Li vediamo armeggiare disinvolti con i loro cellulari e non pensiamo che il mondo online è anche quello in cui i nostri figli, tramite acquisti e primi investimenti, fanno esperienza anche di finanza. La loro destrezza tech non deve illuderci che abbiano tutto sotto controllo. La ricerca “Navigare nella finanza, post Covid-19: le conoscenze dei giovani su truffe e frodi” promossa dall’Osservatorio Nazionale di Educazione Economico-Finanziaria (Oneef) e realizzata con Deutsche Bank evidenzia varie criticità.

Educazione finanziaria: lo studio di Oneef

«Lo studio ha coinvolto un campione di 200 studenti tra i 18 e i 30 anni». Lo spiega Emanuela Rinaldi, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e direttrice di Oneef. «Per quanto riguarda la sicurezza in Rete, la maggioranza dei partecipanti, conosce il significato del simbolo “lucchetto”, indicante l’affidabilità di un sito. Il 19,5 % dice di non saperlo e il 13% risponde in modo non corretto. Un intervistato su 5 pensa di dover dare tutte le proprie credenziali alla banca, nel caso di perdita del bancomat e il 25% ammette di non sapere se farlo sia giusto o meno».

Conferme sul difficile rapporto tra ragazzi e soldi arrivano anche da altri studi. «In occasione del Mese dell’educazione finanziaria che si tiene ogni anno a ottobre e a cui abbiamo aderito con varie iniziative» spiega Maria Chiara Porro, Head of legal della piattaforma e app per gli investimenti green Ener2Crowd «abbiamo esaminato l’indagine del 2023 sull’alfabetizzazione finanziaria in Italia, promossa dalla Banca d’Italia. La ricerca mostra come il livello di alfabetizzazione finanziaria sia minore tra i giovani tra i 18 e i 34 anni. A questo dato si affianca anche, a livello complessivo, un gender gap: le donne hanno meno competenza in materia».

Giovani e debiti

Come se non bastasse, la società di recupero crediti Kruk segnala che tra i loro clienti sono in aumento proprio i ragazzi. Secondo un sondaggio della stessa Kruk, il 18% degli appartenenti alla Gen Z che hanno risposto si è indebitato per l’acquisto del cellulare e oltre 8 su 10 non conoscono la differenza tra Tan (Tasso annuo nominale) e Taeg (Tasso annuo effettivo globale).

«I ragazzi oggi sono costantemente bombardati dalla proposta di beni accessibili perché noleggiabili o acquistabili a rate. È importante non farsi condizionare da personaggi, soprattutto sul web, che consigliano investimenti e assicurano risultati molto positivi. Non è neanche giusto però demonizzare i social, canali intuitivi e veloci, che parlano la lingua dei giovani e giovanissimi sui quali sono anche presenti profili e personalità verificate che possono rappresentare un’ottima fonte di informazione» dice Simona Scarpa, Field manager di Kruk Italia.

Educazione finanziaria: l’interesse cresce

«Nonostante le loro lacune, i giovani in Italia sono sempre più consapevoli dell’importanza di padroneggiare le nozioni di base della gestione del denaro e cercano informazioni su come migliorare le proprie competenze in questo campo. Sono attratti da temi come l’investimento, l’imprenditorialità e la pianificazione finanziaria per il futuro» spiega Ana Laura Vassoler, Marketing manager di Ener2Crowd.

Nella ricerca promossa da Oneef, è stato chiesto ai partecipanti di indicare quali argomenti vorrebbero approfondire: 3 su 10 vorrebbero imparare a non sperperare e a gestire meglio le proprie emozioni sul fronte spese, altri chiedono maggiori informazioni su come investire in modo profittevole, anche tramite il trading e le criptovalute, ad altri ancora interesserebbe avere nozioni base di economia domestica quando si va a vivere da soli, per esempio come gestire i costi dell’affitto e le bollette.

Educazione finanziaria: il nostro ruolo

Quali consigli possiamo dare loro? Giovanna Paladino, direttrice e curatrice del Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo, che propone tutto l’anno iniziative in sede e online di educazione finanziaria per le scuole e le famiglie (appuntamenti su www.museodelrisparmio.it) dà qui tre suggerimenti: «Guardate al futuro con ottimismo, e pensate a qualcosa di fattibile che vi piacerebbe, come fare un viaggio, o avere il biglietto per un concerto. Quindi, organizzatevi per raggiungere lo scopo e risparmiate rinunciando a cose non necessarie, spesso infatti ci riempiamo di cose superflue. Il secondo consiglio: uno dei segreti della felicità è quello di non fare confronti con gli altri. È un’ottima pratica quando non vogliamo cadere vittima di un consumismo guidato dall’imitazione. Terzo: Attenzione alla sostenibilità. Le criptovalute possono essere gestite da chi è nell’ombra, anche con finalità criminali e minare le criptovalute, cioè produrne un nuovo blocco, richiede una quantità di energia fossile uguale a quella che può bastare al consumo per un anno di una nazione come la Svezia».

Educazione finanziaria già da piccoli

Un ruolo possiamo, anzi dobbiamo averlo noi adulti. Tra i banchi certo, l’educazione finanziaria sarà una fetta delle 33 ore di educazione civica previste dalla riforma della scuola, ma anche a casa. «Fin da quando iniziano a fare addizioni e sottrazioni alla primaria, aiutiamo i bambini a gestire un budget scrivendo entrate e uscite su un quaderno» consiglia Emanuela Rinaldi, autrice sul tema di La paghetta perfetta. Come educare i figli all’uso del denaro su basi scientifiche (Il Sole 24 Ore).

«Stimoliamo l’acquisizione di competenze matematiche e insegniamo loro a differire la gratificazione: vuoi qualcosa, un gioco nuovo, per esempio? Prima lo guadagni, poi lo prendi. Oppure, di fronte alla scelta: un giochino subito o due più belli tra una settimana, far sì che capiscano che la seconda opzione è migliore. Vari studi mostrano che chi fin da bambino ha autocontrollo da grande avrà maggiori probabilità di riuscire a rispettare una dieta, di non eccedere con l’alcol e il fumo oltre che di gestire meglio il denaro. Far esercitare i nostri figli al self-control, insomma, è un vero investimento per il futuro».