Le donne hanno meno debiti e, anche quando ottengono dei prestiti, risultano più “solubili”. Eppure faticano ancora a ottenere finanziamenti e crediti a causa di stereotipi di genere. Il gender gap salariale, inoltre, le penalizza e paradossalmente le espone a un maggior rischio di dipendenza economica, che può diventare una forma di violenza vera e propria, come dimostrano i dati dell’Osservatorio Bravo Italia.

Meno debiti femminili

Le diseguaglianze di genere in termini di stipendio e partecipazione al mercato del lavoro si riflettono anche nell’accesso al credito e nella propensione all’indebitamento. Mediamente, le donne tendono a contrarre meno debiti degli uomini, il 37% delle donne in condizione di sovraindebitamento ha tre o più debiti contro il 43% degli uomini indebitati, e maturano un passivo inferiore, oltre 3.000 euro più basso. C’è, dunque, un gender gap anche nell’indebitamento.

Il gender gap dei debiti: perché?

Le donne indebitate hanno un passivo medio inferiore e tendono a contrarre meno debiti. Ma perché? «Il differenziale nella partecipazione al mondo del lavoro delle donne rappresenta un fattore chiave sul divario di ricchezza. Questo porta a comportamenti più conservativi anche quando si vuole avviare un’attività imprenditoriale autonoma. Più in generale, se si prendono in considerazione i dati EIGE (Gender Equality Index nell’Unione europea) sono diversi i livelli di risparmio e di prestito di denaro nell’ultimo anno. Il caso italiano nello specifico, invece, riflette il permanere di divari di genere diffusi a più livelli», spiega Claudia Segre, presidente e fondatrice di Global Thinking Foundation, esperta di educazione all’economia finanziaria.

Per cosa si fanno debiti

Una donna su cinque, dunque il 20%, guadagna fra 500 e 999 euro al mese, mentre tra gli uomini solo il 7,7% rientra in questa fascia. La forbice si allarga per i redditi più alti: solo il 23,7% delle donne guadagna 1.500 – 2.500 euro, contro il 45,8% dei debitori. L’8,6% del campione femminile risulta invece disoccupato tra le donne, contro il 3,9% maschile. «L’aumento del costo della vita rende le donne particolarmente vulnerabili, soprattutto se non possono contare su una rete di supporto o se hanno persone a carico. È fondamentale intervenire promuovendo l’educazione finanziaria e una maggiore consapevolezza nella gestione delle finanze personali», esorta Cristina Cervantes, Co-country Manager di Bravo, che ha ottenuto i dati dal proprio Osservatorio.

Più debiti per le donne al nord

Analizzando il campione intervistato da Bravo su base geografica, è nelle aree settentrionali che si trova una maggiore presenza di donne indebitate (il 47,7% del totale nazionale) rispetto a quelle centrali (31%) e meridionali (21,3%). In particolare, le regioni più colpite sono Lombardia (17,1%), Lazio (12,9%) e Piemonte (9,6%). Seguono Emilia-Romagna (8,1%), Toscana (7%), Veneto (6,7%) e Sicilia (6,2%). Al contrario, la Valle d’Aosta registra la percentuale più bassa, con solo lo 0,32% di donne con debiti da saldare. Tra i motivi, secondo gli esperti, c’è un rapporto diretto anche con la diffusione delle imprese “rosa”.

Più imprese “rosa” in Lombardia

«Sicuramente i livelli di imprenditoria femminile al Nord sono confermati dal fatto che in Lombardia c’è quasi il 15% di tutte le imprese al femminile del Paese», ricorda Segre, che aggiunge: «Si tratta anche della regione italiana con il maggior numero di imprese femminili nell’IT, che contribuiscono a portare la trasformazione digitale in vari ambiti, grazie all’implementazione di tecnologie e modalità organizzative legate alla sostenibilità, maggiormente che al Sud. Inoltre l’occupazione femminile vede la Lombardia unica regione a livello europeo a ridosso del 70% rispetto ad una media nazionale del 52%». Di pari passo, però, c’è anche la difficoltà di accesso al credito per le donne imprenditrici.

Meno risorse da investire

«La difficoltà a collocarsi tra le fasce di reddito più alte e trovare un’occupazione stabile, ha reso le donne meno inclini all’indebitamento rispetto agli uomini, sia perché hanno meno garanzie e possono chiedere meno prestiti, sia perché sempre più donne contraggono prestiti personali che faticano a restituire», sottolinea Cervantes. Un recente studio dell’EIGE mostra due facce della medaglia: da un lato gli uomini hanno una maggiore probabilità di esposizione al rischio di povertà rispetto alle donne, perché per esempio guadagnano di più e gestiscono più i guadagni e i risparmi. Ma dall’altro «per le donne, pur non avendo spesso il controllo o l’accesso alle risorse di famiglia, aumenta il rischio di la violenza domestica, a partire da quella economica», spiega Segre.

Meno finanziamenti e ancora troppi stereotipi

Infine, non va dimenticano il peso degli stereotipi. «Purtroppo rimane perché ancora una volta l’indipendenza economica è un ostacolo all’occupazione ed all’imprenditorialità, quindi anche i curricula che possono essere considerati validi per uno scoring creditizio, cioè una valutazione di un finanziamento, scontano stereotipi e retaggi culturali che alimentano un paradosso: risulta che le donne che si indebitano sono più solvibili, rispetto agli uomini, ma sono ritenute meno meritorie tranne che per fare da garanti ai debiti dei propri compagni quando hanno uno stipendio sul quale far gravare fideiussioni o firme “estorte” con ricatti morali», conclude Segre.