L’ultimo trend dello shopping online è l’artigianato: è boom di oggetti, creazioni e bijoux realizzati a mano con tessuti, pietre, perline o materiali di recupero. Lo dicono anche i numeri: il sito americano Etsy, il più grande marketplace al mondo di oggetti unici (con un fatturato di 50 milioni di dollari), nel 2015 ha segnato un più 40% delle entrate. E DaWanda, il suo alter-ego europeo, ha visto un aumento dei prodotti made in Italy del 100%.
Un business così allettante che anche il colosso americano Amazon ha da poco aperto negli Usa una sezione tutta dedicata al “fatto a mano”. Il merito della riscossa? Spetta a loro, i crafters. Anzi le crafters, perché secondo Etsy l’86% sono donne: le artigiane creative 2.0 che, armate ago e filo, uncinetto e altri strumenti del fai-da-te femminile, danno vita a creazioni belle e originali e le vendono da sole, senza intermediari, creando un circuito alternativo da tutti i punti di vista.
Da passione a occasione di guadagno
«La rivoluzione è iniziata 10 anni fa negli Stati Uniti con lo “yard bombing”, un’azione collettiva di un gruppo di donne appassionate di maglia che decoravano con la lana alberi, monumenti e cartelli stradali» ricorda Gaia Segantini, crafter e guru del mondo dell’handmade. «Ma a dare la svolta è stata la crisi, che ha spinto molte persone a trasformare la propria passione in un’occasione di guadagno».
In Italia la strada è stata lunga. «All’inizio eravamo un gruppetto sparuto: 200 in tutto il Paese» dice Francesca Baldassarri, crafter e anima della community di Etsy Italia. «Ci prendevano per matte ed è stato difficile far capire al pubblico che non eravamo un club di vecchiette che cucivano presine. Oggi però su Etsy siamo più di 5.000, abbiamo fondato la Colibrì Acedemy, che offre corsi online per chi vuole imparare a vendere i propri prodotti e che organizza manifestazioni che si occupano della formazione e della professionalizzazione dei piccoli brand di homemade». Il prossimo appuntamento è ad Ancona con Weekendoit dal 18 al 24 luglio (info sulla pagina Facebook).
LE PIÙ FAMOSE
Artiste o semplicemente creative di successo, ecco le 4 crafters più gettonate del momento
Rita Bellati ha iniziato con il blog faccioedisfo.org e oggi ha ideato il brand di collane di legno Myselfie
Paola Colombo, in arte Pollaz, realizza cuscini-ritratto in 3D
Isabella Rosa crea amuleti dark sotto l’alias Cindy Leper
Gaia Segantini cura il blog vendetta uncinetta.com e tiene workshop di riciclo e manualità
Dalla tradizione allo shopping online
Oltre che un fenomeno di tendenza, le moderne crafter sono sempre di più delle professioniste e le loro creazioni lontane anni luce dai lavoretti della nonna. Il punto forte? Uniscono tecniche artigianali con la creatività e le potenzialità del web: dalla cura dello styling del sito, alla comunicazione sui social fino alla vendita online.
Le più gettonate espongono anche in mostre personali e collettive e vendono i loro pezzi in tutto il mondo. Come la maestra dell’ago e filo Paola Colombo, in arte Pollaz, creatrice delle famose “pillow faces”: cuscini-ritratto in 3D. O Isabella Rosa, alias Cindy Leper, che realizza gioielli dark ispirati alle culture primitive e al folklore. O Francesca Tomasini, detta Bifranci, ceramista che unisce essenzialità, funzionalità ed estetica.
C’è anche chi grazie al craft ha cambiato la sua vita: come Rita Bellati, ex responsabile in un ufficio tecnico di un’azienda. «Quando è rimasta incinta si è trovata anche senza lavoro» racconta Francesca Baldassarri di Etsy Italia.
«Prima ha iniziato a scrivere il suo blog faccioedisfo.it, poi, ha ideato le collane personalizzate in legno Myselfie®: ora è tra le crafter più seguite d’Italia».
Da moda a economia del futuro
Chi pensa che si tratti solo di un fenomeno passeggero sbaglia. «Le crafter rispecchiano una filosofia sostenibile e “local” e permettono anche di intercettare le tendenze più nuove» dice la guru dell’handmade Gaia Segantini. «Le mode nascono per strada: i crafter sono i primi a captarle e a metterle sul mercato. Un esempio? L’ondata di oggetti e accessori ispirati al cibo è arrivata prima nelle autoproduzioni che nell’industria dei gadget».
C’è anche chi va oltre e scommette che il saper fare artigianale è l’ingrediente segreto per una nuova economia: Stefano Micelli, docente di Economia all’università Ca’ Foscari di Venezia e curatore della mostra New Craft (in corso a Milano, www.triennale.org). «In un’era sempre più dominata da robot e macchine, il valore di un oggetto sta nella sua unicità» dice Micelli. «L’artigianato 2.0 non è nostalgia del passato: l’unione tra la potenza del digitale, che offre nuove tecnologie di produzione e di vendita, con la perizia manuale rappresenta il futuro del design».
Alcuni degli oggetti in vendita sui portali dedicati all’oggettistica handmade. Un business da cifre enormi: il sito Etsy.com ha un fatturato di 50 milioni di dollari