Buone notizie per le famiglie che hanno una collaboratrice domestica, una baby sitter o una badante assunta con un regolare contratto. Cassacolf, la cassa di assistenza sanitaria integrativa dei lavoratori domestici e dei datori di lavoro, prevede dal 1 luglio nuovi benefit proprio per loro. «Ne hanno diritto tutti coloro che aderiscono al Contratto collettivo nazionale della categoria, perché in questo caso l’iscrizione a Cassacolf è automatica» spiega Alessandro Lupi, vicepresidente dell’ente. «Inoltre non è necessario avere un collaboratore a tempo pieno, è sufficiente versare almeno 25 euro di contributi Inps all’anno, basta quindi un contratto di 8 ore a settimana». Vediamole allora.
Se la collaboratrice va in maternità
Se la collaboratrice va in maternità si può richiedere un contributo di 300 euro per pagare un sostituto, che deve però essere assunto con regolare contratto a tempo determinato. Bisogna avere versato almeno un anno di contributi, poi si fa domanda a Cassacolf, presentando la documentazione che attesti la maternità della dipendente, la lettera di assunzione del sostituto, la comunicazione fatta all’Inps, i prospetti paga o le ricevute di pagamento dei contributi.
Se il datore non è più autosufficiente
«Questa nuova tutela è molto importante e riguarda tutti i datori di lavoro che al momento dell’iscrizione a Cassacolf avevano meno di 67 anni ed erano autosufficienti. Serve inoltre almeno un anno di contributi versati in via continuativa» chiarisce Lupi. In pratica se il datore di lavoro ha un incidente o per malattia diventa non autosufficiente, può chiedere alla Cassa un rimborso di 300 euro al mese per 12 mesi consecutivi per le spese di un’assistente domestica. Basta fare domanda alla cassa (i moduli sono su cassacolf.it) e allegare assieme alle ricevute delle spese i documenti che attestano lo stato di invalidità.
Le altre tutele per il datore di lavoro
Cassacolf copre le famiglie anche da altri incidenti. Per esempio esiste un rimborso in denaro per la responsabilità civile, cioè nel caso in cui il lavoratore danneggi qualcuno o qualcosa durante le sue mansioni. Alla famiglia vanno fino a 5 mila euro per i danni a cose e 20 mila per le persone.