Per le donne che vogliono fare impresa la strada potrebbe essere più semplice. Con la firma del decreto attuativo al Fondo per l’imprenditoria femminile, infatti, sono state fissate le regole di accesso agli incentivi che hanno proprio lo scopo di sostenere le imprenditrici. Sono stati resi subito disponibili 40 milioni di euro, ma si potranno aggiungere altri 400 milioni previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pensati appositamente nel capitolo “Inclusione e coesione” per la creazione di aziende “rosa”.
Cos’è il Fondo Impresa Donna
Il decreto approvato dal ministero dello Sviluppo economico (MISE) con l’appoggio di quello per le Pari Opportunità, prevede 21 articoli e ha tre capitoli: nascita delle nuove imprese, consolidamento delle attività, e diffusione della cultura imprenditoriale e formazione. L’intento è quindi di sostenere le nuove imprese, rafforzare quelle esistenti e aumentare i percorsi di formazione a sostegno delle attività guidate da donne, il tutto con programmi da realizzarsi entro due anni.
A chi è indirizzato
Sono quattro le categorie di destinatarie: le cooperative e società di persone con almeno il 60% di donne tra i propri soci; le società di capitale con quote e componenti del consiglio di amministrazione di almeno i 2/3 “rosa”; le imprese individuali a gestione femminile; infine le lavoratrici autonome. In tutti i casi si tratta di attività che operano nei settori dell’artigianato, dell’industria, della trasformazione dei prodotti agricoli, ma anche dei servizi, del commercio e del turismo.
I contributi sono pensati per investimenti per l’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature nuovi di fabbrica, servizi cloud per la gestione dell’azienda, assunzione di personale dipendente a tempo indeterminato o determinato, dopo la data di presentazione della domanda.
Requisiti d’accesso
La sede legale e/o operativa dell’impresa, costituita da meno di un anno, deve essere in Italia. Nel caso di persone fisiche, entro 60 giorni dall’esito positivo della domanda di incentivo, occorre trasmettere la documentazione sull’avvenuta costituzione dell’impresa. Nel caso di lavoratrici autonome vale lo stesso termine di 60 giorni per presentare l’apertura della partita Iva, a partire dall’accoglimento della domanda
Importi degli incentivi
Al momento la fetta principale di incentivi è destinata alla nascita e al consolidamento delle imprese femminili, con 32,5 milioni di euro, mentre alla formazione e diffusione della cultura imprenditoriale ne sono riservati 6,2. La quota restante dei 40 milioni di euro già disponibili, pari a 1,3 milioni, è prevista per la “gestione della misura affidata a Invitalia”, cioè a far sì che tutto l’impianto del Fondo si traduca in attività concrete. Alle imprenditrici andranno fino a 250mila euro per l’avvio di nuove imprese e fino a 400mila per la crescita di quelle già esistenti.
Le tipologie di contributi
In caso di avvio di una nuova impresa, sono previsti contributi a fondo perduto fino all’80% delle spese, ma con una cifra massima di 50mila euro nel caso di un tetto limite di 100mila euro di spese ammissibili. Per le donne disoccupate è prevista una percentuale maggiore e fino al 90%. Se il programma prevede invece spese superiori a 100mila euro e fino a 250mila euro, la copertura scende al 50%.
Se si tratta di progetti per il consolidamento di imprese già esistenti, invece, è previsto un incentivo al 50% sotto forma di fondo perduto e per un altro 50% come finanziamento agevolato di 8 anni a tasso zero, fino alla copertura dell’80% delle spese ammissibili. In questo caso le aziende devono essere costituite da almeno un anno e da non oltre 3, quindi deve trattarsi di imprese “giovani”.
Nel caso di imprese avviate da un tempo superiore dai 3 anni, è previsto un incentivo differenziato: le spese di cosiddetto “capitale circolante” (cioè la differenza tra attività e passività correnti) sono finanziate soltanto con il fondo perduto, mentre quelle per gli investimenti possono essere coperte dal finanziamento agevolato. Naturalmente faranno fede solo le spese sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda oppure, nel caso di persone fisiche, alla data di costituzione dell’impresa o dell’apertura della partita Iva.
Infine, è previsto anche un voucher fino a 5mila euro per ciascuna impresa che abbia necessità di assistenza tecnica e per la gestione dell’impresa, e di questa cifra 3mila euro sono riservati a servizi offerti da Invitalia.
Come fare domanda e quando. Il click day
L’iter prevede ancora la firma del ministro dell’Economia, Franco, e il via libera definitivo della Corte dei conti che, salvo sorprese inattese, rappresentano una formalità. Poi sarà comunicata la data a partire dalla quale presentare domanda, con modalità telematica. Significa che occorrerà formulare la richiesta tramite la piattaforma di Invitalia, che vaglierà i requisiti seguendo l’ordine di arrivo dei moduli. Il che significa che si preannuncia un “click day”. Ad ogni progetto pervenuto sarà assegnato un punteggio in base alla solidità del piano e alle potenzialità di riuscita sul mercato. Le richieste con caratteristiche altamente tecnologiche e innovative avranno diritto a un “bonus”.
Perché serve questo Fondo
L’obiettivo del Fondo Impresa Donna, che era atteso dallo scorso marzo, è incrementare appunto le attività imprenditoriali femminili in Italia, dove è noto che le donne lavorano meno degli uomini: 67,3% contro il 79%, con un record negativo del 59% alla nascita del primo figlio, rispetto a una media europea del 75%. «È un piano valido, che in qualche maniera apre a percorsi agevolati di accesso alle risorse economiche, la cui mancanza è uno dei principali fattori che blocca le iniziative femminili. In assenza di risorse, infatti, ci si deve rivolgere agli istituti di credito e sappiamo che esistono difficoltà per le donne» spiega l’avvocato Raffaella Grisafi, vicepresidente dell’Osservatorio Imprese e Consumi, promotrice di iniziative per l’educazione finanziaria delle donne. La firma del decreto attuativo del Fondo per l’imprenditoria femminile arriva proprio a ottobre, nel mese dell’Educazione finanziaria: «Può servire a stimolare la capacità di iniziativa delle donne, alle quali spesso mancano solo gli strumenti – prosegue l’esperta – ciò che occorre, ora, è incrementare la consapevolezza delle proprie capacità di pianificare le spese, di creare un business plan solido, che compresa una corretta valutazione di rischi e spese effettive».