È nato per stanare chi non paga le tasse, ma a breve l’evasometro potrebbe riguardare tutti quelli che hanno un conto corrente. «Dopo l’ok del Garante per la Privacy, la Guardia di Finanza può adesso accedere ai conti in banca dei cittadini per controllare le entrate e le uscite, incrociarle con le altre informazioni fiscali e verificare se sono congruenti» spiega Michele Tomasi, commercialista dello Studio Prassi di Vicenza. Partita a fine agosto in via sperimentale, la nuova arma telematica del Fisco controllerà per ora solo gli evasori totali, cioè chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi; solo in seguito sarà estesa agli altri contribuenti. Poiché, però, le verifiche sono retroattive, cioè riguardano gli ultimi 5 anni, è bene sapere alcune cose.
Come funziona
Al momento l’evasometro è un algoritmo che incrocia i dati della dichiarazione dei redditi con quelli del conto corrente: spese, guadagni, saldo di inizio e fine anno, giacenza media. «Se rileva incongruenze evidenti, scatta la spia rossa. Potresti essere segnalato se, per esempio, nel 2019 hai dichiarato al fisco un reddito di 30.000 euro, ma sul conto ne sono entrati 100.000, anche se la differenza è dovuta al fatto che tuo padre ti ha regalato 70.000 euro per aiutarti a ristrutturare casa. Se l’operazione è tracciabile, cioè se la somma è passata dal conto di tuo padre al tuo con un bonifico, non hai nulla da temere».
Se scatta la “spia”
«L’Agenzia delle entrate può effettuare ulteriori controlli sulle tue spese che, con l’introduzione della fattura elettronica, sono diventate facilmente tracciabili. Se risultano anomalie, può invitarti a presentare le prove dei movimenti. Solo se entrate e uscite non saranno documentabili si aprirà un vero e proprio accertamento».
Chi è a rischio
È nel mirino del Fisco chi movimenta sul proprio conto corrente più soldi di quanti ne dichiari. Per tutti, però, valgono alcuni accorgimenti, specie se si trasferiscono cifre a quattro zeri. «Il caso più frequente è quello del passaggio di denaro tra familiari: prestiti, donazioni, regali: è bene usare strumenti tracciabili come i bonifici, chiarendo la causale» consiglia la commercialista. «Per i prestiti, il consiglio è di firmare una scrittura privata in cui sono indicate la somma prestata e le modalità di restituzione: per lasciare traccia della data si può autenticare il foglio in Comune, o scambiarsi via pec o raccomandata la richiesta di prestito».