In Italia sono oltre 50.000 le persone alle prese con il difficile percorso della dialisi. Come ci ha spiegato Giuseppe Vanacore, presidente dell’Aned (Associazione nazionale dializzati e trapiantati), il trasporto dei pazienti è parte integrante della dialisi, che è una terapia salvavita. Ecco perché il rimborso per gli spostamenti rientra nei cosiddetti Lea, i livelli essenziali di assistenza, che devono essere garantiti a tutti per legge.
I rimborsi sono per tutti
Chi usa la macchina ha diritto a un rimborso chilometrico, mentre a chi si sposta con un mezzo pubblico (per esempio bus o treno) spetta il rimborso integrale del biglietto. Chi non è autosufficiente, invece, dovrà farsi rilasciare dal centro dialisi di riferimento un certificato che attesti la condizione clinica: potrà ottenere il trasporto gratuito in ambulanza.
Come fare la domanda
Le procedure per avere i rimborsi cambiano da Regione a Regione. L’interessato, o un suo familiare, deve presentare agli Uffici Rimborso del Municipio di residenza la domanda di rimborso mensile o trimestrale (da compilare su un modulo apposito, disponibile presso gli uffici) e dichiarazione del numero di sedute effettuate, distinte per mese, rilasciata dal Centro Dialisi. Nel caso in cui il trasporto debba essere effettuato in ambulanza o altro mezzo in convenzione, il Centro dialisi di riferimento certifica la condizione clinica e fa pervenire la scheda trasporto dialisi individuale dell’avente diritto, agli uffici Rimborso.
Conviene rivolgersi all’ufficio esenzioni della propria Asl e compilare il modulo con l’indicazione del numero di sedute di dialisi effettuate. Il rimborso può essere mensile o trimestrale.
Per chi è lontano da casa
Per accogliere i dializzati in trasferta, molte Regioni hanno aderito al progetto Dialisi in vacanza (elenco delle strutture su www.aned-onlus.it). Ogni volta che serve una terapia lontano da casa, però, questa deve essere prenotata per tempo, mandando la richiesta al Centro dialisi del nuovo ospedale.