebbe il diritto alla detrazione.
Ridurre le commissioni sui pagamenti digitali
Un altro meccanismo su cui il Governo sta riflettendo è l’abbattimento delle commissioni applicate sui pagamenti effettuati con carte di credito e affini, un onere a carico di esercenti e fornitori. “Sto parlando da mesi con gli operatori – ha rivelato il sottosegretario Villarosa, presente anche nella precedente compagine governativa – e resto sempre più convinto che per incrementare l’utilizzo degli strumenti digitali è fondamentale eliminare i costi delle transazioni sotto i 5 euro e ridurre pesantemente i costi per quelle sotto i 25 euro”, alleggerendo l’esborso (o azzerandolo del tutto, per i microimporti) soprattutto per chi ha bassi margini di guadagno, ad esempio gli edicolanti ei tabaccai.
Carte uniche multitasking
Per favoire la diffusione di carte di credito e bancomat – ulteriore misura possibile – si starebbe valutando anche il modo di collegare a un conto di pagamento (ricaricabile anche in tabaccheria) le carte d’identità elettroniche, che già inglobano una serie di dati personali e che presto potrebbero contenere anche la patente e altre funzioni, compreso il “borsellino elettronico”. Altra ipotesi ancora è la distribuzione gratuita dei bancomat alle persone con più di 65 anni.
“Nessuna tassa in vista sui prelievi di contanti”
Non verrebbe invece presa in considerazione l’opportunità di tassare il prelievo di contanti al di sopra di un tetto mensile di 1.500, l’opzione suggerita dal Centro studi di Confindustria per coprire i crediti di imposta da accordare agli utilizzatori della moneta elettronica. Anzi. Appena è stata ventilata questa possibilità – con l’indicazione di un balzello del 2 per cento – sono piovute critiche, prese di distanza, smentite.
Torna invece in primo piano l’impegno a fissare e regolamentare le multe da dare ai commercianti che, pur esistendo specifici obblighi dal 2016, non si sono ancora dotati di Pos e simili o si rifiutano di accettare la moneta elettronica per piccoli pagamenti. In generale, per furbetti ed evasori ed elusori delle imposte, si prospetta il pugno di ferro.
“Il problema di fondo è culturale”
Ariela Mortara, docente di sociologia dei consumi allo Iulm di Milano, non entra nel merito delle singole misure al vaglio. Mette l’accento su quella che per lei è la questione di fondo. “Molti italiani, in particolare quelli di una certa età, sono diffidenti rispetto alle carte di credito e sono restii a prenderle ed usarle. È un problema culturale e di abitudini acquisite, difficili da scalfire. Credo che il cashback fiscale e altri benefit possano incentivare chi già usa la moneta elettronica. Per le persone più anziane temo che i meccanismi premiali non sarebbero sufficienti. Ci vorrebbe una educazione mirata. La si fa con i più giovani, servirebbe pure per le generazioni over. Per i commercianti la situazione è diversa. Le resistenze alle transazioni digitali per loro arrivano dalle commissioni che vengono applicate ad ogni operazione. Far leva su questo aspetto, con una riduzione al minimo o un azzeramento dei costi, darebbe sicuramente risultati apprezzabili”.