L’asilo vicino a casa, la banda musicale di quartiere o di paese, la squadretta di calcio del nipote, il quintetto di basket femminile allenato da una cugina, l’associazione bocciofila di periferia, il centro anziani all’angolo. Realtà del volontariato e del terzo settore, onlus di spessore internazionale, istituti di ricerca, cooperative, ecologisti e animalisti orgnanizzati. Paladini dei beni culturali e paesaggistici, difensori di aree protette, gruppi archeologici, circoli e club, ambulanze e croci, cori. E via elencando.
Sta arrivando il momento di pensare a chi devolvere – e se farlo o meno, visto che non è obbligatorio – il 5 per cento dell’Irpef, assegnabile anche al comune di residenza, per le attività sociali. La scelta andrà fatta in contemporanea alla dichiarazione dei redditi, utilizzando i modelli standard predisposti ad hoc. I possibili beneficiari dei contributi sono decine di migliaia. Alcuni hanno già attivato campagne mirate, su media nazionali e regionali, per attirare l’attenzione degli indecisi. Molti, i più piccoli, si affidano a iniziative su scala territoriale o più semplicemente al passa parola e alla cerchia di conoscenti e sostenitori abituali.
Online trovi informazioni, elenchi e un motore di ricerca
L’Agenzia delle Entrate, per facilitare la selezione e per trasparenza, sul sito istituzionale mette a disposizione gli elenchi di tutti i potenziali destinatari (passando da www.agenziaentrate.gov.it oppure digitando “5 per mille elenco beneficiari 2018” con un comune motore di ricerca). Online si trovano le liste di soggetti ed enti che hanno già ottenuto l’accredito permanente. Altri ancora se ne aggiungeranno a breve. Gli elenchi sono infatti destinati ad allungarsi, il mese prossimo, con le new entry. Quattro le categorie che raggruppano i potenziali beneficiari (ricerca scientifica, ricerca sanitaria, associazioni sportive dilettantistiche, enti del volontariato). Se non si hanno i dati sottomano, non ci si deve preoccupare: per agevolare la scelta del contribuente e la compilazione della scheda c’è un motore di ricerca (con la selezione possibile per denominazione, per codice fiscale o per provincia), sempre nella sezione dedicata del portale dell’Agenzia. ”Se non si firma per il 5 per mille – ricordano gli addetti ai lavori – non si risparmia nulla e non si finanzia chi ci sta a cuore. Se non si firma, infatti, la quota andrà allo Stato. Se si opta per il Comune di residenza, facendo attenzione a quelli si sono fusi tra loro e hanno cambiato codici di riferimento, i fondi restano alla comunità di appartenenza”.
Come fare per devolvere il 5 per mille
“Il contribuente che decide di destinare il suo 5 per mille – si rammenta – deve apporre la firma in uno dei 7 riquadri che figurano nei modelli di dichiarazione (modello Redditi persone fisiche, 730, scheda allegata alla Certificazione unica). Attenzione: è consentita una sola sottoscrizione, così come per l’8 e il 2 per mille. Oltre a firmare per il 5, per settore di interesse, il “benefattore” può indicare il codice fiscale del preciso destinatario cui intende devolvere l’aiuto economico. Per dare il contributo al comune di residenza è sufficiente mettere la firma nella relativa casella”.
Possibile scegliere tra 56mila destinatari
Online si trovano anche statistiche e curiosità su preferenze e importi raggiunti. Ad accedere al 5 per mille 2016, ultimi dati disponibili, sono stati quasi 49mila enti, tra volontariato, ricerca sanitaria e scientifica, associazioni sportive dilettantistiche, e 8.096 comuni. Al primo posto figura il mondo del volontariato, con 40.742 enti. Seguono le associazioni sportive dilettantistiche (7.698), gli enti impegnati nella ricerca scientifica (418) e quelli che operano nel settore della sanità (108). Gettonati anche i comuni, ai quali sono stati destinati 15,2 milioni di euro.
La graduatoria dei beneficiati dall’8 per mille
“L’Associazione italiana per la ricerca sul cancro – evidenzia l’Agenzia delle Entrate – occupa la posizione di testa sia tra gli enti impegnati nella ricerca sanitaria sia tra quelli che operano nel settore della ricerca scientifica. Nel primo caso la scelta è state espressa da 374mila contribuenti e la cifra raggiunta ha superato i 16,7 milioni di euro. Per quanto riguarda la ricerca scientifica, più di un milione di contribuenti ha dato la preferenza alla stessa associazione, donandole altri 39,5 milioni di euro. Quasi 380mila cittadini – ulteriore conferma – si sono orientati verso Emergency, che resta in cima alla graduatoria nel comparto del volontariato e che si è vista assegnare 13,5 milioni di euro. Terza è Medici senza Frontiere: è stata indicata da circa 279mila contribuenti, per un totale di oltre 11,4 milioni”.
8 per mille, tra lo Stato e 12 chiese
Il contribuente, sempre in sede di dichiarazione dei redditi, è invitato a esprimere una preferenza anche sull’assegnazione dell’8 per mille dell’Irpef, da girare alle casse statali, alla chiesa cattolica o alla confessione religiosa di riferimento, una delle altre 11 in elenco. Nel caso non faccia una scelta – trattandosi pure in questo caso di una facoltà e non di un obbligo – la quota indifferenziata verrà ripartita tra tutti i soggetti, in modo proporzionale alle scelte effettuate dai cittadini, con le stesse percentuali. Le Assemblee di Dio in Italia e la Chiesa apostolica rinunceranno al gettito extra, frutto di questa divisione, lasciandolo allo Stato.
I partiti politici e il 2 per mille
Il 2 per mille – terza voce – è la quota che i contribuenti possono, volendo, devolvere a partiti e partitini politici, sempre optando per uno solo. L’elenco delle formazioni e dei codici è in fondo al ponderoso libretto con le istruzioni per la compilazione delle dichiarazione dei redditi, reperibile sul solito sito dell’Agenzia delle Entrare e nei comuni, in versione cartacea. “L’8, il 5 e il 2 per mille – concludono gli addetti ai lavori – non sono tra loro alternativi. La scelta può essere fatta per uno, per due o per tutti e tre”.