Più di un italiano su 10 (il 12%) è del tutto “analfabeta” su finanza e assicurazioni e solo il 40% raggiunge la sufficienza. Complessivamente il livello di educazione finanziaria e assicurativa per la media degli italiani è pari a 56 su una scala da zero a cento. E difficoltà ancora maggiori riguardano le donne, con risultati inferiori rispetto agli uomini di cinque punti, gli abitanti del Sud e i giovanissimi, tra 18 e 25 anni. Questi i risultati dell’Edufin Index realizzato da Alleanza Assicurazioni, Compagnia di Generali Italia, insieme a Fondazione Mario Gasbarri e Sda Bocconi.

In aumento l’analfabetismo finanziario e assicurativo

La ricerca ha indagato le conoscenze finanziarie e assicurative della popolazione italiana, basandosi su un campione di 4mila intervistati, con un focus particolare sulla situazione di donne e giovani. Negli ultimi dodici mesi è aumentato di due punti percentuali il numero di persone che vivono una condizione di analfabetismo finanziario e assicurativo, salendo al 12% della popolazione e tornando ai livelli registrati nel 2022.

Dopo il significativo incremento di chi raggiungeva la sufficienza (+7%) registrato nel 2023 (tassi e mutui in costante aumento avevano spostato l’attenzione dei media sul tema, rendendo prioritario per i cittadini rimanere informati), l’alfabetizzazione finanziaria e assicurativa degli italiani si è stabilizzata nell’ultimo anno: oggi solo il 40% della popolazione raggiunge la sufficienza, rispetto al 41% del 2023. In particolare, l’Osservatorio certifica che nel 2024 c’è stata una fisiologica stabilizzazione dopo la crescita del 2023 e, contestualmente, un lieve peggioramento del dato che valuta il comportamento nell’ambito di investimenti e scelte finanziarie.

Educazione finanziaria, qualche dato

Nel dettaglio, secondo la ricerca i risultati migliori si registrano tra gli uomini, tra chi ha 45-64 anni e tra i residenti al Nord-Est. Nel 2024 si conferma un gender gap intorno a 5 punti (uomini 58 vs donne 53) e un gap geografico tra nord e sud intorno a 4 punti; aumenta invece il generation gap che vede i giovanissimi (18-24) con punteggi di circa 7 punti inferiori a quelli degli adulti (35-64).

Educazione finanziaria e gender gap

Le donne single e in una condizione di necessaria autonomia nella gestione delle proprie finanze, raggiungono i medesimi risultati Edufin degli uomini. Al contrario, le donne in coppia tendono a perdere autonomia decisionale. Per le donne, secondo il report, il ridotto interesse verso l’argomento e la bassa propensione a informarsi rimangono fattori chiave che contribuiscono alla loro minore alfabetizzazione finanziaria e assicurativa rispetto agli uomini. Tuttavia, il gender gap è influenzato anche dalla bassa autonomia decisionale delle donne che trova origine nel contesto e nelle dinamiche familiari.

Secondo l’Osservatorio, la donna continua a essere percepita come la principale responsabile della cura domestica, il che riduce il tempo che può dedicare alla propria autonomia finanziaria.

Il Rapporto ha evidenziato che anche quando le donne sono le principali percettrici di reddito all’interno della coppia e possiedono un alto livello di alfabetizzazione finanziaria, sono portate a condividere le principali scelte economiche con il partner. Analizzando l’attribuzione delle responsabilità e delle incombenze familiari, emerge un quadro sempre sfavorevole per le donne italiane. La ricerca conferma che anche quando le donne guadagnano più del partner, nel 60% dei casi si occupano comunque completamente della gestione domestica.

Educazione finanziaria, italiani bocciati

La “Generazione Z” ha più conoscenza

Rispetto alle precedenti generazioni, la Z ha un più alto livello di socializzazione finanziaria, l’indicatore che racconta come si acquisiscono e sviluppano valori, conoscenze e comportamenti finanziari in famiglia (la Generazione Z registra 5 punti in più rispetto ai Baby Boomers).

I giovani (18-24 anni) rimangono tra i gruppi di popolazione che non raggiungono ancora la sufficienza (livello Edufin Index 50) anche se in particolare, oggi, in confronto al passato, i genitori dedicano più tempo all’insegnamento finanziario verso i figli. Rispetto alle precedenti generazioni i giovani d’oggi cominciano a gestire prima il denaro, nonostante la maggior parte lo riceva solo nel momento del bisogno. Nella Generazione Z si riduce il gender gap rispetto alle precedenti generazioni, ma rimane ancora bassa la percentuale di ragazze che riceve la ‘paghetta’ regolarmente (20% ragazze Gen Z vs 16% ragazze Baby Boomers).

L’educazione finanziaria nelle scuole

Un nuovo impulso potrebbe arrivare dall’insegnamento dell’educazione finanziaria fin dalla scuola primaria previsto già per quest’anno, l’interno dei programmi di educazione civica. Una novità giudicata favorevolmente da due insegnanti su tre e otto genitori su 10. «È un’ iniziativa che è partita e che va migliorata, accentuata e potenziata», ha spiegato la sottosegretaria all’istruzione, Paola Frassinetti, alla presentazione dell’osservatorio con il ceo di Alleanza Assicurazioni e country chief marketing & product officer di Generali Italia, Davide Passero che ha chiamato a «un’azione corale da parte di operatori privati, istituzioni e associazioni» e sottolineato il ruolo fondamentale delle consulenti, al centro del progetto “Donne che parlano alle donne di denaro”.