Tra maggio 2021 e 2022 le bollette sarebbero cresciute del 46% e, secondo Federconsumatori, stanno aumentando i distacchi dei contatori per morosità. Ma come funziona il taglio di luce e gas in caso di ritardo nei pagamenti?
Quanti morosi rischiano il distacco forzato dei contatori
Solo in Lombardia si stima che ci siano 830mila morosi a rischio di distacco forzato, specie nei condomini, dove gli importi dei costi per il riscaldamento domestico (e la luce) sono raddoppiati. A riferirlo sono diversi giornali, che hanno fatto scattare l’allarme, confermato da alcuni amministratori di condominio. Spesso si legge anche della possibilità di distacco dalle utenze dal 41esimo giorno di ritardo nel pagamento. Ma è davvero così?
Quando vengono staccati i contatori di luce e gas
A rassicurare è Vincenzo Donvito, presidente dell’associazione dei consumatori Aduc: «In realtà non ci sono novità recenti. Il meccanismo di distacco previsto dalla legge non è cambiato e prevede la possibilità di sospendere l’erogazione in tempi rapidissimi. Il gestore dopo 15 giorni di ritardo manda al cliente moroso un avviso tracciabile, cioè per esempio una raccomandata con ricevuta di ritorno, avvertendo che in caso di mancato pagamento si procederà con il distacco. In genere si danno 30 giorni di tempo, ma non è detto: dipende dai contratti in essere. Quindi, è vero che ipoteticamente sono poco più di 40 giorni, ma non esiste una norma univoca» chiarisce Donvito. «Poi dipende anche dalla presenza di eventuali contenziosi: se ne esistono e riguardano cifre importanti, è possibile che i gestori accettino la sospensione del pagamento o la rateizzazione degli arretrati, ma ogni caso è a sé. Ciò che accade più di frequente è che si inizi con una riduzione della fornitura, in modo da garantire un servizio essenziale, ad esempio l’erogazione di luce sufficiente per l’illuminazione e il frigorifero», spiega ancora il presidente di Aduc.
Cosa dice la legge sul distacco forzato dei contatori
«Le famiglie in difficoltà nel pagamento delle bollette sono cresciute, in proporzione agli aumenti. Il nostro consiglio, però, è di verificare le proprie condizioni in base a quanto indica Arera», spiega Marco Vignola, responsabile energia dell’Unione nazionale consumatori, in riferimento all’Atlante del Consumatore dell’Autorità per l’energia (Arera.it/atlante). Per fare un esempio concreto, alla domanda su quando può essere sospesa la fornitura per morosità, Arera spiega che «non può mai essere sospesa in presenza di clienti definiti come ‘non disalimentabili‘», ossia quei casi particolari in cui la corrente elettrica serva ad alimentari macchinari medici vitali. Non è possibile, poi, sospendere la fornitura “nei giorni di venerdì e sabato, e nei giorni festivi e prefestivi», oppure «se al cliente non è stata inviata la comunicazione di costituzione in mora nei modi stabiliti dalla Autorità e non siano state rispettate alcune tempistiche minime definite dall’Autorità», come appunto la raccomandata dopo 15 giorni di ritardo. Un altro caso in cui non è possibile sospendere il servizio è quando «l’importo del mancato pagamento sia inferiore o uguale all’ammontare del deposito cauzionale»: per esempio se il cliente è in mora per un mancato pagamento di 100 euro e il deposito è superiore a questa cifra.
L’Antitrust e l’indagine sulle società che hanno staccato i contatori
Nel frattempo, però, l’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di 4 società fornitrici di luce e gas, proprio per l’eccessiva disinvoltura con la quale sono passate ai distacchi di fornitura per i clienti morosi, quindi per non aver rispettato il procedimento previsto, ossia l’invio del sollecito di pagamento e la riduzione della fornitura. «L’Antitrust sta infatti verificando in particolare, la comunicazione di cessazione del contratto a causa dell’aumento dei costi e quindi l’impossibilità a mantenere quella fornitura» conferma Valentina Masciari, responsabile del settore bollette ed energia dell’Osservatorio Imprese e Consumi. In tal caso l’utenza rimane attiva ma, viene posta sul mercato tutelato e il cliente dovrà scegliere un nuovo fornitore sul libero mercato, con prezzi chiaramente più alti, perché riferiti a quel momento – spiega ancora Masciari – È evidente che tanti fornitori non stanno rispettando i diritti dei consumatori, già stremati dal caro energia».
Il problema riguarda molte famiglie, come sottolineato da Federconsumatori, secondo cui in molti casi gli utenti sono ritenuti subito morosi e dunque si è proceduto al distacco da remoto, senza l’arrivo dei tecnici a casa.
Il timore è che queste pratiche possano aumentare tra dicembre e gennaio, cioè 100 giorni dopo la scadenza delle fatture.
«Sarebbe necessario che venisse introdotta, come fu fatto in pandemia Covid, la sospensione temporanea dei distacchi per morosità e che venisse prevista la possibilità di rateizzazioni più lunghe e che conglobassero più fatture successive” aggiunge l’esperta. Intanto lo scorso 18 ottobre è stata indetta una riunione delle associazioni dei consumatori per stilare alcune proposte.
Cosa chiedono i consumatori: rateizzazione e sospensione dei distacchi
«Chiediamo al Governo un cambio di rotta, soprattutto in termini di ascolto delle esigenze dei cittadini e del varo tempestivo di misure per contrastare la crescita delle disuguaglianze e della povertà» ha spiegato Michele Carrus, presidente di Federconsumatori, al quotidiano Il Mattino. Da qui la proposta di sospendere i distacchi di energia elettrica e gas introducendo modalità di rateizzazione lunga delle bollette, con garanzia pubblica, insieme all’ampliamento dei bonus sociali e alla definizione più chiara e specifica per la morosità incolpevole.
Inoltre, è stato chiesto di vietare la modifica unilaterale dei contratti per l’energia, compresi rinnovi e recessi; un’ulteriore riduzione delle accise sui carburanti, prorogando un taglio di almeno 30 centesimi al litro; e un azzeramento dell’Iva su cibi e prodotti essenziali, incluso il pellet, insieme alla deducibilità integrale dei titoli di viaggio per lavoratori e studenti pendolari. Tutte misure che permetterebbero alla famiglie di “prendere fiato” in un momento di difficoltà economica.