Quando si tratta di far valere i propri diritti, gli italiani non sono poi così battaglieri: lo conferma un’indagine dell’Unione nazionale consumatori. «Se subiscono un danno sotto i 500 euro, 9 volte su dieci rinunciano» spiega Massimiliano Dona, segretario dell’associazione. «Dall’anno prossimo, però, le cose potrebbero cambiare. Ad aprile 2020 entrerà in vigore la nuova legge sulla class action, che darà ai consumatori un’arma efficace contro i piccoli soprusi, perché sarà più facile coinvolgere migliaia di persone che hanno subito lo stesso danno». Le nuove norme scatteranno per i torti subiti dal giorno di entrata in vigore della riforma. Fino ad allora, chi vuole rivalersi può già avviare o partecipare a un’azione di gruppo. Da nove anni, infatti, esiste una legge che permette a più consumatori di chiedere, con un unico procedimento, il risarcimento di un danno “collettivo”.

Cosa succederà da aprile 2020

«La class action si “trasferirà” dal Codice del consumo al Codice civile» spiega Ivo Tarantino, responsabile Public affair di Altroconsumo. «Significa che fino a oggi si può agire in gruppo contro un’azienda solo se questa è venuta meno agli impegni sottoscritti nel contratto, per esempio aumentando il costo di un servizio; domani potremo farlo per altre motivazioni, per esempio, per i danni alla salute causati da una fabbrica che inquina. Resta fuori la pubblica amministrazione, ma non se l’azienda gestisce un servizio utile a tutti, come i trasporti o la raccolta rifiuti. L’altra novità è che ci si potrà unire all’azione collettiva anche dopo la sentenza, quando il giudice avrà dichiarato colpevole l’azienda, per chiedere il rimborso del danno».

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L’avvocato Erin Brockovich porta avanti la class action contro il Governo Federale a favore dell’ambiente

In che modo puoi muoverti oggi

Prodotti difettati, servizi inefficienti, rincari tariffari ingiustificati: quando le aziende non tengono fede al contratto, provocando lo stesso danno a più consumatori, si può avviare una class action. «Poniamo il caso di una ditta che venda lavatrici con delle pecche. Se domani scopri che il tuo apparecchio ha una “tara”, il primo passo è capire se il problema riguarda altri. Come? Contattando le associazioni di consumatori. Se è così, puoi proporre a una di esse di prendere l’iniziativa o agire con un avvocato» dice Dona.

Come calcolare i costi di una class action

Se a promuovere la class action è un’associazione, in genere, non chiede denaro, ma si limita a un contributo che non supera poche decine di euro. Se ti rivolgi a un avvocato, dovrai concordare con lui chi anticiperà le spese, il contributo dei partecipanti e la parcella. «Attenzione a scegliere organismi competenti» avverte Antonella Nanna, responsabile della consulta giuridica di Federconsumatori. «Per partire, ogni class action deve ottenere l’ammissibilità da parte del giudice e, se la domanda viene rigettata, l’azione non può essere riproposta sullo stesso argomento». L’altro tema è quello dei costi di pubblicità. Se il tribunale dà l’ok, stabilisce un limite di almeno 120 giorni di tempo per raccogliere adesioni. «Il proponente deve pubblicizzare la causa online o sui giornali a sue spese» avverte Dona.

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I sostenitori di una class action contro l’azienda Tepco per il disastro nucleare di Fukushima

Quali sono le azioni in corso

Sono diverse le cause in preparazione. L’Unc (consumatori.it) sta raccogliendo segnalazioni sui casi di “obsolescenza programmata” che riguardano i cellulari Samsung Note 4 e diversi iPhone 6, che dopo l’aggiornamento del software sono diventati lenti o malfunzionanti, tanto che l’Antitrust ha multato le aziende per 5 e 10 milioni di euro. Dopo lo scandalo Cambridge Analytica, Altroconsumo sta preparando un’azione collettiva contro Facebook per aver ceduto i dati personali dei suoi utenti senza consenso. L’associazione chiederà per ciascun aderente 285 euro per ogni anno di iscrizione al social network. Trovi la campagna per le preadesioni su altroconsumo.it.

UN CASO DI SUCCESSO IN ITALIA

Nel dicembre 2012, a causa di un problema informatico, l’azienda di trasporto Trenord ha accumulato ritardi spaventosi. Grazie alla class action di Altroconsumo più di 3.000 pendolari hanno ottenuto un risarcimento di circa 100 euro a testa.