Niente più improvvisazione. Per chi sta cercando una baby sitter affidabile e con credenziali ci sono novità in arrivo. Come avevamo già annunciato, con la firma del contratto collettivo del settore domestico, quello che riguarda colf, badanti e appunto baby sitter, arrivano alcune novità e una nuova figura: l’educatore formato.
L’educatore formato: cosa fa?
È una nuova figura con compiti “speciali”, pensata per assistere le famiglie che avessero figli con difficoltà di vario tipo: «Sono persone che aiutano i genitori e seguono un progetto elaborato da un professionista, per il figlio che avesse, ad esempio, difficoltà di apprendimento oppure problemi di carattere psichico o relazionale. Hanno il compito di portare avanti un progetto educativo e riabilitativo, concordato tra datore di lavoro e professionista come può essere uno psicoterapeuta o un medico, per consentire l’inserimento o reinserimento del bambino o del ragazzo nei rapporti sociali. È il caso, per esempio, dei bambini con autismo, che necessitano di un sostegno ulteriore rispetto a quello che ricevono a scuola» spiega Luciana Mastrocola, funzionaria di Filcams CGIL che segue il settore domestico.
Chi è l’educatore formato?
Ma chi sono gli educatori formati? «Al momento rientrano in questa categoria professionisti come gli psicologi, psicoterapeuti o altri esperti già esistenti, che abbiano competenze e formazione specifica a seconda delle patologie sulle quali devono intervenire. Il contratto appena rinnovato, che entra in vigore dal 1° ottobre, prevede una retribuzione sulla base delle categorie già esistenti nel settore dei lavoratori domestici e nello specifico uno stipendio base di circa 1.200 euro. Ma esistono realtà locali, come in Sardegna, dove è possibile già adesso avvalersi di queste figure, vedendosi rimborsate le spese dal Servizio sanitario regionale. Come sindacato, invece, abbiamo intenzione di arrivare a una specifica certificazione, analoga a quella pensata per baby sitter e colf, che aiuti le famiglie a individuare persone competenti» spiega Mastrocola.
Il certificato di qualità
Per i lavoratori del settore domestico, infatti, arriva anche la “certificazione di qualità”: «È nata dall’esigenza delle famiglie di affidarsi a operatori formati, in particolare baby sitter e colf. I primi corsi sono già partiti: prevedono 40 ore di formazione base, alla quale se ne aggiungono 24 specialistiche per badanti e baby sitter, dunque per lavoratori che si occupano di persone e non semplicemente della casa. Servono per professionalizzare maggiormente, come nel caso delle badanti, per esempio, indicando quale sia l’alimentazione migliore o l’approccio psicologico consigliato a seconda delle malattie. Ma nel monte ore sono previsti anche corsi per supportare i lavoratori e le lavoratrici – come appunto le badanti – che svolgono mansioni dalla scarsa socializzazione e che non hanno la possibilità di scambi con colleghi di ufficio» dice la funzionaria. «Per ottenere la certificazione occorre una frequenza minima dell’80% ai corsi organizzati dal sindacato di categoria, una padronanza della lingua italiana e il superamento di un test finale, oltre a requisiti come l’aver già prestato servizio per almeno 12 mesi nel settore. Da gennaio 2021, invece, certificheremo anche le competenze introducendo criteri che valutino le referenze o la precedente formazione presso altri Enti». A cambiare sono le indennità economiche.
Cambiano anche le indennità
Da un punto di vista economico, lo stipendio di baby sitter, colf e badanti viene aumentato. A chi ottiene una certificazione andrà corrisposta un’indennità aggiuntiva pari a 10 euro al mese, che si somma alla paga base. Chi rientra nel livello B Super (quello di baby sitter che prestano servizio temporaneo o occasionale) riceverà 12 euro in più, a partire dal 1° gennaio 2021, mentre fin dal 1° ottobre l’indennità per chi si occupa di bambini fino a 6 anni o di persone disabili o non autosufficienti passerà da 100 a 116 euro mensili e si aggiungerà alla retribuzione minima, che al momento varia da 607, 78 euro per i collaboratori conviventi a 868, 24 per chi non vive nella famiglia datore di lavoro. «Naturalmente di tratta di valori base, dai quali solitamente si parte per una contrattazione privata che tenga conto anche di altri fattori, come l’area geografica. Difficilmente a Milano o in Lombardia una baby sitter accetterebbe una paga oraria di poco più di 6 euro, come previsto dal minimo sindacale. Lo stesso vale per una collaboratrice domestica» spiega la sindacalista.
Chi si occupa delle persone e chi della casa
Il nuovo contratto, comunque, riguarda circa 860mila persone e soprattutto supera l’attuale distinzione tra colf, badanti e baby sitter. Il vero discrimine diventa tra coloro che si occupano della casa nella quotidianità e chi invece si prende cura di un componente della famiglia, in particolare bambini con meno di 6 anni. In quest’ultimo caso è stato riconosciuto che si tratta di un compito più gravoso e delicato, quindi la baby sitter ha diritto a un’indennità superiore. In particolare, anche per chi non avesse già maturato un’esperienza di 12 mesi, come previsto in precedenza (livello A super) sarà riconosciuta una retribuzione maggiorata (livello B super). Secondo un principio analogo, la collaboratrice domestica con un’esperienza inferiore a un anno, ma che si occupi di più mansioni (per esempio, oltre alla pulizia, anche mansioni di lavanderia o stiratura), potrà entrare a un livello superiore a quello di base (B invece che A).