Siamo scrupolose quando curiamo i parenti, ma non lo siamo altrettanto quando dobbiamo occuparci di noi stesse. Lo ha evidenziato un’indagine di Onda, l’osservatorio che si occupa della salute della donna: il 73% delle intervistate si definisce caregiver della propria famiglia, ma solo il 49% dice di essere attenta alla propria salute. Spesso ci si trascura anche per problemi economici. Ma le soluzioni completamente gratuite o le alternative low cost esistono. Vediamole insieme a un esperto.
La scelta dei contraccettivi in consultorio
Molte pensano che non esistano più, ma si sbagliano. I consultori ci sono (l’elenco lo trovi sul sito del Ministero della Salute) e per fissare un appuntamento basta una telefonata, senza bisogno di portare con sé l’impegnativa del medico di base. Non solo: le visite sono gratuite, tranne che per alcune prestazioni, come la visita ginecologica. In tal caso si paga solamente il ticket in base alle tariffe stabilite dalla propria Regione, (il costo in media è inferiore ai 30 euro), con eccezione per chi ha delle esenzioni per età oppure per patologia. «Non sempre all’interno del consultorio prescelto sono disponibili tutte le prestazioni elencate» spiega Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano. «Questo vale in particolare per quanto riguarda le visite. Rimangono però centri insostituibili per orientare nella scelta della contraccezione giusta in base all’età e alle problematiche individuali».
Gli screening negli ambulatori della Asl
I controlli gratuiti preventivi organizzati dalle Regioni sono utili anche per la diagnosi di malattie non tumorali. In ordine di età, il primo è il pap test che è consigliato tra i 24 e i 65 anni. Viene eseguito ogni tre anni nella maggior parte delle Asl, ogni cinque dove viene già proposta la nuova formula che individua il Papilloma virus. Serve per la diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero, ma anche di alcune malattie a trasmissione sessuale quali infezione da papilloma virus, gonorrea, sifilide. Parte invece dai 50 anni (in alcune Regioni dai 45) la mammografia, che è fondamentale non solo per la prevenzione del tumore del seno, ma anche per identificare eventuali formazioni benigne che non hanno a che fare con il carcinoma mammario come una cisti. È prevista ogni 18/24 mesi, a seconda dell’età e della Regione.
Infine, a partire dai 50 anni è gratis anche il test biennale per la ricerca del sangue occulto nelle feci, utile per individuare, oltre al tumore al colon retto, anche l’ulcera. «Gli screening sono esami “a chiamata” e la lettera di invito arriva al compimento dell’età prevista» interviene l’esperto. «Fa eccezione il pap test: qui è la donna che deve ricordarsi di prenotare l’esame. Occorre farsi fare l’impegnativa dal medico di base e prenotare in un centro diagnostico, in un reparto di ginecologia o negli ambulatori della Lilt».
Gli esami in gravidanza in ospedale
Non tutte lo sanno, ma quasi ogni ospedale ha un percorso apposito per seguire la donna in stato interessante. Dalla prima visita, con tempi di attesa al massimo di un paio di settimane, si entra in un vero e proprio circuito con controlli, esami e analisi del sangue programmati a cadenza regolare, come stabilito dalle linee guida internazionali. E il tutto è a carico del Servizio sanitario nazionale, senza neanche dover pagare il ticket. «Lo stesso servizio oggi viene proposto anche da cliniche convenzionate, sempre con le stesse regole» conclude il professor Rossi. «L’unico problema, che talvolta può essere fonte di ansia, è che in ospedale il ginecologo che ti segue non è sempre lo stesso».
Cerca il bollino rosa
È un riconoscimento che gli esperti di Onda (Osservatorio per la salute della donna) attribuisce agli ospedali “a misura di donna”. Sul sito bollinirosa.it. trovi le schede di ognuno con i giudizi delle pazienti e le iniziative che vengono proposte nell’arco dell’anno, con esami e servizi gratuiti.